Il mare è la mia vita

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CESENATICO (FC)

Il mare non è solo lavoro, è la mia vita

MAURIZIO CIALOTTI: A BORDO DELLA SUA BARCA IL PESCE
È L’ESCA PRELIBATA PER PROGETTI DI SOLIDARIETÀ E INNOVAZIONE

di Rachele Marini

«Il mare mi ha salvato la vita. Avevo perso il padre e mi aggiravano sulla banchina di Cesenatico in un tempo in cui si nuotava nella droga e molti dei miei amici vi erano annegati. Io invece ero affascinato da quei vecchi che sapevano lavorare con i giovani, dai coltelli con il manico di legno con cui legavano le reti, dagli scherzi che si raccontavano. Mi sono imbarcato con loro. Avevo 15 anni».

La voce di Maurizio Cialotti ha la potenza delle onde che si infrangono sugli scogli mentre racconta della sua passione e descrive “Sirio” e “Madonna delle grazie”, le sue due barche che conduce con altri 4 pescatori: la sua azienda. Sale di tono come la marea quando offre voce ai travagli che hanno rischiato di travolgerlo.

«Nel 1997 per un investimento eccessivo ho rischiato di perdere tutto: casa, barca e affetti, perché quando sei in mare e parti la domenica per tornare il martedì e riparti ancora, non hai più vita sociale. Ero vicino all’isola di Sant’Andrea, quando è arrivata la telefonata di due amici del Focolare a ricordarmi che mi avrebbero sostenuto in qualunque direzione fossi andato. Per la gioia penso di aver camminato sulle acque. Anzi no, sui tonni che ricoprivano ovunque la barca. Non ero solo».

Maurizio con altri marinai ha dato poi vita a un’associazione e a iniziative di solidarietà a sostegno di colleghi in precarie situazioni economiche. Uno degli aspetti più critici della sua attività è la commercializzazione del pescato, talvolta in mano a cooperative che gestiscono in maniera monopolistica e poco trasparente il mercato. «A fine giornata ci siamo visti pagare solo 50 cassette di pesce quando ne avevamo in stiva ben 500. E il pesce non venduto si butta».

Poi è arrivata la proposta di aderire all’Aipec, l’associazione degli imprenditori per l’Economia di Comunione, e questo ha dato a Maurizio lo slancio per ripartire
con una nuova attività. «Con un mio amico commerciante, proprietario di un laboratorio di trasformazione del pesce, abbiamo deciso di aprire una pescheria che mette a tavola le famiglie con 5 euro per offrire un prodotto fresco utilizzando le rimanenze di giornata. Esserci incontrati sui valori dell’Economia civile ci ha dato lo slancio di mettere assieme le nostre competenze e di reinventarci per restare lavoratori liberi».

Fonte: Rivista Città Nuova n.8/ Agosto 2016

 

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