Genova: una città sotto shock

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Il crollo del ponte Morandi nel capoluogo ligure lascia sbigottiti e alimenta le polemiche sulle infrastrutture. Regione tagliata fuori da tutto con conseguenze gravissime. Intanto sale il numero dei morti, 35 fino ad ora, e dei feriti. Si lavora senza sosta nel tentativo di recuperare persone vive.


FONTE: CITTÀ NUOVA

La città di Genova  è sotto shock. «Questo non ci voleva, no  no è assurdo, non ci posso credere. Non  può essere vero». Attoniti i primi abitanti di Campi il quartiere che cresce a cento metri sotto le arcate del viadotto sul Polcevera. Sotto la pioggia battente guardano attoniti le macerie del ponte crollato, le carcasse delle auto schiacciate dalle tonnellate di cemento che si sono abbattute sul suolo. E sui capannoni, per fortuna vuoti dove ha una delle sedi della municipalizzata dei rifiuti cittadini.

La vigilia di Ferragosto si presenta così ai genovesi con un disastro di proporzioni notevoli. La città penalizzata per le sue strade e i suoi collegamenti ora è tagliata fuori da tutto. Il viadotto portava al porto il traffico turistico e le merci in arrivo dalla Francia e dal nord est dell’Italia e dall’Europa, e quello proveniente dal sud Italia diretto nel nord Europa. Unica via di transito in una città da sempre soffocata dal traffico su gomma. Con un’autostrada pericolosissima per i troppi Tir che non danno tregua. Ora tutto questo si interrompe. E ancora una volta tutto il traffico si riverserà per anni, sull’Aurelia, nel tratto già da sempre congestionato dalla viabilità cittadina. «Non oso pensare come sarà ridotta Genova d’ora in avanti», dice un vigile urbano. Fatto sta che ora la città si presenta così. Schiacciata da un macigno di cemento, soffocata dai problemi che via via si andranno a creare con l’apertura delle industrie. Schiacciata dalle polemiche che subito affiorano puntuali sulla manutenzione del ponte. E si scoprono perizie datate anni addietro che parlano di falle nei pilastri, di arcate con difetti strutturali e di risposte mai sufficientemente affrontare.

Il Ponte Morandi era stato costruito tra il 1963 e il 1967. La campata maggiore aveva una lunghezza di 210 metri  e l’altezza di 90 metri dal suolo. L’Autostrada dei Fiori, la A 10 ,  è tutta un viadotto da Genova a Ventimiglia: ci si domanda quanto siano sicuri i piloni che sostengono questi viadotti. Ci si domanda quanta manutenzione è stata fatta e si stia facendo.  Ancora una volta Genova paga un alto tributo sia per la sua conformazione geografica ma anche per tanta incuria e irresponsabilità da parte dell’uomo. E puntuale torna la richiesta dell’accelerazione per la costruzione della cosiddetta “Gronda”, opera infrastrutturale relativa alla costruzione di una nuova autostrada dal capoluogo ligure verso nord, opera che pareva avviata, ma che è stata fortemente contestata negli ultimi mesi dai parlamentari Cinque Stelle, per la spesa considerata eccessiva.

Intanto i soccorritori fanno l’impossibile per estrarre dai calcinacci i feriti al momento 11, mentre i morti sarebbero oltre venti. Solidarietà da più parti è stata espressa alla città. Il sindaco Bucci parla di una «immane tragedia per la nostra città». E’ atteso l’arrivo del presidente del Consiglio Conte. Anche la cancelliera  Merkel, il presidente Macron, hanno inviato tra i primi i loro messaggi di partecipazione.

 

 

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