La terra non esilia

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Cambiamenti climatici, conflitti e migrazioni forzate:

il fenomeno degli ecoprofughi

Villaggio per la Terra, Galoppatoio di Villa Borghese Roma

25 aprile ore 11.00

Il nostro pianeta sta subendo in maniera sempre più chiara e veloce, un cambiamento non dovuto a fenomeni naturali. Gli effetti dei mutamenti climatici, come è noto, riguardano tutti. L’impatto, però, che hanno sui Paesi più poveri e sulle popolazioni più vulnerabili, è decisamente maggiore. Negli ultimi anni, proprio a causa di queste alterazioni e delle susseguenti drammatiche condizioni ambientali, sono aumentate le migrazioni forzate di intere fette di popolazioni nel mondo.

Non è certo facile quantificare il fenomeno degli esseri umani costretti a spostarsi a causa del cambiamento climatico. Secondo l’Internal Displacement Monitoring Agency, in ogni caso, gli individui oggi hanno il 60% di probabilità in più di essere forzati ad abbandonare la propria casa di quanto non ne avessero nel 1975. Si calcola poi che dal 2008 al 2014, oltre 157 milioni di persone abbiano dovuto spostarsi per eventi meteorologici estremi.

Le emergenze umanitarie causate da disastri naturali, molto spesso di naturale non hanno nulla. Un classico esempio è quanto sta avvenendo in Sud Sudan dove centinaia di migliaia di persone sono state colpite da carestia e oltre un milione costrette alla fuga nel periodo tra la fine del 2016 e inizio 2017. Come testimoniano molti fonti accreditate, alla base di tale fenomeno c’è l’impossibilità di allevatori, coltivatori, contadini, di occuparsi del bestiame e delle terre in quanto non accessibili per via del conflitto in corso tra truppe governative e ribelli, non per l’aridità del terreno.

Ci sono poi i casi del Delta del Niger dove a causa di sversamenti petroliferi dei pozzi gestiti da compagnie occidentali, intere fette di popolazione sono state costrette a lasciare le proprie case o sono morte; quelli legati al fenomeno del cosiddetto Land Grabbing (accaparramento della terra per interessi economici ad opera di Stati e multinazionali).

Esistono anche situazioni di conflitto, in apparenza estranee a motivi ambientali, che nascondono in realtà origini strettamente connesse ai cambiamenti climatici in atto.

Una drammatico caso è rappresentato dalla guerra in Siria. La crisi, nota come primavera siriana, esplode dopo quattro anni consecutivi di siccità che avevano trasformato i terreni agricoli in deserto e creato problemi gravissimi all’agricoltura e all’industria.

La ricorrenza della Giornata Mondiale della Terra 2017 offre l’occasione ideale per sollevare il dibattito su quanto siano indispensabili un cambiamento di mentalità globale, una coscientizzazione universale riguardo il tema dell’ambiente e una presa di posizione netta sulla questione dei profughi. L’approccio ormai indispensabile dovrà da un lato favorire in ogni modo misure atte a contenere eventi traumatici ambientali, dall’altro porsi il problema dell’accoglienza.

Earth Day Italia e il Movimento dei Focolari ritengono maturi i tempi per una riflessione seria sulle correlazioni tra disastri, eventi meteorologici estremi, sfruttamento della terra, cambiamenti climatici, guerre, e migrazioni forzate. Nella cornice della 5 giorni organizzata a Roma per festeggiare la Giornata Mondiale della Terra 2017, lanciano il  Forum LA TERRA NON ESILIA. Cambiamenti climatici, conflitti e Migrazioni Forzate: il fenomeno degli ecoprofughi, un primo momento di confronto tra varie realtà che si occupano a diverso titolo di ambiente e di migrazioni, nel tentativo di avviare una riflessione alla base di un percorso di sensibilizzazione e di azione.

“La battaglia per la conservazione dell’ambiente – ha dichiarato Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia – non avrebbe senso se non fosse primariamente una lotta per l’uomo, in particolare l’uomo più fragile, più a rischio, quello che subisce drammaticamente sulla propria pelle gli effetti dei cambiamenti climatici. La nostra organizzazione ha fortemente voluto porre all’attenzione di tutti il tema degli ecoprofughi e ribadire che il modo migliore per celebrare la Giornata Mondiale della Terra è avere coscienza dei rischi che stiamo correndo e intraprendere azioni concrete personali e comuni perché il mondo sia più vivibile, a partire dalle popolazioni più vulnerabili”.

“Il fenomeno degli ecoprofughi – afferma Antonia Testa, co-responsabile del Movimento dei Focolari di Roma – penso richiami da vicino quanto Papa Francesco esprime quando parla di “ecologia integrale”, cioè l’importanza di riportare al centro dell’attenzione la persona. Ci si prende davvero cura del creato, dell’ambiente, se ci si prende cura degli uomini e delle donne che lo abitano, se la loro dignità viene difesa e promossa, sei i loro diritti fondamentali vengono riconosciuti. Lavorare in questa direzione vuol dire lavorare per la pace e questo, direi, è il modo più alto, più nobile di custodire la nostra Terra”.

Interverranno:

Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia WWF

Elisa Nucci, responsabile progetti esteri COMI (Cooperazione per il Mondo in Via di Sviluppo)

Vincenzo Buonomo, docente di diritto internazionale presso la Pontificia Università Lateranense

Cecilia Dall’Oglio, European Programs Coordinator, Global Catholic Climate Movement

Alessandra Morelli, Delegata per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)

Lorenzo Ciccarese, Responsabile dell’Area protezione degli habitat e delle specie – ISPRA

Modera: Luca Attanasio, giornalista.

Uff. Stampa:

Luca Attanasio, attaluca@gmail.com  3397751996;

Elena Coppola, press@romainmariapoli.org 3392184423;

Alessandro De Carolis, decarolisale@gmail.com 3358356271

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