Ho visto la morte sul treno . . .

Valentina Dell'Olio
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“Ho visto la morte sul treno del disastro in Puglia, ma quell’incidente mi ha insegnato cos’è la vita”

Un mese fa, la mattina del 12 luglio, 23 persone hanno perso la vita nello scontro fra treni sul binario unico della Ferrotramviaria tra Andria e Corato. Valentina Dell’Olio, 23 anni, di Triggiano, era a bordo di una di quelle vetture. Viaggiava verso Barletta, dove frequenta un corso da costumista. Ora è a Imola, dove è ricoverata per un percorso di riabilitazione e ha raccolto il nostro invito a raccontarci questi giorni.

di VALENTINA DELL’OLIO

Dell’incidente ricordo tutto, non ho mai smesso di essere lucida. Ricordo un fortissimo schianto in seguito al quale mi sono ritrovata catapultata e poi incastrata chissà dove, forse sulla carrozza del treno o addirittura sui binari, non avevo la visuale per potermene rendere completamente conto. lizzato cosa era successo e, nonostante ciò, paradossalmente ho mantenuto una totale calma e autocontrollo: non si poteva cambiare nulla, sapevo che l’unica cosa che dovevo fare era aspettare pazientemente i soccorsi che certamente, sapevo, sarebbero arrivati.

Ho subito fatto un’analisi della situazione guardandomi intorno. Vedevo macerie ovunque, pezzi di vetro e chissà che altro. Ricordo di aver riconosciuto una mia gamba dalla scarpa al piede. Era completamente girata. In quel momento ho preso seriamente in considerazione l’ipotesi che potessi aver perso un arto. Però ancora sentivo questa forza e questo grande autocontrollo e la prima cosa che ho pensato è stata: “Ok, un pensiero alla volta. Nella peggiore delle ipotesi potrei mettermi in contatto con Giusy Versace e lei forse saprà come aiutarmi. Intanto sono viva: è un dato di fatto”

Intorno a me sentivo urla di disperazione, in particolare di un bambino che era incastrato alla mia sinistra: Samuele. Era molto spaventato e per quanto possibile ho cercato di calmarlo, ripetendo tante e tante volte che doveva stare tranquillo perché i soccorsi stavano arrivando. Ma era inutile perché era in evidente stato di shock. Fortunatamente siamo stati fra i primi a essere liberati. Sono arrivata all’ospedale di Barletta. E prima di farmi la tac ho chiesto ai medici: “Ho tutti gli arti?”. Loro mi hanno risposto di sì e io ho tirato un sospiro di sollievo. Poi ho chiesto: “Vi prego, non amputatemi niente!”. E i medici, sorridendo, mi hanno detto: “No, no, stai tranquilla”.

In quel momento ero più serena. L’incidente mi ha resa molto più forte. E mi ha fatto scoprire un infinito affetto da parte di tantissime persone, da ogni parte del mondo. Dal risveglio mi sono sentita costantemente e fortemente avvolta da questa grande e inspiegabile carica energetica. Mi sento davvero connessa a tutti ed è una scoperta mistica, inspiegabile. Indubbiamente l’incidente non è stata una bella cosa, ma sto riuscendo a cogliere tutto il bello che mi sta portando (ed è davvero tanto). Nonostante tutto mi ritengo fortunata per tanti piccoli grandi eventi: per esempio aver incontrato lungo il mio percorso medici eccezionali, infermieri affettuosissimi e simpaticissimi (e colgo l’occasione per smentire ciò che si dice sulla malasanità in Italia).

Al momento il mio unico obiettivo è recuperare le mie funzioni al 100 per cento. Sono focalizzata davvero intensamente in questo e ci credo molto e voglio farcela per me stessa, ma soprattutto per tutti coloro che credono in me. Sono concentrata soprattutto sul presente, ma il mio futuro lo immagino roseo e spero tanto di poter diventare un esempio, una speranza vivente per tutte le persone che si trovano ad affrontare situazioni simili. Sicuramente l’incidente mi ha dato una forte spinta a vivere la vita pienamente, a fare tutte quelle cose che, per paura o per timidezza, spesso si rinuncia a fare. Assecondare di più il proprio istinto e i propri sogni, senza alcuna sorta di timore. Lanciarsi nella vita.

Non vedo l’ora di riprendere il mio percorso di studio, tutte le mie attività artistiche, sperimentarne di nuove e rendermi utile agli altri. Affronto tutto con fiducia, ottimismo e col sorriso. Sento dentro di me che ce la devo fare anche per tutti quelli che, purtroppo, non ce l’hanno fatta. Mi immagino, quando tutto sarà finito, di organizzare una megafesta alla quale vorrò invitare tutti coloro che, in tanti modi, stanno vivendo con me questa esperienza.

Fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca/2016

 

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5 Commenti

  1. Grazie, Valentina! La tua testimonianza è un grande esempio per tutti. Trasmette una carica di coraggio e speranza per chi sta vivendo esperienze simili. A te, gli auguri di una ripresa al 100% di tutte le tue capacità. Ico

  2. Abbiamo pregato tanto per te e per le altre persone. Ti ringraziamo per il tuo coraggio. Speriamo sia di esempio per tanti che sono scoraggiati e tristi. La vita è bella e deve essere vissuta con impegno. Auguri affettuosissimi

  3. Affettuosissimi auguri.Il tuo coraggio è di esempio per tante persone che hanno perso la volontà di vivere.Dio ti benedica. Un grande abbraccio.

  4. Grazie Valentina per la tua bella comunione d’anima dove si coglie tutto l’amore con la quale hai vissuto (e stai vivendo) questa tragedia. Continuiamo a pregare in tanti per te (anche mia moglie Paola e i miei tre figli) e ti affidiamo alla Madonna perchè tu possa guarire completamente e riprendere la vita di sempre come tu vuoi.

  5. Grazie Valentina la tua testimonianza di vita ci insegna tante cose in particolare a vivere bene l’attimo di vita presente. Sono certo che ce la farai a recuperare al 100% ke tue funzioni e comunque ne uscirà come una donna ancora più forte di quello che sei già. La tua testimonianza fa bene a tanti. In bocca al lupo.

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