Cultura del dialogo e dialogo tra le culture: una strada per un’integrazione sostenibile?

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« Siamo qui non per celebrare una persona, ma per raccogliere e rilanciare il suo messaggio alla città di Bologna». Con queste parole di Marina Motta, rappresentante del Movimento dei Focolari dell’Emilia Romagna, ha avuto inizio il Convegno  « Cultura del dialogo e dialogo tra le culture : una strada per un’integrazione sostenibile? » che si è tenuto a Bologna il 15 marzo scorso.

La suggestiva Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio – che 20 anni fa ha fatto da cornice al conferimento a Chiara Lubich della « Turrita d’argento » – accoglie oggi questo evento, uno dei tanti che non solo in Italia, ma in tutto il mondo, vogliono ricordare  Chiara a dieci anni dalla sua scomparsa. La sala non è meno gremita di allora e molti dei presenti sono stati testimoni anche di quell’indimenticabile giornata. Tra essi, l’allora Sindaco Walter Vitali che, ricordando le motivazioni del conferimento della Turrita d’argento, definisce Chiara « testimone della cultura del dialogo » e conclude il suo intervento affermando con forza: “Le idee di Chiara Lubich sono sempre attuali, devono essere sempre più al centro della nostra attenzione di credenti e non credenti. Ricordarla credo che ora abbia questo significato: l’ assunzione di un impegno forte e determinato per il futuro“.


Sullo stesso registro si avvicendano gli interventi dei vari ospiti di questo Convegno : dopo il saluto del Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e dell’Assessore del Comune di Bologna Marco Lombardo, seguono le relazioni dell’Arcivescovo Matteo Zuppi, del Prof. Stefano  Zamagni, del Presidente Romano Prodi che, avendo conosciuto personalmente Chiara e sentendosi a lei uniti da “amicizia profonda” (cito Walter Vitali) ne declinano il carisma nei loro campi di competenza sottolineandone l’universalità, la sua capacità di rendere possibile il dialogo su tutti i fronti, oggi più che mai, perché tutto impostato– come ha evidenziato il prof. Zamagni- sulle opere e opere di carità.

Anche in questa stagioneche a noi sembra particolarmente difficile e complicata, se non piangiamo, nelle notti di sereno, è possibile vedere le stelle”– conclude Zamagni riferendosi ad un pensiero del poeta Tagore 1) “E una di queste stelle sicuramente è quella di Chiara

Segno tangibile della capacità di Chiara di realizzare ogni tipo di dialogo, è anche la toccante testimonianza di Shahrzad Housmand, teologa islamica : il suo è un discorso « tu a tu » con Chiara, a cui confida, nella sua lettera letta ad alta voce, quale sia stato per lei, musulmana osservante, l’impatto rinnovatore con il suo carisma dell’ unità.

Il presidente Prodi, allargando il convegno ad una dimensione internazionale, pur in un quadro realistico della storia presente, ha aperto uno spiraglio di speranza ricordando i passi fatti a Stoccarda, Insbruck e la sfida dell’umanità di oggi verso l’unità assolutamente indispensabile, concludendo:  “…Chiara aveva capito e metteva in pratica questa capacità di unione ovunque potesse”.

Attraverso queste molteplici e autorevoli voci, il messaggio di Chiara viene offerto oggi come dono a questa città che – sottolinea Mons. Zuppi – ha una innata vocazione al dialogo in quanto naturale crocevia di diverse culture. E alla città di Bologna si rivolge direttamente Aurora Nicosia (direttore di Città Nuova) sottolineando le varie espressioni con le quali si può tradurre e dare forma, nelle relazioni sociali urbane, la parola “Unità”.

In sala sono presenti diversi assessori e consiglieri del Comune di Bologna, il Prefetto, il Presidente della Corte d’Appello, il Presidente del Tribunale dei Minori dell’Emilia Romagna, il vice Questore, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, il Comandante dei carabinieri… tutti rimasti profondamente toccati.

Un convegno, oggi, che vuole rappresentare una nuova tappa  verso la realizzazione di quell’augurio che Chiara stessa, 20 anni fa, aveva scritto  di suo pugno sull’albo d’oro del Comune di Bologna : « Alla Bellissima città di Bologna, con l’augurio che si realizzi pienamente tra tutti i suoi abitanti il programma umano-divino «Che tutti siano uno ».

I testi delle varie relazioni saranno raccolti in una prossima pubblicazione, perché diventino fonte di ulteriori riflessioni ed azioni concrete in collaborazione con le istituzioni locali, come esse stesse hanno auspicato a conclusione del convegno.

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1)«Non piangere quando il sole tramonta, le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle»

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