Momento INeDItO, Momento in Dio

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“Noi arriviamo all’unione con Dio amando il fratello. […] Spieghiamo ciò con l’esempio di una pianticella nella quale più s’interrano le radichette, più si alza il fusticino; e più cresce il fusticino, magari a causa dell’ossigeno dell’aria, più s’approfondiscono le radichette. L’amore di Dio è raffigurato nelle radichette, quello del prossimo nel fusticino.” (Chiara Lubich, Unione con Dio e con i fratelli nella spiritualità dell’unità, Castel Gandolfo, 15 giugno, 2002).

Sono state queste le parole d’apertura, le linee guida del fine settimana di formazione che si è tenuto a Schilpario (Bg) dal 26 al 28 aprile e che ha coinvolto alcuni giovani del Movimento dei Focolari che lavorano o studiano nelle varie provincie della Lombardia, per approfondire alcuni dei temi fondanti e impellenti della vita.

L’appuntamento, dal titolo “Momento INeDItO”, si è dedicato infatti al rapporto con Dio e al rapporto con gli Altri, intesi nella loro accezione più ampia.

“Il rapporto con Dio è una cosa che mi ha sempre messa in crisi, perché così come i rapporti con le persone in carne ed ossa sono altalenanti, allo stesso modo (se non il doppio) è il rapporto con Dio, che non posso fronteggiare fisicamente. Interrogarmi su questo è stato un buon punto di partenza, perché è anche attraverso questo tipo di spunti che posso lavorare su me stessa e con gli altri”. Così dice Giulia (22 anni), mentre Luca (28 anni) è rimasto particolarmente colpito dalle esperienze condivise: “Porto a casa le storie di gente che ha saputo mettere in gioco pezzi importanti della propria esistenza scommettendo sulla relazione con l’altro, diverso da sé, e uscendo dal piccolo e sicuro recinto in cui è cresciuto”.

Andrea invece (22 anni) è stato affascinato dall’esperienza di Abdul, di religione musulmana, che all’età di sei anni è arrivato in Italia dove la sua famiglia lo ha portato in oratorio senza problemi, affinché fosse pienamente integrato con i bambini del suo quartiere pur essendo di una religione diversa. “Nel racconto di Abdul ho colto le sue origini salde, ma anche una forte curiosità per tutto ciò che è diverso da lui”.

Anche l’incontro con Anne Zell, pastora della Chiesa Valdese a Brescia, si è rivelato un momento prezioso di confronto ecumenico: “Nelle nostre chiese, sopra l’altare, noi non abbiamo un Crocifisso, ma una croce nuda, spoglia. Questo ci ricorda che Cristo è sceso dalla croce, che è risorto e che la morte è stata vinta”.

Per Lucia (24 anni), invece, la testimonianza più forte è stata quella raccontata da Yalu Zhang, una ragazza cinese proveniente da una famiglia atea e che si è convertita al cattolicesimo durante l’adolescenza: “Non sono stata io a scegliere”, ci confida, “ è stato Dio che mi ha chiamata”.

Chiedersi come sia il mio rapporto con Dio, se sia un legame granitico e che do per scontato oppure se sia qualcosa che si evolve; chiedersi come nutro la mia fede; in quale modo gestisco la relazione con i fratelli e se vivo nella convinzione che l’altro sia per me davvero un “dono”: questi sono stati i punti di partenza per meglio conoscerci, per interagire e creare coesione, scoprendo quanto i fili del tessuto “Io-il fratello-Dio” siano strettamente annodati e inscindibili.

Non solo infatti la relazione con Dio necessita di un allenamento costante, ma è anche una conquista che si rinnova quotidianamente tramite l’Amore al prossimo.

Luca (20 anni) racconta: “Mi è capitato di pensare che il rapporto con Dio potesse crescere soltanto con la preghiera, invece ho capito che è soprattutto attraverso l’amore al fratello che questo si arricchisce. Solo vedendo Dio nel prossimo e amandolo come lui mi ha amato, sarò in grado di arricchire la mia fede ed esserne testimone”.

Lo scopo dei tre giorni trascorsi a Schilpario non è stato quello di fornire risposte univoche e definitive ai dubbi, agli interrogativi che di volta in volta ci affollavano (e ci affollano) la mente e il cuore, bensì l’occasione di fornire spazi di ascolto profondo e generativo che può essere più appassionante se vissuto insieme.

Come racconta Stefano (20 anni): “Torno a casa con una nuova consapevolezza: in fondo siamo tutti in cammino, il che vuol dire percorrere un sentiero dove le domande non trovano risposte concordi e immediate, ma consentono di sperimentare la concretezza della Fede”. Anche Emanuele (28 anni) e Serena (29 anni) confidano di “aver cercato a lungo di capire dove fosse l’interruttore della luce …dopo dieci minuti a brancolare nel buio, siamo riusciti raccoglierci un pochino  con Gesù in cappellina”.

Letizia (20 anni) racconta: “l’esperienza di Schilpario mi ha permesso di aprirmi di più e di sfatare dei pregiudizi che mi sono accorta di avere nei confronti di chi è diverso da me”.

“Ho vissuto un’esperienza profonda!”, dice Luca (23 anni), “al di là degli argomenti affrontati, mi porto a casa le storie che ho incontrato, i legami che ho stretto e la consapevolezza che arrivare al fratello vuol dire arrivare a Dio”.

In una location suggestiva e fresca, incorniciata dalle montagne innevate e da un soffuso silenzio, si è creata l’occasione ideale per fare vuoto dentro di noi, per tendere il cuore verso quel seme di Comunione fraterna che solo in Dio trova compimento, e verso quell’Amore reciproco che possiamo donare a piene mani per le vie del mondo.

Benedetta Appiani

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