Trecastagni, asilo nido intitolato a Chiara Lubich

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Aria di festa all’asilo nido comunale di Trecastagni (CT) giovedì 15 giugno. Davanti all’ingresso principale un nastro è pronto per essere tagliato; vivaci festoni legano un albero all’altro nel giardino; in alto, sulla facciata illuminata dal sole, una foto di Chiara Lubich è inserita all’interno di un coloratissimo murale: bambini di diversi continenti giocano in grande armonia sotto una grande bandiera arcobaleno.

Nel caldo pomeriggio arrivano alla spicciolata circa cento persone: genitori dei bambini che usufruiscono della struttura, educatori, insegnanti, rappresentanti del mondo politico ed ecclesiale, persone interessate provenienti anche da altre località.

Oltre al sindaco, Giovanni Barbagallo, sono presenti tre assessori e sette consiglieri, di maggioranza e opposizione.

Arriva anche don Alfio Torrisi, parroco del Santuario dei SS Martiri Alfio Filadelfo e Cirino. “Questa sera – comunicherà ai presenti – si sta realizzando parte di un sogno condiviso con un gruppo di giovani nei primi anni ’70. Sognavamo che nascesse a Trecastagni ‘qualcosa’ per sviluppare l’ideale di unità proposto da Chiara Lubich. Qualche tempo dopo abbiamo visto nascere il Centro Mariapoli, che tante persone ha formato a questo stile di vita, l’anno scorso l’adesione di Trecastagni all’Associazione ‘Città per la Fraternità’, oggi l’intitolazione a Chiara dell’asilo nido… Continuiamo a sognare che Trecastagni diventi un unico focolare”.

Presente anche don Antonello Russo, amministratore della Chiesa Madre. Sottolineerà quanto sia significativo intitolare un luogo che si prende cura dei più piccoli proprio a Chiara Lubich, che tanto si è spesa per la realizzazione della fraternità universale.

La cerimonia inizia con il taglio del nastro da parte del sindaco e un giro per i locali, recentemente ristrutturati e arricchiti di nuovi arredi; poi tutti in giardino, dove è la coordinatrice Angela Grasso a fare gli onori di casa. Da quando si è aperto l’asilo – oltre 35 anni fa! – lavora qui: per questo lo sente suo in modo speciale e si spende quotidianamente, in sintonia con le maestre e con tutto il personale, perché i piccoli siano trattati con grandissimo amore. Ritornando indietro nel tempo ricorda che da ragazza ha frequentato anche lei il Movimento dei Focolari ed esprime piacere per l’intitolazione a Chiara.

Il sindaco nel suo intervento sottolinea, tra l’altro, che la scelta di intitolare l’asilo a Chiara Lubich non è occasionale, ma si aggancia ad un’idea di città e ad un percorso condiviso da tanti e continua e rafforza l’adesione di Trecastagni all’Associazione “Città per la Fraternità”.

Viene poi presentata la figura di Chiara. In particolare, Adriana Monte mette in rilievo la sua esperienza di maestra e i cardini fondamentali della sua profetica visione educativa, condivisa nel tempo da migliaia di educatori in tutto il mondo.

Nel momento finale, che tocca e coinvolge tutti i presenti calamitando in modo speciale l’attenzione dei più piccoli, alcuni gen 4 cantano e mimano “Il dado dell’amore” dopo che Chiara in un breve video ne ha spiegato il significato. Nella loro spontaneità e genuinità, i bambini appaiono testimoni limpidi e credibili dell’“arte di amare” proposta da Chiara: amare tutti, amare per primi, amare l’altro come sé, amare Gesù nell’altro, amare il nemico, amarsi a vicenda”.

“Non mi sembra un caso” – commenta Susi Costanzo, del focolare di Trecastagni – che Chiara si faccia strada attraverso i piccoli; ci vedo dietro la Parola di Gesù ‘Lasciate che i piccoli vengano a me’. E’ come se Lui ci volesse proprio dire che sarà attraverso le nuove generazioni che si farà strada”.

La festa continua con un rinfresco: a gruppetti in giardino e in vari angoli dell’asilo ci si ferma ancora a lungo a parlare, ad intrecciare rapporti, approfondendo la conoscenza reciproca in un clima semplice di famiglia.

