Piccole esperienze… pastorali

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Pubblichiamo di seguito delle esperienze scritte da alcuni sacerdoti che vivono la spiritualità dell’unità.  Nell’ambito del Movimento dei Focolari, ogni mese viene scelta una parola di vita che aiuta tutti a concentrarsi su un messaggio evangelico per metterlo poi in pratica durante il mese. Non è sempre scontato che i sacerdoti comunichino i momenti nei quali l’impegno della loro vocazione sia messa alla prova o, più semplicemente, momenti in cui venga condivisa la fatica che ciascuno mette nel proprio impegno quotidiano. Sono esperienze semplici, esperienze d’anima ma che vogliono raccontarci tutto lo sforzo per amare, tramite il ministero sacerdotale, le persone che sono state loro affidate o incontrate “per caso”.

Parola di vita di luglio: “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2Cor 12, 9).

Sentirsi parte

Questo anno è per me un periodo di particolare  sofferenza e di isolamento, non posso muovermi infatti come voglio  e devo dipendere da tutto e da tutti. Sento di dire grazie a quanti mi fanno sentire partecipe tramite gli aggiornamenti o le telefonate. Se a volte trascorro momenti difficili, ci sono a volte attimi in cui sento che è bello e prezioso rimanere in queste sospensioni e offrire per tutti. (F. C.)

Ascoltare quella voce

Non ne avrei tanta voglia, ma decido, dopo un po’ di rinvii, di fare delle commissioni. Mi viene in mente, al ritorno, quasi un’ispirazione, che potrei approfittare per andare a trovare una persona ammalata che abita lì vicino. Mi reco così presso quella famiglia e, non avendo avvertito della mia visita, non so se mi riceveranno. Sono accolto dal padre che non conoscevo e si instaura subito un bel colloquio. Andando via penso che potrei andare a visitare un’altra famiglia:  la moglie è malata di cancro e il marito non vuol dirlo a nessuno, né riceve volentieri persone a casa. Anche qui, non so se mi accoglierà, ma voglio rischiare. Mi accolgono con sorpresa. La moglie, dal volto sofferente, e lui sono seduti fuori, in un piccolo vano all’ombra e tranquillamente iniziamo a parlare. Man mano il discorso va avanti: non affrontiamo la malattia della moglie ma viene fuori l’annuncio del Vangelo e in particolare del comandamento nuovo, Gesù Abbandonato e risorto, l’unità e la fraternità universale, in un clima disteso e bello. Quando torno, ringrazio il Signore e, in questi incontri gratuiti, colmi di fede e carità, vedo dei segni del suo amore, così come avevo detto nell’omelia l’altro ieri: “Ecco i passi da compiere in questi giorni: credere e fidarsi sempre di Dio Amore; guardare a Gesù che ci fa partecipe della sua vittoria: «Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo»; scrutare e accorgersi con sorpresa, meraviglia e gratitudine dei segni che il Padre ci lascia qua e là durante la giornata del suo amore per noi”.

Parola di vita di agosto: “Ti ho amato con amore eterno, per questo continuo ad esserti fedele” (Ger 31, 3)

Parlare al  cuore

Già da ieri sto pensando all’omelia che dovrei tenere nel giorno della festa dell’Assunta, non ho molto tempo per prepararmi, chissà se riuscirò. Rileggo le omelie degli altri anni, c’è quella dell’anno scorso, frutto di varie sintesi che potrebbe fare da paracadute all’ultimo momento, ma non sarebbe qualcosa di vitale, non la sento. Chiedo a Maria di illuminarmi, leggo i testi liturgici e cerco qualcosa di vivo. A un certo punto ho un’idea, mi ritorna in mente una devozione di mia nonna per Maria, fatta di gesti concreti, segni del suo amore per la Madonna: era un segno vivo della presenza di Maria nella sua vita, oltre naturalmente il rosario quotidiano, il mese di maggio, le novene. Questo spunto mi suggerisce di parlare sulla presenza di Maria nella nostra vita. Ho capito che la maggior parte delle volte, nelle feste specifiche come oggi, mi rivolgo piuttosto alla mente delle persone con la spiegazione del mistero che si celebra, ma non al cuore. Quando poi predico durante la prefestiva di oggi, sento che è qualcosa di vivo. La Madonna mi ha dato la grazia, quella di parlare al cuore. (G. V.)

