Se sogni puoi farlo…

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Riceviamo e pubblichiamo da un’insegnante del Liceo “E. Basile” di Palermo l’esperienza degli studenti che hanno partecipato al progetto “Palermo, Capitale dell’unità e della fraternità”. 12-14 maggio 2018.

Tornati da Loppiano un anno fa con i miei guerrieri del Liceo Basile, un piccolo gruppetto di ragazzi del triennio, eravamo pieni di entusiasmo. Abbiamo vissuto a pieni polmoni il mondo unito, abbiamo conosciuto la realtà dell’Istituto universitario Sophia, abbiamo ritrovato le amiche del Gen Verde e poi l’esperienza bellissima del Primo Maggio!
Poi siamo stati messi a conoscenza di quanto bolliva in pentola nella nostra città: ricordare l’anniversario della cittadinanza onoraria a Chiara il 20 gennaio di 20 anni fa, 1998 e l’occasione speciale, unica ed irripetibile di Palermo capitale della cultura, proprio in questo anno 2018. Mi hanno chiesto, come docente di questo Liceo di periferia di Palermo, nel quartiere di don Pino Puglisi, nel quartiere del Castello di Maredolce, se i miei ragazzi avevano voglia e piacere di essere coinvolti, di farsi mettere in gioco ancora una volta, dopo il progetto Start now col Gen Verde vissuto a febbraio 2017. Ci siamo messi subito in contatto, dopo pochi giorni dal ritorno da Loppiano ed è partita l’avventura.
Abbiamo cominciato a sognare cosa avremmo potuto fare: workshop, maratone, momenti di festa e condivisione. Abbiamo creato un piccolo gruppo di “menti” pensanti, ci siamo definiti “i carbonari” del Basile ed abbiamo individuato a scuola una piccola aula che abbiamo chiamato “il covo”. Eravamo 5 e volevamo solo cambiare Palermo, la nostra città. Ci siamo dati un motto: se puoi sognarlo puoi farlo. Ci abbiamo creduto.
Avevamo il desiderio di far provare ad altri giovani, amici, compagni di classe la nostra stessa esperienza di meraviglia e stupore nella scoperta di questi ideali profondamente umani: pace, tolleranza, rispetto, unità.
Le idee hanno cominciato a prendere forma e ci siamo concentrati su alcuni eventi: workshop col Gen Verde nei locali del Liceo scientifico Ernesto Basile, con l’Istituto universitario Sophia al Gonzaga di Palermo sul tema della comunicazione digitale ed un flashmob in via Maqueda a Palermo, nella centralissima zona pedonale.
L’emozione era sempre più forte col passare dei mesi (12 per l’esattezza), non sono mancati i momenti di difficoltà di ogni genere e specie, anche un lutto familiare che ha colpito una di noi un giorno prima dell’inizio dei workshop col Gen Verde, ma alla base di tutto la certezza che il sogno stava per realizzarsi. Nulla ci ha fermato.
Questi eventi sono stati il nostro piccolo ma significativo contributo alle innumerevoli iniziative di Palermo capitale italiana della cultura. La cultura che vogliamo diffondere è l’unica che esiste: quella che coltiva l’uomo, che lo ama e lo rispetta. Questa è la cultura che noi vogliamo portare nel mondo, nella società, in politica: la cultura della pace, della fraternità, del dialogo.
Ogni pietra, ogni angolo di questa città urla questa cultura, ogni via, ogni strada è un tripudio di colori, di odori, di lingue diverse; la storia di questa città è storia di popoli, dominazioni che hanno mescolato razze, culture, religioni diverse. Palermo ha respirato per secoli accoglienza, tolleranza, condivisione, pur nella diversità.
Purtroppo per tanti anni, per troppo tempo questa cultura, questa storia, è stata oscurata, quasi annichilita da un’altra anticultura: l’anticultura della morte, della vendetta, della violenza, della mafia. Quante donne, quanti uomini hanno dovuto offrire le loro vite per combattere questa anticultura.
Loro sono i nostri testimoni, i nostri supereroi, i nostri martiri, loro hanno avuto il coraggio di offrire la loro vita per la cultura della vita contro la morte, della mitezza contro la violenza. Con queste iniziative abbiamo voluto consegnare idealmente quelle stesse chiavi della città che 20 anni fa Chiara Lubich ha ricevuto dal Sindaco Leoluca Orlando e passarle a loro, i giovani che hanno creduto in questo progetto “Palermo capitale della cultura dell’unità e della fraternità”.  Loro hanno sognato questi workshop, queste attività e noi adulti in tutti questi mesi li abbiamo accompagnati mano nella mano a realizzare quel sogno che è diventato realtà. A loro le chiavi della città, a noi adulti il compito di aprire le porte di questa città perché i loro sogni possano essere accolti e realizzati. Questo sarà possibile se ogni mattina scegliamo di far scorrere nelle nostre vene la cultura del perdono, della pace. Questa cultura è dentro ciascuno di noi, non è fuori di noi. Questa cultura è l’unico antidoto per combattere quell’anticultura che distrugge i sogni di questa città. Grazie Ragazzi, perché avete permesso anche a noi adulti di imparare a sognare insieme a voi!

Maria Rita Di Benedetto

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