Chi è stata e chi è Maria per me?

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Una volta vedevo Maria come una figura secondaria, offuscata dallo splendore del Figlio: quando Lo pregavo gli parlavo confidenzialmente ma temevo che sua madre potesse esserne gelosa.

Poi, nel procedere della vita, abbagliata dal mondo, mi allontanai da Lui.

Un giorno, alla vigilia di un rischioso intervento chirurgico che dovevo necessariamente subire, nel timore di non sopravvivere ad esso, decisi di confessarmi. Andai nella cappella che era all’ultimo piano dell’enorme edificio in cui ero ricoverata (mi sembrava un luogo più vicino al cielo che alla terra) e chiesi al cappellano di confessarmi.

La prima domanda che mi fece fu: “Da quanto tempo non ti confessi?” Questa domanda mi spiazzò e risposi, facendomi un conto e uno sconto, che erano passati quattro anni dall’ultima confessione.

La reazione del sacerdote mi sconcertò perché fu un diluvio di rimproveri e tra l’altro mi disse che non si poteva cercare il perdono di Dio solo perché spinti dalla paura della morte.

Ebbi la sensazione che Gesù, e non a torto, mi sbattesse la porta in faccia. Gesù si rifiutava di accogliermi perché ero stata troppo a lungo lontana da Lui?

Senza parole mi sedetti su una panca e rimasi in silenzio.

Ad un tratto mi accorsi che su una pedana, a fianco dell’altare, c’era una statua della Madonna, a dimensione umana. Era seduta e teneva sulle ginocchia il Bambino Gesù.

Mi guardai intorno. In cappella non c’era nessuno in quel momento, allora decisi di rivolgermi a lei, da donna a donna.

Anch’io avevo un figlio piccolo, come il suo, a casa. Un figlio desideratissimo, atteso, cercato nelle migliori cliniche d’Europa e che poi era arrivato inaspettatamente dopo 10 anni di matrimonio.

Mi avvicinai, salii sulla pedana, e la toccai. Le parlai con molta confidenza come fosse un’amica, una sorella, ma soprattutto una Mamma e le dissi forse un po’ rozzamente, ma con tutta me stessa: “Tu … stai stringendo tuo figlio tra le braccia, dai anche a me la possibilità di riabbracciare il mio!”

L’intervento dell’indomani non andò benissimo ma ebbi salva la vita.

Nel frattempo, tante persone del Movimento dei Focolari della mia città (sollecitate dalla mia famiglia che faceva parte di esso), pregavano per me. In quella circostanza, Chiara Lubich  mi scrisse un pensiero di incoraggiamento, di speranza e chiuse il suo scritto augurandomi di rialzarmi e di ricominciare. Ancora oggi conservo quella lettera!

Qualche tempo dopo, con la mia adesione al Carisma dell’Unità di Chiara Lubich, maturò in me il desiderio di intraprendere un cammino spirituale. Oggi, Maria occupa un posto centrale nella mia vita e spesso sperimento la sua tenerezza di Madre.

Negli anni, riflettendo su questa mia esperienza, sono giunta a capire che è stata Maria a ricondurmi a suo Figlio (evidentemente non era stata gelosa!) e che Gesù, quel giorno, non mi ha chiuso la porta in faccia, ma voleva che io tornassi da Lui con sua Madre. Mi stava indicando la via luminosa dell’amore di Maria per poter rinascere dentro di me!

Franca

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