Mohamed: “Ci sono cose che non puoi vedere con gli occhi . . . “

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La famiglia di Mohamed: amore e coraggio (Italia) 

Riportiamo quanto è stato detto al funerale di Mohamed, un giovane di 19 anni della Costa D’Avorio, morto pochi giorni fa di leucemia. Mohamed era arrivato in Italia nel 2015 su un gommone ed era stato accolto da una famiglia di Pescara.

Sono parole scritte da persone che gli sono state vicino: una storia forte e commovente che ha molto unito la comunità musulmana e cristiana. 

Famiglia Di Biase
Famiglia Di Biase – Foto: incentro.gelocal.it

“Questo momento insieme ci sembra un vero miracolo, uno dei tanti a cui abbiamo assistito accanto a Mohamed.
Fratelli Musulmani e Cristiani che pregano insieme, uniti dalla vita di un ragazzo, uno di quei ragazzi che non hanno voce, venuti coi barconi col solo vestito che indossano.

E’ grazie a questo ragazzo venuto dal nulla se oggi tra persone così diverse per religione, cultura e lingua, si può respirare aria di Paradiso.

Ieri ripensavo alla semplicità dalla quale tutto è cominciato, ad uno sguardo il giorno di Natale dell’anno scorso. Ero andato in ospedale a conoscerlo perché malato, e l’ho visto sfinito sul letto d’ospedale col pranzo lì a fianco non consumato che di lì a poco avrebbero portato via. Aveva fame ma non aveva la forza di alzarsi a mangiare.

Troppo spesso il mio lo sguardo si ferma alla testa che pensa: c’è chi provvede, non ho tempo, non so fare queste cose.
Forse perché lo sguardo è rimasto più a lungo, il tempo necessario affinchè arrivasse al cuore, che mi ha fatto vedere Mohamed con uno sguardo diverso, con occhi nuovi, gli occhi di quella sua mamma che in qualche parte del mondo era in pena per lui. Gli ho semplicemente dato da mangiare come avrebbe fatto lei, e così per i giorni successivi.
Come avrebbe fatto lei venivo al suo ritorno da esami dolorosi perché sentisse che qualcuno lo aspettava, o semplicemente compagnia.

Il cuore di una mamma non vede la nazionalità, la religione, l’educazione o cultura. Ama!
Questo sguardo di mamma, molto simile allo sguardo che Dio ha per noi, non ha permesso che questo ragazzo restasse solo o lontano dall’ospedale che poteva curarlo, e lo ha portato a far parte della nostra famiglia. Questo sguardo ha la forza del contagio e dalla nostra famiglia a don Massimo che ci ha sempre sostenuto, è subito arrivato a tutta la nostra comunità.

E tutti noi con meraviglia abbiamo scoperto che chinandoci verso un povero, abbiamo alzato lo sguardo verso il cielo, facendo gesti dal sapore di eternità che hanno portato un pezzetto di Paradiso in noi, nel cuore di Mohamed e di tutta la comunità. E’ questa la ricchezza di un povero.
E così chinandoci verso un malato, immigrato, orfano, analfabeta abbiamo alzato lo sguardo facendo gesti dal sapore di eternità che hanno portato un pezzetto di Paradiso. E’ questa la ricchezza di un malato,orfano,immigrato,analfabeta.

Forse questo pezzetto di Paradiso che Mohamed sentiva intorno a sè ha impedito che lo scoraggiamento, la solitudine, la disperazione della sofferenza prendessero piede nel suo cuore, e lui mantenesse vivi ed amplificasse quel tesoro di valori, fede, umanità, bontà che già aveva. Si perché Mohamed era un ragazzo dalla fede forte, 5 volte al giorno pregava, anche su un lettino del pronto soccorso di Bologna mentre si torceva dal dolore, si è girato in ginocchio verso la Mecca.

Era unito a Dio e sentiva dentro la voce del suo papà nei momenti difficili. Per questo era onestissimo, profondo, buono.

Mohamed sapeva ridonare a piene mani tutto ciò che riceveva, affetto verso i ragazzi diversamente abili, accoglienza coi bambini, aveva richiesto di portare un sorriso ai bambini figli dei detenuti a Rebibbia, se la malattia non glielo avesse impedito. Se gli veniva donato un paio di pantaloni lui ne prendeva un altro dei suoi e lo donava ad un povero.
Aveva parole di sostegno per i suoi amici immigrati e forte della sua fede ha riportato alla preghiera diversi ragazzi cristiani che con lui si confidavano, li invitava a frequentare più assiduamente la messa perché diceva che non si può andare avanti senza parlare con Dio.

Un giorno alla mamma che le confidava la preoccupazione che lui fosse diventato cristiano ha risposto: “No mamma, io vivo in una famiglia cristiana che mi rispetta, mi fa vivere la mia fede musulmana, mi fa mangiare e pregare da musulmano e mi porta in moschea… ho scoperto che i cristiani vivono l’amore al fratello che è scritto anche sul Corano. Attraverso di loro sto riscoprendo la mia vera spiritualità di musulmano.

Scherzoso,umile, semplice, ha affrontato il dolore con grandissima dignità, senza lamentarsi mai.
Mohamed non aveva nulla e per questo prendeva tutto dalle mani di Dio che pregava, amava,sentiva vicno… quel Dio che gli ha dato una famiglia grande come la nostra comunità, quel Dio che lo ha vestito, nutrito,sollevato attraverso questa sua comunità, quel Dio che oggi lo voluto a sé.

Un giorno ha detto a Luca: Io sono sereno perché prendo tutto dalle mani di Dio…se lui vuole che io resti qui, lotterò con tutte le mie forze per vivere, ma se mi vuole con sé, io sono pronto. Che ricchezza un musulmano.

Ieri per la prima volta abbiamo visto e parlato con la sua mamma, e tra le tante cose ci ha detto: Mohamed mi ha detto tutto, mi ha detto che non ha mai dovuto chiedere niente perché ancor prima di chiedere voi capivate di cosa aveva bisogno…voi siete la sua vera famiglia… io gli ho dato la vita naturale, ma voi gli avete dato la vita vera…
Questo è il suo ringraziamento a tutta la nostra comunità”.

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4 Commenti

  1. Grazie. La prima cosa che leggo nell’entrata del nuovo anno. Mi sembra una cosa bellissima e stimolante a fare=vivere io altrettanto. Buon anno! Bij

  2. Grazie per la condivisione
    Oggetto di meditazione,di azione
    Grazie alla’mamma’
    Grazie per quel che avete dato spiritualmente,
    affettivamente,concretamente.
    Grazie a tutti della comunità di Pescara.
    Chissà…forse o certo per il grande valore del Corpo Mistico…ci saremo stati anche noi.

  3. Che bella testimonianza di vita. Si è realizzata la Parola di Gesù:”se accogliete uno solo di questi piccoli accogliete me” Una meraviglia, una gioia immensa!
    GRAZIE.