 

Parola di vita di settembre: “Accogliete con docilità la parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza”,  (Gc 1, 21)

Vivere la Parola

È sempre forte il rischio per noi sacerdoti di essere dei “mestieranti” della Parola di Dio. La Parola di Vita di questo mese mi ha aiutato a non essere superficiale e nemmeno sbadato così da arrivare a sera e non ricordare il Vangelo della mattina proclamato durante la Messa. Anche il comunicare qualche piccola esperienza di Parola vissuta mi aiuta a riscoprire la fecondità e la forza che scaturisce dalla Parola. Mi facilita molto cercare di guardare ad ogni persona come se fosse una Parola vivente per me, specie in coloro che vivono una storia di sofferenza e dolore. (S. M.)

La forza dei piccoli gesti

A volte ho l’impressione che tante cose non vadano per il verso giusto: allora, quando il Signore mi dona un attimo di lucidità mi fermo e penso: “Ho il momento presente da vivere bene adesso”. Così anche sistemare una sedia, raccogliere una carta, preparare un avviso parrocchiale o aprire la porta a chi ha suonato, accogliere una persona con un sorriso, diventa l’occasione per ripartire nella divina avventura e buttare nelle braccia della Misericordia Divina i pesi che si erano andati formando dentro il cuore. È proprio vero: i piccoli gesti fanno grandi cose. (S. M.)

 

Un giorno diverso degli altri …

La domenica è un giorno particolarmente impegnativo non solo per noi preti, ma anche perché è un giorno da santificare principalmente con la partecipazione al Mistero Eucaristico, e anche con il  riposo e compiendo opere di carità. Insieme con Don A. periodicamente occupiamo il pomeriggio domenicale nella visita ad alcuni sacerdoti anziani della zona che vivono in solitudine ed è sempre un momento atteso. Rappresenta un’occasione di scambio di vedute, ci aggiornano della loro vita pastorale, ci donano le loro confidenze, spesso le loro preoccupazioni in un mondo che scappa loro di mano. Veniamo ampiamente ripagati anche semplicemente dal sorriso che ci regalano. Credo che anche questo sia  parola di Dio vissuta! (L. G.)

 

Parola di vita di ottobre: “Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la legge” (Gal 5, 18)

Rimanere aperti allo Spirito

Ciascuno di noi ha ben presente i tanti i dolori che sta attraversando la Chiesa oggi: carenze di vocazioni, pedofilia e calunnie, soprattutto la crisi generale delle nostre parrocchie e in genere del mondo cristiano. Ci hanno aiutato a leggere questa notte spirituale e culturale alcuni scritti di  Papa Francesco,  specialmente  l’omelia della messa di chiusura del Sinodo; dell’arcivescovo di Milano, mons. Delpini, che ha tenuto alla Veglia missionaria; di Papa Ratzinger che prevedeva già nel 1969 una crisi nella Chiesa. Da queste riflessioni e da altri confronti è venuta fuori un’impressione che ci ha infuso gioia e speranza e ha rinnovato il nostro amore per la Chiesa e il popolo di Dio: siamo coscienti del momento difficile ma l’importante è rimanere aperti allo Spirito che apre vie impensate, scoperte insieme, con paziente dialogo. (Gruppo di sacerdoti di Milano)

 

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3 Commenti

  1. Grazie per queste perle, che mi aiutano a non considerare mai scontato o dovuto il servizio dei sacerdoti, e mi ricordano di pregare per loro con maggior attenzione e slancio.

  2. Grazie!!!!! Essendo nipote di un Sacerdote conosco un po’ la loro solitudine e il giudizio di noi fedeli quando succede, che un Sacerdote non ci presta l’attenzione che noi sentiamo dovuta. Grazie x queste belle esperienze!!!! Pregherò con più fedeltà per queste persone, i Sacerdoti, senza i quali non si potrebbe vivere la Messa quotidiana, magari vicino a casa e i Sacramenti….
    Grazie ai Sacerdoti!!!!!
    Pregherò con più intensità!!!!!
    Un abbraccio!!!!
    Betty

  3. Grazie per queste vive e stimolanti esperienze. E soprattutto per la condivisione che ci fa sentire ed essere realmente una sola famiglia.

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