Terroristi? No, costruttori di pace

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Nella moschea di Ravenna una giornata insieme fra ragazzi cristiani e musulmani. Dallo scetticismo all’amicizia

“Bologna 2 – Savignano 1; Savignano 2 – Cesena 4”. Sembrano le parole di un arbitro durante un torneo di ping-pong. Invece, no. Questa volta siamo nella moschea di Ravenna. Ad arbitrare la partita è Mustapha Toumi dalla Tunisia. Il gioco è un quiz: si tratta di rispondere in modo corretto a domande sulla Bibbia e sul Corano, i testi sacri rispetti- vamente della religione cristiana e di quella musulmana.

Inizia così la nostra giornata. Una domenica mattina, quando fa freddo e vorresti stare a dormire sotto le coperte, non possiamo disdire il nostro appuntamento: i giovani musulmani ci hanno invitato, vogliono conoscerci, sapere come viviamo, cosa possiamo fare insieme.

Tutto era iniziato quando l’imam Mustapha Soufi, neopresidente della moschea, aveva participato ad un incontro di presentazione del Progetto Living Peace Internazionale a Savignano. Ascoltando le esperienze dei Ragazzi per l’unità, era rimasto entuasiasta e ha voluto che le raccontassimo anche ai loro giovani nella moschea.

Ci prepariamo per non fare gaffe: le ragazze si coprono tutte il capo con foulard o sciarpe, entriamo silenziosamente in moschea sapendo di entrare in un luogo sacro, ci togliamo le scarpe come ci viene indicato. Le ragazze sul lato destro, i ragazzi sul lato sinistro ci disponiamo in cerchio per iniziare il nostro gioco.

Una giornata intensa, dove impariamo a conoscere i tempi arabi, meno vorticosi rispetto ai nostri. Eppure, se le differenze ci balzano subito dinanzi agli occhi, è più vero che torniamo a casa con la consapevolezza che i nostri nuovi amici non sono poi così tanto diversi da noi, anzi loro come noi vogliono vivere e costruire un mondo più unito.

Fonte: parte dell’articolo apparso sulla rivista Teens 01/2017 p.14-15

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