Attivissima prontezza ai bisogni di una sconosciuta

Sono felice di condividere questa esperienza che ho vissuto nella luce della Parola di vita di dicembre 2017 e del commento che ne ha fatto Chiara Lubich. In particolare mi sono state di luce queste sue parole:

“Accogli dunque in te la sua Parola. E con attivissima prontezza mettila in pratica, momento per il momento. Se così farai, il mondo rivedrà Cristo passare per le vie delle nostre moderne città, Cristo in te, vestito come tutti, che lavora negli uffici, nelle scuole nei più vari ambienti, in mezzo a tutti”. (C.Lubich, Non perdere l’occasione, Città Nuova, 25 1981)

Sabato 16 dicembre parto da casa con una lunga lista di cose da fare. Manca una settimana a Natale e ho la casa da sistemare, il bucato da stirare, la spesa da fare, non mancano gli acquisti di qualche pensiero/regalo per amici e poi la benzina: “oggi assolutamente devo fare il pieno” Mi reco quindi al distributore del paese.

Alla cassa mi fermo con i gestori per scambiare “due battute” e gli auguri di Natale. Erano già le undici passate. “Quanto è tardi – penso – devo ancora comprare la carne per il ragù”. Avevo infatti promesso una teglia di lasagne per il giorno dopo alle ragazze Gen3 del Movimento dei Focolar.

Uscendo dal distributore noto, accostato sul marciapiede, un camion. L’autista, una donna, disperatamente cerca di farsi capire. Doveva esser successo qualcosa di grave! Alcune parti del carico che trasportava si erano inclinate, il portone posteriore si era aperto e tutto il rimorchio pendeva verso la corsia. La signora era pallida, tremava. Guardo la targa: Repubblica Ceca. Provo a parlarle in inglese, ma lei non lo capisce. Niente anche in altre lingue. Parlava soltanto il ceco … Mi viene alla mente la Parola “Eccomi, sono la serva del Signore”.

“Metti un triangolo di segnalazione” le dico, facendo un disegno con le mani in aria per farmi intendere. Quel camion in mezzo alla corsia era un grave pericolo! Ma la signora è troppo agitata e da sola non riesce a far nulla. Il carico consiste in macchinari usati, tra i 400 e i 1500 kg. Non è possibile raddrizzarli a mano.

Penso che sarebbe meglio se si muovesse verso il parcheggio, lì vicino a circa 100 metri, e attendere i soccorsi senza pericolo. Ma Lei non può saperlo, se è la prima volta che attraversa il nostro paesino.

Le dico: “Signora, venga con me, le faccio vedere un parking”. Fortunatamente capisce e la accompagno con la mia macchina, standole dietro con le mie 4 frecce lampeggianti. Poi lei mi dice “Děkuji vám moc, tebe ar jeden Pozlacený žena” (Grazie mille, sei una donna d’oro).

La lascio nel parcheggio e corro alla spesa. Sono stanca. Sempre di corsa, sempre di corsa. Quando mi riposerò? Al supermercato però il mio pensiero torna sull’accaduto. Cosa può fare un camionista in queste situazioni, in un piccolo paese, con il freddo a -8°C? Mi viene in mente una ditta di commercio/smaltimento rifiuti nel paese proprio sopra al mio. Hanno dei camion con le gru … forse potrebbero aiutarla. Vado in sede, da loro, ma è sabato e trovo chiuso.

Chiamo un amico, anche lui camionista. “Ciao Zibi, come va?”
Lui mi racconta: “Sto tornando da un viaggio in Germania. Non mi hanno voluto “scaricare” venerdì. Ho lasciato il camion lì, ci dovrò tornare lunedì! Sono stanco morto, non vedo l’ora di tonare a casa, ci vorranno ancora 2/3 ore, brr … troverò la mia casa gelida, ho lasciato il riscaldamento spento. Tra un po’ è Natale e ho ancora tanti preparativi da concludere …”.

