Verso la metà degli anni ’70 entrai nella militanza politica rivoluzionaria sfociata in sanguinosi atti di terrorismo. Avevo 20 anni. In seguito però mi dissociai dalla lotta armata e dopo un anno di tormenti interiori accolsi il mio arresto come una liberazione. Assumendomi tutte le mie responsabilità, collaborai con la giustizia per fermare la mano assassina degli ex compagni.
Poi trascorsi quasi tre anni, alternando il carcere alle caserme dei carabinieri. Accelerò il cammino di fede iniziato il perdono ricevuto dal fratello di una nostra vittima. Una volta ottenuti gli arresti domiciliari, ebbi modo di entrare nella sua comunità religiosa insieme ad un altro mio compagno.
Per quasi due anni venimmo accolti come fratelli, malgrado il rischio di rappresaglie da parte dei terroristi ancora a piede libero. In un clima protetto, ripresi gli studi universitari e ricostruii a poco a poco il mio rapporto con Dio, ricevendo forza per affrontare la vita con speranza e superare i momenti più bui.
Un dissociato delle Br – Italia
Fonte: Il Vangelo del giorno, n. 6 Giugno 2017, Città Nuova Editrice, pag. 148