Vivere la Parola: piccole esperienze quotidiane (1a parte)

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Riportiamo in questa prima parte alcune esperienze sulla Parola di Vita di Novembre 2018: “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”

Vivere la Parola ha i suoi effetti su di noi: ci cambia la mentalità, ci rende liberi perché si ama Cristo in tutti e non ci si aspetta nulla da nessuno, dà gioia, dà felicità, dà pace, dà pienezza, dona luce – come scrive Chiara Lubich in  Vivere. La Parola che rinnova. I moderni mezzi di comunicazione consentono di poterci scambiare in maniera più frequente le notizie, le situazioni che ciascuno vive, consentendoci di fare l’esperienza di appartenere a una famiglia, a una comunità che vive esperienze difficili o gioiose. Sentirsi in cammino insieme a tante persone che condividono l’ideale del mondo unito ci rende più forti, fiduciosi e sicuri: le piccole esperienze che riportiamo sono un dono, anche se piccolo, dello sforzo quotidiano di essere testimoni del Vangelo, esperienze scritte in maniera breve e immediata, comunicate e condivise semplicemente anche attraverso i social media.

  • Assistere mia suocera in ospedale, fare su e giù per circa 20 Km per aiutarla, farle compagnia, capire fino in fondo le sue necessità non è facile. La Parola di Vita però mi ricorda ogni giorno che è Gesù che bussa al mio cuore e chiede di entrare. Allora ritrovo quella gioia di spalancargli il cuore ed amare nell’attimo presente.
  • Ha bussato alla mia porta una ragazza molto timida e malata di epilessia che aveva il desiderio di frequentare l’università. Ho deciso di prenderla in casa mia, cambiando così le mie abitudini oltre che a dover provvedere per il cibo anche per lei. Questa soluzione doveva essere per i primi mesi… ma ora, lei mi ha detto che si trova bene con me e, così, non cercherà un’altra casa.

  • Ho telefonato per avere notizie di una nostra amica, Tina, che frequenta gli incontri del Movimento dei Focolari: ammalata, oncologica terminale, preferiva non ricevere visite ma la sorella mi ha riferito che era contenta di vedermi. Sono stata da lei e, dopo averla ascoltata, aveva piacere di leggere insieme la Parola di Vita. Il giorno dopo un’amica mi ha telefonato per fissare la data del prossimo incontro perché Tina voleva comunicarci la sua esperienza. Aveva anche espresso il desiderio di incontrarci insieme ad un gruppo del “Rinnovamento nello Spirito Santo”. Abbiamo organizzato così insieme dei canti, letto la Parola di Vita e Tina ha raccontato la sua esperienza. Si sentiva una forte unità e alla fine ci siamo scambiati i numeri di cellulare con la promessa d’incontrarci ancora per lavorare insieme tra vari movimenti ecclesiali per tutta la nostra città.
  • A scuola ho una collega che porta un fardello di dolori molto pesante e non sempre gli altri riescono ad accogliere i suoi sfoghi. Spesso sono io che vado da lei per amarla come Dio la amerebbe.

  • Dopo la morte di mio papà, la badante che lo accudiva è entrata in contrasto con mia mamma che temeva di essere derubata. Un giorno, sospettata di un furto, se ne va in malo modo. Tempo dopo, denuncia mia mamma di non averle pagato tutto, cosa non vera, ma non provabile. Insomma dobbiamo sborsare circa 15.000 €. A me sembra di subire un furto, ma l’avvocato ci consiglia di pagare. Dentro me, una grande rabbia… ma: “Amate i vostri nemici, pregate per loro…”. Da allora, ogni giorno, ho pregato per lei, meglio che potevo. Tempo dopo la incontro nella sala di attesa del medico, è piuttosto malconcia e zoppicante. Che fare? Amare! Con il miglior sorriso l’ho salutata e chiesto cosa avesse… Abbiamo parlato serenamente. Frutto: una grandissima gioia interiore, quella di aver potuto vivere la Parola.

(cont. 2a parte)

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