Erano arrivati in canonica piangendo, una madre con tre gli piccoli. Il marito l’aveva abbandonata, salvo poi tornare a casa al solo scopo di portar via quello che poteva, senza guardare ai bisogni dei figli e avvisando che sarebbe ancora tornato per chiudere i conti.
Accolsi questi “prossimi” e con il consiglio pastorale discussi come fare per risolvere il problema. Li sistemammo in due stanzette che servivano come deposito di materiale per le feste, e improvvisammo una cucina. Dopo qualche giorno il marito, che era venuto a sapere dove si trovava la sua famiglia, mi telefonò per obbligare la moglie a tornare a casa: non trovava, infatti, alcuni documenti che gli servivano.
Gli risposi che invece di far muovere moglie e figli da qui, venisse piuttosto lui a prenderli con fiori e doni per i bambini. Non mi dette nessuna risposta. La sera però, mentre cenavamo, qualcuno bussò alla porta: era lui che con le lacrime agli occhi dichiarava di voler tornare a casa. Aveva con sé, come regalo, dei dolci e un vasetto di fiori, quelli che piacevano a lei.
(Tratto da il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno V, n.6, novembre-dicembre 2019)