Stamattina intorno alle 9.00 esco a passeggio con il cane e, come in tante altre circostanze, nel tentativo di imboccare una strada trovo lo scivolo per disabili occupato da un fuoristrada.
So che in un altro lato c’è un’altro scivolo e così vado da quella parte, ma anche qui c’è una macchina che ne impedisce il passaggio.
Non mi rimane che tornare indietro al punto di partenza, ma penso anche che sia giusto rappresentare il disagio che questi signori hanno creato e cosi mi decido a lasciare sul parabrezza di queste vetture un piccolo bigliettino che ho predisposto già da tempo e che mi porto dietro, dove invito appunto a non occupare gli scivoli per disabili.
Verso le 17.00 esco per un’altra passeggiatina quando mi si accosta un fuoristrada al cui interno, un giovanotto di circa una trentina d’anni, mi chiede se ero stato io a lasciare il bigliettino e ad avergli imbrattato la macchina tempo addietro.
Io gli rispondo che il bigliettino era certamente il mio, dell’imbrattamento alla macchina non ne avevo idea e che comunque lui avrebbe fatto semplicemente il suo dovere se non avesse più occupato gli scivoli.
La sua reazione è stata semplicemente minacciosa dicendo che non ci sono abbastanza parcheggi per le macchione che se scopriva che ad imbrattargli la macchina ero stato io mi avrebbe fatto non si sa bene che cosa.
A questo punto anche a me il sangue ha cominciato a scorrere velocemente alla testa: ma come non solo questo mi ha creato un disagio ma pensa pure di avere ragione?
Allora gli risposto con tono altrettanto che forse chi gli ha imbrattato la macchina era semplicemente esacerbato dal fatto di dover subire continuamente disagi e che se avessi trovato un’altra volta la sua macchina davanti ad uno scivolo, probabilmente non mi sarei limitato a mettere un bigliettino.
Comunque, il clacson del le macchine che nel frattempo si erano accodate ha interrotto la conversazione e così ciascuno se ne è andato per la sua strada.
In me è rimasta una sensazione di rabbia e di sconcerto anche per il fatto di non aver saputo tenere a freno la mia rabbia e cosi, strada facendo mi sono messo a dire il rosario chiedendo a Maria di darmi la grazia di saper essere più mite visto che di situazioni del genere me ne potranno succedere ancora tante in futuro.
Quando sto iniziando l’ultimo mistero glorioso mi trovo a all’ingresso al parco e un ragazzo mi si fa incontro farfugliando qualcosa che non riesco a capire subito.
Mi fermo e il ragazzo mi dice: “Ciao, mi chiamo Filippo e vorrei parlare un attimo con te con calma”.
Io rispondo: “Volentieri, ma di che cosa?”
E lui: “Ma non mi riconosci? Sono quello del fuoristrada di prima e volevo chiederti scusa per come ti ho aggredito, ero già fuori di me per aver litigato con la ragazza, e me la sono presa con te”.
Beh! Siamo stati 10 minuti a parlare, ci siamo lasciati con l’impegno di ritrovarci ed approfondire la nostra conoscenza.
Bella questa esperienza mi ha interrogato sul mio dover essere con le persone che mi sono vicine. Grazie
bello bravissimo!! la prossima volta … chiama anche il carro attrezzi del comune. e fallo multare. i diritti sono diritti. non per te (solo) ma per noi, per tutte le persone con disabilità che magari non hanno la forza di far valere il minimo rispetto. dobbiamo creare anche una cultura giuridica del rispetto, facendo rispettare le regole.
Ciao, sono Angelica per anni ho lottato per la mia mamma disabile e non sempre si trovano persone che ci chiedono scusa per aver occupato il posto.Comunque la tua esperienza è molto bella. Anche se la mia mamma è in Paradiso io continuo la difesa dei diritti di tutti i disabili con biglietti e altro perché devono capire l’importanza della persona .