Ispica e il dono per gli ultimi. le iniziative per Amatrice e la festa sociale

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Una comunità in fermento. Per vivere una dimensione di “dono”.

Accade a Ispica, comune dell’estremo sud del Paese, in provincia di Ragusa. Qui comunità civile e comunità ecclesiale si “saldano”. Uniscono le forze per essere dono anche per gli altri.

Dopo il terremoto che ha colpito il Centro Italia, la comunità del Movimento dei Focolari si interroga: cosa si può fare per aiutare quelle popolazioni? La proposta di realizzare una serata per raccogliere dei fondi trova subito l’adesione di altre realtà cittadine. Aderiscono la comunità islamica (ben radicata nella cittadina) con l’associazione Assalem, il Centro anziani, associazioni culturali e sportive, i gruppi di protezione civile, i gruppi ecclesiali, ma anche i negozi, i ristoranti, i bar. Il gruppo degli organizzatori, alla fine, è formato da 29 realtà cittadine, segno di una vitalità e di una forte generosità della comunità di Ispica. Anche l’amministrazione comunale aderisce e dà il patrocinio.

Il programma è presto fatto: si organizzerà una serata con attività gastronomiche, culturali, artistiche, e ludiche. Il pezzo forte sarà la “pasta all’amatriciana” che sarà distribuita ai presenti. La degustazione permetterà di offrire il proprio contributo, che sarà interamente devoluto alle popolazioni di Amatrice e degli altri comuni che sono stati distrutti dal terremoto.

I giovani immigrati ospiti dei progetti Sprar esistenti in città si incaricano di distribuire 5000 volantini nelle case e nei locali pubblici. Lo fanno gratuitamente.

La sera precedente, nella piazza Dell’unità d’Italia, si montano i gazebo, per la vendita di dolci e salato, le tende della Protezione civile, si sistemano le reti per i campi di calcetto e di pallavolo. Le gen 3 (ragazze aderenti al Movimento dei Focolari) allestiscono un mercatino delle pulci, la comunità islamica prepara un proprio stand. Qui si vende un ottimo tè arabo alla menta servito in teiere e caraffe tipiche, assieme ad una fetta di torta fatta dalle mogli. La comunità islamica, a conclusione, ha devoluto tutto il guadagno senza trattenere nemmeno le spese!

Nel pomeriggio, la piazza si riempie, arrivano i bambini impegnati nei giochi, in serata gruppi di giovani e meno giovani sciamano verso la piazza. Più di 2.000 persone visitano gli stand, si fermano a consumare un piatto di pasta all’amatriciana o assaggiano le caldarroste.

La gioia e la soddisfazione è palpabile in tutti, amministratori compresi. A fine serata, il ricavato netto è di 2.526 euro. Quel guadagno è stato realizzato con il contributo di tutti, anche di persone appartenenti a schieramenti politici diversi e spesso fortemente ostili. L’iniziativa ha, in qualche modo ricostruito un tessuto di rapporti sociali condizionato, negli ultimi anni, da una politica litigiosa che nel 2013 aveva portato il Comune al dissesto finanziario.

La somma raccolta è stata inviata ad Amatrice. “Quando ci siamo recati in banca per effettuare il bonifico – racconta Angelo Barrotta, del Movimento dei Focolari – avremmo dovuto pagare sette euro. Il cassiere, vedendo il motivo di quel bonifico, ci ha detto: “I 7 euro li metto io”.

Quell’iniziativa avrà un seguito. Quei rapporti costruiti con la “malta cementizia” possono continuare. Tutti hanno il desiderio di organizzare altre iniziative. Si decide di guardare ai soli, agli ultimi, anche della propria città. Nasce così una serata conviviale realizzata subito dopo le festività natalizie. Questa volta, ad organizzare, sono soprattutto i giovani.

Si cercano i locali adatti, si cura l’allestimento e l’arredo, qualcuno si occupa della spesa e organizza il menu, si prepara la cena, si organizzano i gruppi per “servire ai tavoli”.

Gli invitati sono tutti, anche coloro che sono più soli e che rischiano l’emarginazione. La serata scorre via in un clima di festa: una cena, con pietanze prelibate e preparate con cura, poi la tombola per condividere anche un momento di spensieratezza. Non ci sono soldi sul “piatto”, solo tanti giochi e premi in regalo per i vincitori. Giocano tutti, anche chi non ha denaro. E più d’uno torna a casa dopo aver vinto un premio!

Uno degli organizzatori della serata alla fine esclama: “ Io non ho mai fatto niente del genere”!

“Volevamo – conclude Angelo Barrotta – tendere la mano a dei fratelli meno fortunati di noi, regalando loro una serata diversa, e continuare con queste persone un rapporto per loro vitale in quanto fonte di speranza. Per noi è stata una serata di pura donazione verso gli ultimi”.

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