Pregiatissimo Presidente della Repubblica Federale di Germania
Frank-Walter Steinmeier
In queste ore siamo rattristati per il recente orribile attentato antisemita avvenuto ad Halle in Germania e restiamo sgomenti davanti alla tragedia che si sta consumando con l’operazione militare della Turchia nel Nordest della Siria contro i curdi siriani. Proprio a partire dalla complessità della situazione attuale che alcuni descrivono come “geopolitica del caos”, sentiamo la necessità di rivolgerci a lei su una questione che lega i nostri due popoli.
Nei suoi ultimi interventi in Italia ha messo, infatti, in evidenza il peso delle vicende storiche che hanno legato il nome “tedesco”, senza aggettivi di appartenenza, alle stragi consumate sulla popolazione italiana dopo l’ambiguo armistizio dell’8 settembre 1943.
È certamente necessario non dimenticare l’abisso del male scatenato da una serie complessa di responsabilità e così ristabilire il senso di umanità e fraternità che lei giustamente richiama nei suoi discorsi. La memoria viva ci aiuta a comprendere il momento presente che vede una azienda italiana (la Rwm Italia) controllata dalla multinazionale tedesca Rheinmetall Defence, costruire ed inviare componenti di bombe d’aereo utilizzate nel conflitto in corso nello Yemen. Il recente stop del parlamento italiano a tali transazioni commerciali, denunciate da settori della società civile anche nell’assemblea dei soci della società con sede a Monaco di Baviera, ha comportato l’annuncio di un forte ridimensionamento del personale addetto nello stabilimento italiano, in un territorio che già vive gli effetti di una crisi economica di lunga durata. La mano che oggi dobbiamo disarmare è quella che pone il dilemma tra l’occupazione finalizzata all’invio di armi pesanti all’Arabia Saudita e la povertà per carenza di lavoro in una regione ricca di bellezza e dignità. Consideriamo irricevibile la tesi di chi giustifica il concorso nella fornitura di armi ai Paesi in guerra perché altrimenti altri lo farebbero al nostro posto.
Crediamo sinceramente di poter condividere con lei l’esigenza di escogitare tutti i modi possibili per uscire da tale contraddizione che mina alle fondamenta l’ideale di un’Europa capace di essere promotrice di pace nella giustizia. A livello internazionale e dentro le mura del Vecchio continente. Tante sono le risorse che possono trarci fuori da questa logica del ricatto che ci umilia come esseri umani che si indignano per le stragi orrende di un recente passato e rimuovono lo sguardo dalle tragedie dei nostri giorni dove si bombardano impunemente anche scuole e ospedali.
Poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale, una donna del popolo, Lucia Pisapia Apicella, che viveva facendo la fruttivendola al mercato, rimase inorridita dallo scempio che si consumava sui resti di tanti giovani tedeschi morti nel tentativo di fermare l’avanzata degli anglo americani nel periodo seguente allo “sbarco di Salerno” del settembre 1943. Lucia, chiamata poi in Germania “Mutter der Toten”, riuscì a dare sepoltura a oltre 700 corpi di soldati, agevolandone l’identificazione, perché considerati giustamente unici e irripetibili nella loro dignità umana.
Possiamo, Presidente Steinmeier, partire da questa memoria di bene possibile per costruire una vera unità europea come da lei auspicato assieme al nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Come ha detto con grande consapevolezza, lo scorso 25 agosto, a Fivizzano, davanti ai discendenti delle vittime di quel paese toscano, «Non dobbiamo dimenticare, per evitare che le nostre coscienze tornino a farsi sedurre e a oscurarsi».
Roma 14 ottobre 2019
Andrea Goller e Rosalba Poli, Movimento dei Focolari Italia
Giovanni Paolo Ramonda, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Susanna Camusso, Cgil
Marco Piccolo, Fondazione Finanza Etica
Alfio Nicotra, Un Ponte per…
Silvio Minnetti, Movimento Politico per l’Unità
Mao Valpiana, Movimento Nonviolento
Maurizio Certini, Centro internazionale studenti Giorgio La Pira Firenze
Laila Simoncelli, Nicoletta Dentico, Carlo Cefaloni, Maria Bencivenni, Stefano Biondi, Claudio Paravati, Daniela Notarfonso, Alfredo Scognamiglio, Raffaele Natalucci, Domenico Palermo, Alessio Lanfaloni
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