Occhi nuovi

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Nel giorno stesso della mia ordinazione sacerdotale ebbi i primi sintomi della futura cecità. Una tragedia! Per non essere di peso agli altri, reagii lanciandomi in un attivismo esasperato. Sempre più chiuso e cupo.

Cieco negli occhi, ma ancor più cieco dentro. Capivo che dovevo smettere di guardare al dolore come una punizione. Ma dove trovare la forza per accettare quella che era per me una menomazione? Quel blocco si sciolse a poco a poco grazie alla vicinanza di un amico prete e dei suoi amici laici. Una notte mi trovai a dire a Gesù: «Ci sto. Probabilmente è così che tu vuoi giungere fino a me».

Può sembrare strano, per un prete, ma fu allora che scelsi pienamente Dio. Dormii sereno come non mi capitava da tempo e il giorno dopo “ci vedevo” come se qualcuno mi avesse fatto un trapianto di cornee.

Capivo cosa significasse amare, e per mettermi subito a viverlo riassettai da me la ca- mera, quasi scandalizzando mia madre e mia sorella. Non avevo più paura, mi sentivo libero. Fu l’inizio di una vita diversa.

Don Raf

Fonte: Il Vangelo del giorno, n. 6 Giugno 2017, Città Nuova Editrice, pag. 38

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