Vivere la Parola: piccole esperienze quotidiane (2a parte)

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Continuiamo a pubblicare  alcune esperienze sulla Parola di Vita di Novembre 2018: “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. 

  • Un’amica mi chiede per motivi di salute, di sostituirla per aiutare un gruppo parrocchiale per il canto. Era un’ora impossibile per me, ma sentendo che era Gesù che bussava e ho detto di sì… con tanta gioia sua e anche mia!
  • Il telefono di casa ha cominciato a squillare. Ero tentata di non rispondere ma… “Ecco sto alla porta e busso”, la Parola di vita del mese. Decido di rispondere. Era la moglie di una persona che di tanto in tanto abbiamo aiutato con mio marito e sempre seguito. Chiedeva un aiuto economico perché non erano riusciti questo mese ad arrivare a tutto il necessario…. Proprio al mattino avevo gioito di poter rimettere un paio di scarpe invernali che dopo l’incidente non avevo più potuto indossare. Ho subito pensato che quello era il mio “accogliere”. Le ho detto che ne avrei parlato con Giuseppe e che ci saremmo risentite. Ha richiamato, è venuto il marito e abbiamo così potuto dare un piccolo aiuto, quello che mi sarebbe servito per comprare un paio di scarpe che non dovevo più acquistare. 
  • Entro in una nuova classe frequentata da un alunno definito dai colleghi “difficile e molto indisciplinato”. Il primo giorno di lezione ho pensato di mettere da parte la lezione e dedicare, invece, l’ora per conoscerlo e e aprire un dialogo con lui. Finora non ho avuto problemi, segue le lezioni ed è un ottimo allievo.
  • Finalmente una domenica libera da impegni, tutta per noi! Ma si fa avanti un pensiero: sappiamo di una famiglia in difficoltà che oggi sarà sola. Cosa mangeranno? Coinvolgo mio marito, faccio la spesa, li invito e così vengono a pranzo. I bambini sono felici.! Abbiamo tutti tanta gioia e tanta pace. La sera non sentiamo nessuna fatica: è il riposo che dà la Sua presenza nell’avere amato.
  • Una mia amica che abita lontano mi ha chiesto un giorno di parlare con un suo familiare del mio paese per cercare di mediare per alcune forti incomprensioni che c’erano in famiglia. Io sono andato da lui, pur non conoscendolo bene, e l’ho ascoltato profondamente. Sentivo che la situazione si stava appianando. L’avventura non si è conclusa ma intanto è un primo passo, tanto che l’amica mi ha ringraziato dicendo: “Solo tu ci sai parlare!”.

(vedi 1a parte)

(vedi 3a parte)

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