Io credo nel noi – Meeting giovani al Centro la Pace di Benevento

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Benevento  – Centro la Pace – Incontro dei giovani del Movimento Parrocchiale                                                                                                                                  21 – 22 aprile 2018

Ripartendo da Gennaio, dove abbiamo ancorato il nostro amore a Dio Padre, unico timone della nostra vita, eccoci a raccontarci una nuova esperienza di condivisione con i nostri giovani della CAMPANIA, LAZIO e PUGLIA. Eravamo più di 110 pronti a metterci in gioco, scoprirci e viverci come ormai  è nello stile beneventino! Non manca la gioia, fatta di abbracci, nel ritrovarsi e finalmente guardarsi negli occhi e dirsi ancora una volta CI SIAMO! E poi le “nuove strette di mano” e i benvenuti a chi per la prima volta varca la soglia della struttura che, come sempre, non ci fa mai sentire estranei, ma parte di una famiglia!

Il tema di questo week end è l’amore al fratello. Believe in us, infatti, è una sfida a scoprire la bellezza, la fortezza e la gioia del credere nel noi. L’obiettivo previsto è quello di diventare giovani costruttori di comunità attraverso l’ascolto, la cooperazione e il dono di sé per l’altro. Tema importante e obiettivi arditi non fermano il programma che inizia la sua corsa…

Nell’accoglienza ciascuno riceve un cartellino dove scrivere il proprio nome, associato ad una nota musicale che servirà a formare i diversi gruppi. Iniziano le prime attività con i giochi di conoscenza per sciogliere quell’imbarazzo tra persone che per la prima volta s’incontrano e nulla sanno l’un l’altro. Sorrisi e risate confermano che i giochi mettono d’accordo tutti quanti nonostante la differenza di età. I gruppi iniziano a cucire i lori timidi rapporti, facendo tesoro di questa prima esperienza.

Si pranza fuori, al sole, con chi capita ed anche qui non si perde occasione per fare nuove conoscenze e condividere tutto: un panino, i taralli, una piccola esperienza di lavoro, e intanto qualcuno riceve un piatto di riso, un pezzo di dolce e una forte esperienza di perdono in famiglia! È proprio vero quello che dicono: donarsi per l’altro ti apre e rigenera il cuore!

Ritornando al programma, i gruppi si riuniscono per fare altri giochi! Si resta in cerchio con il sorriso stampato sul viso per il divertimento e così, mano nella mano, l’empatia inizia a circolare! Tra questi giochi c’è quello dell’ANGELO CUSTODE. Lo scopo è prendersi cura, come un angelo custode, di un componente del gruppo, il cui nome viene pescato e non rivelato fino alla fine del week end. Immaginate come ci si può prendere cura di una persona che abbiamo incontrato per la prima volta e non si conosce, in così poco tempo? Eppure tutti accettano la sfida!

In sala Rosalba e Andrea ci spiegano, con le loro piccole esperienze di vita ordinaria, come il prossimo sia stato sempre un’opportunità  per dare il meglio di se stessi, anche quando questo si è rivelato difficile da amare. In particolare Rosalba raccontava della sua timidezza e della difficoltà di fare il primo passo, soprattutto nei confronti di un’amica che non perdeva occasione per metterla in imbarazzo. Come affrontarla? Un aneddoto: prima di andare a dormire, provare a cancellare come con il cancellino alla lavagna, tutto ciò che è avvenuto durante la giornata, nel bene e nel male, compresi i nostri limiti, le nostre paure e le nostre barriere, per essere pronti a ricominciare e avere occhi nuovi per amare, accettare e vivere quell’amico….così difficile.

Nel pomeriggio vengono presentati 5 forum o, come alcuni hanno chiamati, momenti di dialogo, divisi per tematiche: POLITICA, AMBIENTE, SOCIALE, ARTE E SPORT. L’intento è quello di scoprire che quel noi (in piccolo) fatto di amici, famiglia, scuola, comunità parrocchiale, possa realmente diventare un NOI (in grande) come una nuova realtà o un nuovo progetto. Moderatori, esperti e la condivisione di alcune esperienze parrocchiali sono i protagonisti di ciascun forum dove all’interno i partecipanti interagiscono con la vita di qualcuno, “esperto” e comunità ecclesiale, che ha creduto nella possibilità di spendersi per l’altro, relativamente al proprio ambito, tanto da sposare un grande obiettivo, cambiare la propria vita quasi radicalmente, andare controcorrente, modificare una vecchia abitudine dannosa per sé e per l’altro.

Tutti questi forum celano un’impronta di speranza, quella che ti spinge a credere fino in fondo che nulla è impossibile se condiviso e pensato per e con l’altro, a vivere pensando che vale davvero la pena spendersi, fino ad andare fuori da sé stessi, per gli altri, a trovare il senso di tutto. Alla conclusione di ogni forum, si raccolgono i primi commenti a caldo: ci si ritrova in un “credevo di annoiarmi e invece ho avuto delle grandi risposte”, oppure “ignoravo la possibilità di essere nel mio piccolo un potenziale cambiamento” e ancora “ma perché queste storie così belle e cariche di gioia, non fanno rumore in tv come le cattive notizie?”….