Non lo lascio finire: “Sai Zibi, volevo chiederti un consiglio. Chi si può chiamare qui nella zona per aiutare un camionista a raddrizzare un carico pesante, che si è inclinato sul rimorchio? Ti è mai capitato di affrontare la situazione del genere? Cosa si può fare?”

E lui deciso: “No, Lei non può proseguire il viaggio, si ribalterà sui prossimi tornanti!”.
La Parola di vita continua a venirmi in mente. E anche lui sembra partecipare al mio amore per quella signora: “Arrivo sul posto tra un’ora. Dille di attendere nella parcheggio. Sto arrivando!”

Fatta la spesa, torno a casa e preparo il pranzo per la mia famiglia. Il mio pensiero correva alla signora al freddo nella piazzola … Chissà da quante ore o giorni è in viaggio? Un piatto di pasta e una insalata la tirerà su con il morale! “Ragazzi vado dalla signora a portarle un pasto caldo!” E loro: “Mamma, possiamo venire con te?” Tutti lasciano il cibo sul tavolo per seguirmi nel parcheggio.

La signora ci accoglie in lacrime. Intanto che lei si gusta un semplice piatto di pasta i miei ragazzi curiosano attorno al rimorchio. Chiacchierando in tutte le lingue conosciute finalmente la tensione cala. E arriva pure Zibi! Che si fa? Spostare il camion? Agganciare il carico agli alberi e con i crick a mano cercare di far leva? Idee, idee … un vero brain storming! Con le forze umane non si poteva far nulla, ci voleva un muletto elevatore!

Al mio amico viene un’idea: “Anni fa lavoravo nella zona per una ditta di trasporti. Forse loro potrebbero conoscere chi chiamare. Se no, ora che organizzano il soccorso dalla Repubblica Ceca, verrà Capodanno! Provo a chiamarli! … Ciao Tino, sono Zibi, ti ricordi di me? … Sono qui nel parcheggio di fronte alle Terme. A una camionista ceca si è inclinato il carico pesante sul rimorchio. Da soli non riusciamo a far niente …”

Dall’altra parte rispondono: “Devo andare a Riva, manca poco a Natale, mi sta aspettando gente … porto materiale urgente per la baita che mi stanno rifacendo …”
Mi risuona in cuore la Parola di vita e all’improvviso la situazione cambia: la moglie di Tino dice “Dacci un’ora, devo riorganizzare il pomeriggio. Aspettami. Sono lì tra un po’! Dov’è parcheggiato il camion?”.

Il signor Tino, arriva in meno di mezz’ora. Insieme si decide di portare il camion in sede.
La signora viene a casa mia e si rilassa completamente con una doccia calda. Non solo. Mi aiuta a fare il ragù e le lasagne per le gen3. Passiamo una gradevole serata chiacchierando con l’ausilio delle nuove tecnologie.

La mattina seguente, dopo la colazione condivisa, Silvana si offre – un altro “Eccomi…” – ad accompagnare i miei figli a Messa a Santa Croce. Proprio quella domenica c’era la “Messa dei ragazzi” e non potevano mancare i miei. Io accompagno Pavla a Campo dove il titolare della ditta di trasporti stava già finendo di riposizionare tutta la merce sul rimorchio, lavorandoci da più di due ore senza chiedere un centesimo!

Ancora un lieto pranzo di lasagne, un dessert, due risate … Zibi si offre di far vedere a Pavla i mercatini di Natale. La mattina seguente, Pavla riparte con il suo camion per completare il viaggio e in tempo arrivare a casa sua e festeggiare il Natale con i suoi cari.

Tutti insieme abbiamo vissuto una attivissima prontezza ai bisogni di una sconosciuta.
Mettendo da parte i nostri “io”, i nostri programmi, le nostre corse quotidiane … abbiamo vissuto la solidarietà con il prossimo mettendo in pratica, momento per momento la Parola di Dio.

Grazie a Zibi, a Tino e alla sua famiglia. Monica

Il 20 dicembre Pavla ha scritto: “Finalmente sono arrivata a casa, grazie a Voi posso anche io festeggiare il Natale con i miei cari, grazie di cuore…!”