Evento conclusivo del progetto Famigliedicuore ad Ascoli
Chi è entrato in contatto da vicino con la realtà dell’adozione sa quanto sia arricchente l’esperienza che ogni famiglia adottiva genera nel contesto in cui vive. Anche per la scuola rappresenta senz’altro un’occasione di crescita, ma è anche una sfida. Lo rileva le “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni adotatti” pubblicate dal Miur nel 2014. Infatti all’essere adottato sono generalmente connessi alcuni fattori di rischio e di vulnerabilità che devono essere conosciuti e considerati.
Spesso bambini e ragazzi adottati internazionalmente arrivano in Italia nella maggioranza dei casi già in età scolare e si trovano a dover far fronte alla necessità di conoscere la nuova lingua, integrarsi nella nuova cultura e adattarsi ad un metodo di insegnamento diverso. Occorre dunque strutturare una metodologia di accoglienza scolastica di questi alunni ‘delicati’ la cui storia personale può influenzare il processo di apprendimento e la socializzazione. In questo modo sarà possibile garantire il benessere di questi ragazzi sin dal primo ingresso a scuola, premessa per una positiva esperienza scolastica negli anni a venire.
Con questa finalità hanno operato le varie proposte e iniziative formative svoltesi nell’arco degli ultimi due anni del progetto Famigliedicuore ad Ascoli che hanno suscitato un vasto interesse e la partecipazione di un centinaio di famiglie adottive e affidatarie sine die, amministratori, medici ed operatori e circa 700 insegnanti. Il progetto, promosso da Afnonlus e “Una famiglia per tutti” in collaborazione con la Fondazione Carisap, ha avuto tra i partner principali L’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche-Ufficio IV – Ambito territoriale per le province di Ascoli Piceno e Fermo. Realizzando una efficace azione sinergica sul territorio, ha inteso favorire il sostegno alle famiglie adottive, la diffusione della cultura adottiva e l’incontro tra la realtà della scuola e l’adozione attraverso tre piste di azione: fare sostegno-fare rete-fare cultura.
Un primo bilancio del progetto è emerso durante l’evento conclusivo aperto a tutta la comunità del territorio dal titolo “Ogni ostacolo una pedana di lancio! Percorsi di resilienza” presso l’auditorium Emidio Neroni della Fondazione Carisap in rua del Cassero di Ascoli Piceno (31 marzo – 1 aprile 2017).
Insegnanti, famiglie, operatori hanno approfondito il tema della vulnerabilità e della resilienza nel percorso adottivo, con un focus particolare sul ruolo delle famiglie e della scuola. La dott.ssa Roberta Bonelli rappresentante del Miur e la dott.ssa Simona Flammini responsabile dell’Ufficio Studi dell’Ufficio scolastico provinciale Marche hanno affrontato la tematica del rapporto scuola e adozione, esponendo i risultati di un censimento nelle scuole del territorio provinciale, mentre la dott.ssa Roberta Lombardi psicologa, psicoterapeuta e giudice onorario del Tribunale dei minorenni di Roma ha posto il focus sulle possibili fragilità dei ragazzi adottati e sulla capacità di resistere alle difficoltà e saper ricostruire la propria vita nonostante le difficoltà. Infine la dott.ssa Antonella Zecchini psicologa, psicoterapeuta, giudice onorario del Tribunale minorenni di Ancona ha presentato un report sull’esperienza del Tribunale dei Minorenni in materia di adozione con particolare rilievo al ruolo della rete sul territorio.
Presso l’Istituto tecnico agrario Celso Ulpiani di Ascoli si è svolto poi un secondo evento formativo dal titolo “Ogni ostacolo una pedana di lancio! Boing boing, boing… a scuola di resilienza”, conclusosi con una performance artistica e un’apericena finale. Attraverso una serie di laboratori di giornalismo, arte, sport, teatro, musica, magia, si è cercato di favorire la crescita della persona, aiutandola anche a superare i disagi e a favorire l’integrazione e i legami sociali.
Il percorso Famigliedicuore ha evidenziato come la specificità degli alunni adottati abbia sul territorio un impatto rilevante. E come sia fondamentale l’importanza formativa e il fare sistema tra quanti si occupano di adozione dal momento che questa costituisce un valore di crescita sociale e culturale del Paese.
Giovanna Pieroni