Tra i presenti anche il giornalista Giuseppe Petralia. Nel suo articolo su “La Sicilia”del 17/06/17  metterà in luce, tra l’altro, la proposta educativa di Chiara Lubich “definita come una vera e propria ‘pedagogia di comunione’ finalizzata alla diffusione della cultura del dare, della pace e dell’unione fra i popoli, in un costante incontro con l’alterità che caratterizza ancora oggi l’azione dei focolarini”.

L’evento del 15 giugno lascia un segno anche in tanti che da tempo hanno aderito alla proposta di Chiara di vivere per costruire la fraternità nel territorio: rinnovato impegno ad essere testimoni autentici e coerenti di unità negli ambienti di vita e di lavoro; amore più attento e cura preferenziale dei più piccoli.  Se è vero che – come dice un bellissimo proverbio africano – “per far crescere un bambino ci vuole un villaggio”, occorre la vita  e l’esempio di un’intera comunità per passare alle nuove generazioni il “testimone” della fraternità.

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TRECASTAGNI, UNA TAPPA NEL PERCORSO DI FRATERNITÀ: L’ASILO NIDO COMUNALE INTITOLATO A CHIARA LUBICH

Al sindaco Giovanni Barbagallo abbiamo chiesto:

L’asilo nido di Trecastagni è il primo in Sicilia che viene intitolato a Chiara Lubich. Come è nata l’dea?

 Un giorno mi è capitato tra le mani un libretto quadrato “Chiara ai gen 4”. Mi ha colpito l’attenzione di Chiara verso i più piccoli, che lei paragona alle “gemmoline di un albero”. Se non ci sono le gemmoline – lei stessa spiega ai bambini – è impossibile che vengano fuori le foglioline, i fiori, i frutti. Mi è sembrato importante guardare alla vita che nasce, partire con semplicità dai più piccoli.

Ho pensato anche all’aspetto educativo che Chiara ha vissuto costantemente nell’arco della sua vita e anche al legame che lei ha con la storia del nostro paese, dove tante persone sono state permeate dalla spiritualità dell’unità. Da qui la proposta di intitolare a lei l’asilo nido comunale e la delibera della giunta, che l’ha subito condivisa.

Dal momento della delibera sono passati circa due anni e mezzo. Come mai?

Anzitutto era necessaria una ristrutturazione dell’edificio, che è stata possibile grazie ai finanziamenti ottenuti recentemente; c’è stata, però, anche una ragione più sostanziale: occorreva tempo perché maturasse un percorso condiviso all’interno di tutto il consiglio comunale. Alcune tappe importanti sono state la partecipazione  all’evento del 12/3/15 a Montecitorio “Chiara Lubich – l’unità e la politica”, al quale siamo stati presenti in 10 da Trecastagni, tra cui consiglieri di maggioranza e di opposizione; poi, nel giugno 2016 l’adesione all’Associazione “Città per la Fraternità”, condivisa all’unanimità da tutto il consiglio comunale e, non ultimo, il dialogo costruttivo tra l’Amministrazione e le  molteplici realtà associative presenti nel territorio.

In che modo Chiara Lubich può essere punto di riferimento per un politico nella sfida quotidiana a costruire la fraternità?

 Realizzare la fraternità non è sempre facile. Chiara ci insegna a ricominciare sempre: come politici abbiamo un motivo in più, rispetto agli altri, per ricominciare  ogni giorno; non siamo in consiglio comunale o in parlamento per noi stessi, ma per gli altri, per il bene comune. Occorre recuperare la gratuità del dono nel nostro agire. La cultura del dare e dell’unità, che è alla base degli insegnamenti di Chiara Lubich, ci aiuta a risolvere i problemi che causano le divisioni, a riconoscere che l’altro può avere ragione, a fare il primo passo. Chi fa il primo passo accorcia le distanze, cambia la prospettiva, va al di là delle parti e supera i vecchi schemi. L’altro in politica non è il nemico, può diventarlo se lo vogliamo,  ma, prima di tutto è colui del quale ho bisogno perché la mia idea si realizza solo insieme alla sua.

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