“È proprio vero: siamo noi i veri beati”

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In occasione della giornata mondiale dei poveri, il 19 novembre 2017, varie iniziative sono state svolte in Italia. Vediamo nel dettaglio le esperienze delle varie comunità della Calabria.

A Cosenza si è deciso di passare una giornata insieme ai 15 ragazzi minori non accompagnati ospiti presso la “Casa di Ismaele”, un centro di accoglienza gestito da diversi membri della comunità.

Ci si è trovati in un agriturismo in 60 persone: famiglie, operatori e ragazzi. Scrivono Enzo e Rita: “I ragazzi hanno indossato il vestito più bello che avevano, abbiamo vissuto un’esperienza straordinaria, eravamo un’unica famiglia, anche con i proprietari dell’agriturismo, tutti nella gioia, nella condivisione.” Dopo il pranzo, offerto dalla comunità, i ragazzi hanno offerto i loro talenti espressi con balli, danze, musiche, canti tipici dei loro paesi. “È stata una vera festa; ci sembra di aver donato tanto amore, ma altrettanto lo abbiamo ricevuto”.

Significativa anche l’esperienza a Sersale (CZ): “Qualcuno di noi conosceva una Signora che era nel bisogno ed era stata aiutata nel pagamento di alcune bollette. Con l’arrivo dell’inverno si era capito che non poteva comprare la legna per riscaldarsi. Abbiamo perciò deciso di raccogliere dei soldi, ognuno per come poteva, ed abbiamo comprato della legna per lei. Il signore che gliel’ha portata, saputo il motivo, ha voluto partecipare anche lui.”

A Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria si è collaborato con altre realtà per dare pasti caldi a coloro che ne hanno bisogno.

A Vibo Valentia, il responsabile della mensa settimanale per i poveri si è espresso nei confronti dei ragazzi dei focolari, scrivendo che “la loro presenza è stata una piacevole sorpresa che ha suscitato tanta ammirazione per questo tipo di disponibilità, fortemente esemplare e formativa”.

A Reggio Calabria la comunità del Movimento ha collaborato insieme ad altre realtà ecclesiali all’iniziativa della diocesi: durante la sera, all’interno del Duomo sono stati accolti gli ospiti con canti e musica e davanti alla chiesa è stata loro offerta la cena.

A Catanzaro, si è deciso di partecipare ad una mensa che si tiene in una parrocchia. Il pranzo è stato curato nei dettagli, guardando al menù con molta attenzione e tenendo conto che tra gli ospiti erano presenti anche dei musulmani.

Durante il pranzo, non ci si è limitati solo a servire i pasti, ma si è anche mangiato tutti insieme. A detta del parroco, gli ospiti di solito vanno subito via. Questa volta, però, non è stato così: si sono instaurati dei veri rapporti di amicizia.

Scrivono i nostri: “Abbiamo conosciuto famiglie italiane e straniere, creando vari rapporti: con Steven, un ragazzo nigeriano, che ha studiato nel suo paese e parla bene anche l’inglese, così l’abbiamo ingaggiato come futuro nostro “professore” di inglese; con un uomo bulgaro che abbiamo capito è senza casa; con un italiano, caduto in miseria assoluta perché disoccupato e con famiglia; ci ha detto di sentirsi a proprio agio, tanto da confidarci non solo la miseria in cui versava, ma anche qualcosa della sua anima.”

Scrive ancora Graziella: “Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo quando ero alla ricerca ed ho incontrato l’Ideale del Movimento dei Focolari. Ieri la conferma. Gesù c’è… sta a noi starGli accanto!”

Numerosissime saranno state, in Calabria, anche le altre attività da parte di tutta la chiesa verso quella parte di Calabria meno evidente, meno ricca, più bisognosa. Ma come ha scritto Papa Francesco in occasione della giornata, “non pensiamo ai poveri solo come destinatari di una buona pratica di volontariato da fare una volta alla settimana, o tanto meno di gesti estemporanei di buona volontà per mettere in pace la coscienza. Queste esperienze, pur valide e utili a sensibilizzare alle necessità di tanti fratelli e alle ingiustizie che spesso ne sono causa, dovrebbero introdurre ad un vero incontro con i poveri e dare luogo ad una condivisione che diventi stile di vita.”

Iniziative, queste, che vanno oltre il volontariato, che contribuiscono a trasformare in famiglie le città in cui viviamo. Come ha detto dopo il pranzo l’italiano incontrato a Catanzaro, “è proprio vero, siamo noi i veri beati.”

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