Chi l’ha detto che gli adolescenti sono solo smartphone, piercing o pantaloni sdruciti?
Da ottobre scorso fino ad aprile di quest’anno, 500 studenti appartenenti a 20 classi dell’istituto Gramsci/Keynes, insieme ai loro insegnanti, si sono interessati alla legalità nell’ambito del progetto “La legalità del Noi”, promosso dal Prof. Giuseppe Consentino.
Gli studenti hanno dedicato un’ora al mese a parlare di legalità in un percorso scandito dalla visione di documentari significativi e dalla lettura di stralci tratti dal libro “La legalità del Noi” di Giuseppe Gatti, magistrato antimafia, e di Gianni Bianco, giornalista del TG3.
I ragazzi sono rimasti fortemente affascinati dalla ricchezza dei contenuti delle pagine del libro, la cui trama risulta costruita in maniera del tutto originale poiché riunisce insieme la forma del racconto a quella dell’intervista scavando sul senso profondo delle storie vissute direttamente o indirettamente dai suoi protagonisti.
Attraverso l’insegnamento etico e sociale di questo volume, i ragazzi hanno compreso che la legalità – per essere uno strumento di giustizia e non solo di potere – presuppone relazioni fondate sulla prossimità, sul riconoscimento degli altri, alla scoperta di un’ identità come risultato della relazione e dell’ incontro.
Ne è un esempio concreto la trasformazione dei rapporti tra i compagni delle classi che hanno preso parte al progetto. In alcuni casi, infatti, si sono manifestate nuove forme di inclusione nei confronti di alunni precedentemente emarginati e una maggiore consapevolezza dell’importanza del rispetto delle regole.
Tutti si sono adoperati nel fare brevi ricerche su alcune realtà negative (come il Caporalato, il racket, i comuni sciolti per mafia, le infiltrazioni mafiose, la corruzione) e su tante altre positive come l’associazione Libera di Don Ciotti, gli eroi antimafia come Falcone, Borsellino, Peppino Impastato, Don Pino Puglisi e le numerose vittime delle mafie, vicende come quella della Calcestruzzi Ericina o delle associazioni che si sono ribellate al racket delle cosche.
Alcune classi hanno visitato le terre confiscate alle mafie e poi, di ritorno dal loro viaggio in Sicilia, hanno raccontato in una conferenza stampa di aver toccato con mano gli effetti prodotti dalla mafia sul territorio e la società.
Hanno partecipato in 200 con grande entusiasmo alla marcia della legalità che si è svolta anche a Prato, il 21 marzo. Per l’occasione, gli alunni di una classe prima hanno lavorato alla realizzazione di uno striscione con la scritta: “Istituto Gramsci-Keynes – La legalità del Noi”. E nel ritrovarsi tutti insieme quelli dell’istituto e quelli delle altre scuole , in circa 3.000, a marciare uniti per lo stesso obiettivo, hanno scoperto di essere una forza.
Successivamente, ciascuna classe si è dedicata all’approfondimento di un aspetto del libro “La legalità del noi” da presentare, attraverso power point, filmati o domande, ai due autori del libro, il 7 di aprile.
Quel giorno da veri protagonisti di legalità, condotti da Alice e Greta, alunne della 3ee, in 400 hanno accolto il magistrato e il giornalista con uno striscione: “La mafia uccide, il silenzio pure. Quanto è forte il noi? “ e hanno introdotto i lavori prodotti con le seguenti parole:
“Noi giovani non siamo soltanto vittime della moda o del consumismo, spesso alienati dalle tecnologie. Noi non siamo solo quei giovani che seguono la moda dei jeans strappati o dei capelli con il ciuffo, prima di tutto vogliamo essere considerati una risorsa e assumerci le nostre responsabilità. Noi, a cui piace tanto stare in compagnia dei nostri smartphone e che ascoltiamo la musica ad alto volume e che solo in prossimità delle interrogazioni ci impegniamo nello studio, siamo assetati di rapporti, di rapporti autentici e oggi, che viviamo questo momento come un punto di arrivo, oltre che come un punto di partenza più cosciente, vogliamo farvi dono, cari Giuseppe e Gianni, delle nostre attività, riflessioni e domande. Forse non saranno il massimo ma di sicuro sono il frutto del nostro grande impegno per costruire insieme una comunità solidale. Nel contempo siamo anche pronti a rinunciare alle nostre presentazioni perché ci interessa ascoltare anche voi, e cioè le vostre parole, i vostri suggerimenti, la vostra esperienza, per essere sicuri di poter essere sia noi che voi un dono reciproco perché è nel donare a fondo perduto, nell’andare incontro all’altro semplicemente che si è la vera essenza dell’antimafia perché sai che l’altro è parte di te. GRAZIE!”
I ragazzi sono rimasti per tre ore di seguito, senza intervallo, incollati alle loro sedie ad ascoltarsi tra di loro e ad ascoltare le parole del Magistrato e del Giornalista. A conclusione hanno donato al Magistrato lo striscione con le firme di tutti gli studenti della scuola a suggello del loro impegno nel costruire un “NOI” sempre più grande.
Nel pomeriggio Gatti e Bianco hanno presentato il loro libro presso il “Centro La Pira” a un gruppo di fiorentini che sono rimasti profondamente impressionati. È intervenuto anche Don Bigalli, Presidente di Libera Toscana.