Sono arrivati in nove da Varsavia in aereo fino a Orio al Serio, e da lì tra treno e biciclette, sotto il sole cocente d’agosto, hanno toccato alcune tappe di un percorso che s’è concluso nella cittadella di Loppiano in Toscana. Un sogno maturato durante la Giornata mondiale della gioventù del 2016 che si era svolta a Cracovia, quello di conoscere alcuni dei loro coetanei che già hanno raggiunto il paradiso.
Allora eccoli nella terra di Piergiorgio Frassati prima a Pollone paese d’origine della famiglia e poi a Torino. «Desideravo moltissimo conoscere questo giovane, racconta Janek, sono stato affascinato dal suo modo di vivere. E’ un santo che sento vicino alla mia vita. Aver visitato i posti dove è vissuto mi ha arricchito spiritualmente».
Janek ha ancora negli occhi quei luoghi e raccontando di Piergiorgio quasi rivive la stessa esperienza. C’è tanto entusiasmo nel gruppo. Entusiasmo frizzante, tipico di ventenni alla ricerca di ciò che più conta per la loro vita. Juliusz, Anna, Kacper, Joanna, Anna, Alina, Jan, Anna e don Tomasz. Tutti in bici nella terra piemontese di Frassati e poi di don Bosco.
Torino terra di santi sociali «che ci hanno insegnato ad essere attenti alle esigenze dei più dimenticati dalla società». Una nuova tappa li attente attraversati gli appennini eccoli a Sassello nella terra della Beata Chiara Luce Badano. E’ buio tutt’intorno, quando a mezzanotte il gruppo celebra la messa sulla tomba di Chiara Luce. C’è un grande silenzio e tante candele accese quanti sono i volti illuminati dalle fiammelle.
E’ un momento di forte intensità spirituale e di altrettanta intimità con Chiara Luce. «l’ho sentita accano a ciascuno di noi, era lì in questa festa interminabile. E’ stato uno di quei momenti che vorresti fermare nel tempo. Che vorresti non terminassero mai dice con le lacrime agli occhi Joanna». E ancora il giorno seguente durante il bellissimo incontro con i genitori di Chiara in quella che è stata la sua stanzetta «dove Maria Teresa ci ha fatto rivivere quei momenti preziosi di intimità profonda con l’Eterno».
E poi di nuovo bici apedalare attraverso le colline che portano a Genova. Altra tappa: qui l’incontro con Alberto Michelotti e Carlo Grisolia, servi di Dio dei quali è in corso il processo per la causa di beatificazione e canonizzazione. Di loro parlano Bruno e Gabriele compagni di gioventù. «Un altro momento forte, importante per tutti noi dice, Kacper, tutte queste figure della nostra età che hanno dato un forte senso alle loro vite e che ora sono di esempio e noi siamo felici di poter conoscere le loro storie. Ci sono di aiuto e in tanti momenti di difficoltà torneranno nella nostre menti e ci aiuteranno ad andare avanti spediti».
Sulle colline liguri si sale e si scende, momenti di fatica di sforzo e poi momenti di distensione. Non c’è fatica, quando in discesa la bici va da sola. «E’ come nella vita, ci sono momenti dove si fatica di più, ma se si è coerenti poi ti accorgi che passata la fatica, procedi con più sicurezza. Queste strade, queste pedalate ci stanno insegnando a non arrenderci». Racconta Anna. «E’ un gruppo molto diverso, ma tra tutti c’è un legame bellissimo.
Ci si vuole davvero bene e questo viaggio ci ha maggiormente uniti tra noi. Siamo molto cresciuti nei rapporti e nella reciprocità». Precisa don Tomasz. «Andare avanti insieme, pedalare insieme aiutandoci, aspettandoci e poi ripartire in gruppo. E l’insegnamento di questa vacanza. Da soli ci si scoraggia, si abbandonano i piedi dai pedali, ci si ferma. Insieme anche se magari più lenti si procede. Ci si sostiene ed incoraggia. E’ bello non procedere da soli».
Silvano Gianti