Da tempo dovrei andare a trovare una persona anziana, la cui nuora mi ha sollecitato; vinco una resistenza interna e mi lancio, anche il cane non si presenta al cancello ed entro tranquillo. Dico parole vere di conforto e di fede, sento un’atmosfera pienamente umana e divina.
Nel ritorno passo davanti a una casa dove i genitori si sono separati e che non vedo da tempo. Toh! sono in giardino, mi fermo, scendo dalla macchina, mi salutano, ma non è la famiglia che conoscevo: sono una coppia giovane che abita qui da qualche mese, loro mi conoscono perché mi vedono in chiesa, ma stanno in fondo.
Dopo breve presentazione vado subito al sodo. “C’è Gesù nella vostra famiglia?”. Accenno poi alla parola della domenica da vivere, mi ascoltano e ci lasciamo felici. Nel frattempo ho visto che nella villetta accanto è entrata una macchina, ci sono due figli piccoli, avevo incontrato i genitori per il battesimo. Vado o non vado? Seguo l’ispirazione, mi lancio.
Breve incontro in cui verifico che non ricevono per email la “Parola di Vita” mensile che mando anche a loro. Faccio un giochetto per un minuto al bambino più piccolo e ci salutiamo cordialmente, sono già passate le 12.00; però qui vicino c’è un’ammalata che l’altro ieri non ho trovato all’ospedale, come starà?
Il marito è molto addolorato perché è una malattia molto seria e piange. Li trovo, lei è a letto. Parliamo e posso dirle di offrire la sua sofferenza a Gesù. Alla fine il marito mi fa un’offerta di 50 euro e gli dico che celebrerò messe per loro. Risalgo in macchina per tornare a casa, ma vedo poco dopo in giardino un uomo che era del consiglio affari economici, non lo vedo da tempo, non riesco andare da sua madre ultranovantenne che al telefono non risponde mai perché sorda, fermo la macchina e lo saluto.
Mi invita ad entrare, a sedermi, parliamo mentre mi propongo di alzare bene la voce per amore della mamma a cui, alla fine posso promettere che porterò Gesù Eucaristia (non ero mai riuscito prima). Ma il figlio mi ha parlato di sua zia, anche lei ultranovantenne che non sta bene, prometto che la andrò a trovare. Salgo in macchina, è già la una: vado o non vado? Magari stanno mangiando.
Rischio e giro la macchina. Mi riceve contenta, la sento sollevata. È la una e dieci, ma qui vicino c’è un uomo intelligente, che si interessa di energia fotovoltaica e ha dei brevetti speciali. È tribolato perché due clienti non l’hanno pagato ed è sotto di 100.000 euro che cerca di saldare col suo lavoro. Ha fede, prega, mi chiede di pregare per il progetto che ha tra mano e cerca finanziamento. Terminiamo con una Ave Maria insieme.
Sono le 13.40, il sole splende fuori e dentro, sono contento di aver seguito “quella voce” non solo nel rischiare ma anche nel parlare di Gesù. È forse questa “la Chiesa in uscita”?
Un parroco