Vivere la Parola: piccole esperienze quotidiane (4a parte)

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Pubblichiamo l’ultima parte di alcune esperienze pervenute sulla Parola di Vita:  “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. 

  • Accogliere Sumon e la sua famiglia non è stato semplicemente voler bene ad una persona nel bisogno, ma essere famiglia per lui. Oggi, lui e la sua famiglia sono perfettamente integrati e continuano a sperimentare “la casa”, anche se sono lontani dalla propria terra d’origine.
  • Una signora anziana mi ha chiesto un passaggio perché doveva fare una ricarica al telefonino e un temporale stava per arrivare. Con amore l’ho accompagnata aspettando che aprisse il negozio, visto che ancora era presto. Soddisfatta della sua ricarica, l’ho riaccompagnata a casa dopo il temporale. Anche questo “bussare” a volte ti sorprende, sono piccoli gesti che però ti danno anche gioia!
  • Nell’amare non ho perso mai niente, solo il mio orgoglio, in cambio ho ricevuto pace e libertà. Frutto di tutto ciò è vivere la Parola di Dio.
  • Ieri è venuto a scuola un mio alunno per ringraziarmi e ringraziare tutti per i risultati ottenuti, per averlo sostenuto in un momento difficile che stava attraversando.  Soffriva di fortissimi mal di testa, asma respiratoria e, ogni tanto, crisi epilettiche. A volte si sentiva così debole che voleva farla finita. Io e il collega di italiano lo abbiamo incoraggiato ogni giorno. Avevo consigliato alla mamma fargli fare dei controlli presso altri ospedali e sentire altri pareri medici. Così dopo gli esami di stato, superati bene, sono andati in un ospedale di un’altra città dove è stato operato. Adesso sta bene, ha ripreso la sua vita e sta studiando ingegneria. Mi ha dato tanta gioia vederlo felice e sapere che le preghiere rivolte a Maria e a Dio hanno ottenuto la Grazia.
  • Al citofono bussa una signora. Intuisco che è testimone di Geova. Vinco l’iniziale ritrosia e voglia di liquidare la conversazione in due parole. Le apro e dialoghiamo un poco, le dico che sono cattolica, ma che la sostengo con la preghiera perché possiamo diffondere tra i fratelli il bene e i valori universali e condivisibili. Se ne va felice e io più di lei per aver fatto festa a Gesù che bussa.
  • Il vivere la Parola di Vita di questo mese è stato un grande allenamento nel cambiare continuamente i miei programmi per essere disponibile per la famiglia e per quanti mi chiedevano. Pensavo di ritardare nel fare le mie cose ma, alla fine, sono riuscito a fare tutto e anche di più.
  • A lavoro, durante una mattinata intensa di scadenze, ho cercato di stare attento alle esigenze dei “colleghi/fratelli” e li ho aiutati ad alleggerire il loro carico di lavoro, ascoltandoli e portando a compimento le loro richieste.
  • A scuola ho un alunno un po’ problematico. Che faccio? Come posso aiutarlo? Cerco di volergli bene e colmare con il mio amore le criticità. Dopo poco tempo la mamma mi ringrazia, stupita per la rapidità del cambiamento del figlio, avendo notato anche a casa i suoi progressi.
  • In questo mese ho svolto il tirocinio in ospedale e sentivo che dovevo prima di tutto dare amore, regalare un sorriso chiedendo ogni mattina agli ammalati se avevano bisogno di qualcosa. I pazienti non finivano di ringraziarmi dandomi tante benedizioni. Ero davvero contenta che con un po’ d’amore rendevo felici gli altri.
  • La Parola di Vita di Chiara Lubich mi aiuta a vivere la vita, molto cambiata dopo la dipartita del mio amato Luigi. Il passaparola quotidiano ravviva la mia fede e mi aiuta a sentirmi meno sola anche perché i figli sono lontani. Grazie.

(vedi 1a parte)

(vedi 2a parte)

(vedi 3a parte)

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