Dal 2015, a motivo della chiusura delle frontiere francesi, Ventimiglia diventa uno dei luoghi in cui la tristissima pagina di storia che vive l’Europa ti trovi a sentirla quotidianamente sulla tua pelle e non puoi non scegliere. 15.000 passaggi di migranti il primo anno, 18.000 il secondo: la cittadinanza è divisa, arrivano le ordinanze delle autorità che vietano di distribuire cibo e vestiti. Anche all’interno della nostra comunità ci sono posizioni diverse, ma il desiderio di essere agenti di unità porta a confrontarsi, ad agire:
“Siamo andati a cercare le persone ad una ad una per informarle di quanto stava accadendo in città, convinti che in questa comunicazione/informazione personale avremmo messo in moto l’amore. Abbiamo chiesto ad ognuno cose concrete: tu puoi domani preparare una zuppa? tu puoi offrire 5 euro per una ricarica telefonica? hai scarpe che non metti più? molte resistenze sono crollate…c’era stato infatti un momento in città in cui le persone si evitavano, sui social tanti insulti e aggressività verso chi “aiutava i migranti”, imbarazzo nell’ascensore”.
Emergono le ragioni della fratellanza che sono “prepolitiche, pregiuridiche, prereligiose”.
“Al centro di accoglienza delle Gianchette due volte alla settimana abbiamo sostenuto la mensa con un’affluenza che poteva variare dalle 30 alle 300 persone. Un’esperienza di rapporti meravigliosi, di provvidenza, di continua gioia, che non si limita alla distribuzione di cibo”. Si è attivata la collaborazione con le comunità francesi di Nizza e Marsiglia che arrivano puntuali ogni settimana a dare una mano.
Ora il centro è stato chiuso e si assiste al dramma di un’accoglienza negata. “Continuiamo due volte a settimana a preparare 250 pasti e oltre, secondo le necessità, fidandoci della condivisioni fra tanti. Qualcosa dentro di noi ormai è cambiato, non siamo più quelli di prima, non possiamo più sottrarci allo sguardo dell’altro, alla responsabilità. E’ impossibile far finta di non sapere quello che accade, non pensare a quei volti, a quelle mamme, a chi di notte tenta la fortuna tra strade di montagne e binari del treno. E’ impossibile quando hai sperimentato il dono che è l’altro per te, proprio quando sembra mancare di tutto ha un mondo – il suo mondo – da offrirti”.
Da alcune regioni d’Italia è stato chiesto come contribuire a quest’azione della Comunità di Ventimiglia. Ecco la loro risposta:
Cibi-amo-ci
Vuoi nutrire amore fraterno? Aiutaci a sfamare circa 200 persone al giorno organizzando un’attività nella tua zona, nella tua comunità, per raccogliere fondi che ci permetteranno di fare la spesa e cucinare per i nostri fratelli migranti. Puoi anche raccogliere cellulari, smartphone ancora funzionanti e carte ricaricabili lycamobile per permettere la comunicazione con i propri cari a chi è in viaggio.
Se poi vuoi condividere con noi la gioia del dono: ti aspettiamo a Ventimiglia il sabato mattina per cucinare con noi e distribuire il cibo, i vestiti e tutto quanto raccolto. Ospitalità, sole e mare garantiti. Se poi hai tra le tue risorse il tempo, vieni anche per una settimana, un mese… vitto e alloggio offerti in cambio del servizio pasti in Caritas.
Per informazioni: Carla Beltrame 371.1443018 – Piera e Lorenzo Palmero 345.4383618 – Paola e Giampaolo De Lucia 366.9724460