Condividere, tra locale e globale

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Punti di vista n. 13

Intercettare le grandi questioni, individuare le buone prassi, condividerle fino a fare sistema… Sono espressioni che abbiamo ripetuto e ascoltato in questo ultimo mese con gruppi piccoli o meno piccoli di persone provenienti dalle diverse regioni italiane.

Un verbo vogliamo far nostro in particolare: condividere. Condividere criticità e risorse, domande e offerte, necessità e beni, interrogativi e risposte, punti deboli e buone prassi. Condividere fra generazioni, fra gruppi religiosi, fra Stati, oltre i propri confini nazionali, perché, se è vero che è nel locale che può incidere la gran parte di noi, è pur vero che una città non basta, una regione non basta, l’Italia stessa non basta.

L’Europa dei popoli ci chiede di contribuire a superare la frammentarietà e la mancanza di incisività che spesso colpisce l’azione dei governi, così come il resto del mondo con i suoi venti di guerra, odio, miseria. La situazione reclama l’apporto corale degli altri Stati. Il locale e il globale hanno mille sfaccettature, senza dubbio, ma l’uno non può esistere senza l’altro, con altrettanta certezza.

Rosalba Poli e Andrea Goller

Fonte: Rivista Città Nuova n. 12/Dicembre 2016 pag. 43

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