La sera, dopo cena, i vari gruppi si ritrovano sul prato per giocare nuovamente insieme. Stavolta però i giochi verranno eseguiti assieme ad altri gruppi. Si prova così a mettere in pratica ciò che si è appreso nel pomeriggio con i forum. Il clima è diventato più famigliare e accogliente, ciascuno di noi si sente parte importante del suo gruppo, ormai ci si conosce tutti e quell’io iniziale e timido che in mattinata era “ma che ci faccio qui?”, “non conosco nessuno” oppure “chi sono queste persone?” ora è diventato un “cosa faremo ora?”, “proviamoci”, e ancora “dai che ce la facciamo insieme”!! e così tra occhi bendati e fiduciosi solo di una pacca sulle spalle, tra abbracci in equilibrio, ancorati solo da un foglio di carta come una piccola zattera, tra poche note ascoltate e riconosciute e tanti altri giochi, si scopre concretamente che insieme è davvero più bello! Quel noi fatto in piccolo può diventare un grande NOI. Alla fine dei giochi i capigruppo ricevono delle note musicali che devono portare su un gigante pentagramma a significare l’importanza che ciascuno nel suo piccolo gruppo e con la sua nota, messa assieme ad altre note di altri gruppi, compone una melodia armoniosa. Infatti qualcuno prova a suonarla ed ecco:

“…non sono un supereroe, IO CREDO NEL NOI se io ci sono per te e tu per me possiamo vincere

questo brano ha nella sue parole il senso di tutto ciò che fino ad ora si è fatto e siamo certi che sarà la colonna sonora che ci accompagnerà in questa esperienza.

Eccoci a domenica! La colazione è fatta di latte e risate: si ripensa ai giochi della sera e si commentano tutti gli episodi nei vari gruppi, le tavolate si mescolano sempre di più e anche il servizio diventa un’occasione per continuare a costruire un rapporto con quel fratello appena conosciuto o a consolidare uno già esistente…. tutto viaggia su un’unica armonia, quelle note nella loro splendida melodia, si stanno facendo sentire.

In sala incontriamo mons. Lucio Lemmo, il vescovo del sorriso! La sua gioia nel vederci ed incontrarci è davvero contagiosa. I ragazzi gli chiedono come amare il fratello sempre e soprattutto quando è difficile, quanto ci costa. Le sue parole in risposta a queste domande sono semplici e arrivano al cuore di tutti. Ci consiglia a buttarci ad amare gratuitamente senza aspettarsi nulla in cambio, a prenderci cura degli ultimi semplicemente senza etichettare o giudicare nessuno, a non aver paura di mescolare la propria vita con l’altro, a far sentire unico chiunque incontri il nostro cammino come se amassimo solo quel fratello in quel momento e poi quel fratello in quell’altro momento, affinché quell’amore non cessi mai di circolare. Don Lucio ci mostra il lato più umano e dolce della Chiesa, quel luogo in cui poter credere che si può essere piccoli costruttori di comunità perché la Chiesa è dei giovani!…lui crede nel NOI!

È il momento di donare: i gruppi sono chiamati a costruire e poi portare qualcosa che rappresenti il NOI nato e cresciuto in questi giorni ed è inevitabile il confronto e la condivisione. Ognuno porta la sua personale esperienza di vita che vuole condividere con tutti: c’è chi si promette di continuare ad essere vicini l’uno con l’altro nonostante le distanza geografiche perché contano sulla presenza di Dio che ha permesso questi incontri nuovi; c’è chi dona coraggio e forza a chi è nella prova; c’è chi ringrazia tutti per aver avuto in questi giorni una rinascita di sé; c’è chi “credendo nel noi” ha ritrovato la fiducia in se stesso; c’è anche chi venendo solo e non conoscendo nessuno ringrazia per aver trovato nuovi amici e il vero significato di amore gratuito.

Questo torrente di amore reciproco arriva in sala con i simboli che ciascun gruppo ha pensato, realizzato e motivato in gruppo. Tante sono le sfaccettature che si colgono tra i gruppi: amicizia innanzitutto, poi serenità, speranza, tanta fiducia, gioia piena e sincera, affiatamento, dono per l’altro, aiuto reciproco, presenza!

C’è una strofa del brano, colonna sonora del nostro week end, che dice: “… Apro il mio cuore e scopro che se io penso al bene degli altri do il meglio di me….”, credere nel noi non è utopia ma verità, possibile realtà. Dare importanza al noi richiede una forte dose di fiducia nell’IO, aldilà delle mie paure e dei miei limiti, e nel TU portatore di nuovi rapporti e di nuove scoperte INSIEME!

La chiave di violino è il simbolo che ci viene donato per ricordarci che per iniziare a scrivere una bella canzone sul pentagramma della vita, dobbiamo partire da quella chiave che è Dio, per far sì che ciascuna nota, nel suo posto e assieme ad altre note, possa far sentire quella melodia che apre il cuore e dona il meglio sé per gli altri!

Grazie a tutti ed alla prossima!

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