Tempo del NOI – Fraternità. Genova ricorda la sua cittadina onoraria Chiara Lubich

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Il 14 dicembre 2001 Chiara Lubich riceveva la cittadinanza onoraria di Genova. Quasi dieci anni dopo il capoluogo ligure ha ricordato il centenario della nascita della sua concittadina con un convegno dal titolo un po’ ambizioso: “Il tempo del NOI – Fraternità”. Un’occasione per guardare la Genova di oggi con gli occhi che avrebbe utilizzato la Lubich dalla sua particolare prospettiva.

Uno sguardo capace innanzitutto di fare tesoro della storia della, tratteggiata da Davide Penna ed Emanuele Pili, entrambi filosofi dell’Università di Genova, da cui è emersa la naturale propensione del capoluogo ligure all’accoglienza e alla solidarietà. E che grazie a questa sua concittadina può aprire strade e piste ad una nuova frontiera da raggiungere: quella della fraternità.

Occhi poi concreti sull’oggi, di chi guarda ai numeri che mostrano, crudi, le ferite delle zone d’ombra del capoluogo ligure: i problemi abitativi di tante famiglie, la realtà dell’immigrazione, quella delle persone senza dimora sono solo alcuni dei temi scottanti del tessuto sociale della città messi sotto la lente di ingrandimento dai dati di Caritas e Auxilium.

Ma anche occhi capaci di offrire una nuova prospettiva: la fraternità, appunto. Così ricordare questa concittadina è l’occasione di guardare a quella Genova “illuminata” dalle reti di solidarietà che si sono formate negli anni e che permeano questa lunga città nel tentativo di dare risposte concrete a bisogni ben specifici.

Quello dei senza dimora, per esempio, dove un filo lega il lavoro che viene fatto su più livelli: dal primo incontro per strada, passando per l’ingresso in comunità, fino alla possibilità di autosufficienza. Mani che tendono un thé caldo in stazione, che aprono porte, che trovano soluzioni fino, in alcuni casi, a restituire l’autosufficienza.

C’è poi la rete di “Ricibo”, un gruppo di associazioni che in maniera coordinata recupera le eccedenze di cibo e le ridistribuisce. E la “Rete scuole migranti”, dieci scuole che operano in particolare nel centro storico e offrono la possibilità a chi arriva da altri paesi di imparare l’italiano, snodo fondamentale per una vera integrazione.

O ancora quei volontari impegnati nelle missioni all’estero per portare quanto raccolgono dall’inusuale “biglietto” sotto forma di viveri e medicine che viene richiesto per partecipare agli eventi e festival artistici e musicali che la loro associazione organizza ed ospita.

Una mappatura che non può essere esaustiva, che avrebbe legittimamente potuto ospitare tante altre voci, ma che racconta bene una dimensione di Genova che non fa rumore ma c’è, un NOI che parla di una fraternità e solidarietà già viva. “Funziona perché è una rete” è lo slogan che emerge da questa carrellata di esperienze. Nessuna sigla, nessun logo, solo le reti. Una scelta precisa fatta dalle 18 associazioni (AGESCI, ARCI, Arena Petri, Banco Alimentare, Caritas genovese, CIF, CNGEI, Comitato Umanità Nuova, Comunità Papa Giovanni XXXIII, Comunità San Benedetto al Porto, Il Cesto, Libera, MASCI, Music for Peace, San Marcellino, Sant’Egidio, Sole Luna e SUQ) che si sono fatte promotrici, insieme al Movimento dei Focolari, alla realizzazione del convegno.

Genova del NOI

Abbiamo pensato di UNIRE, altra sua (di Chiara, ndr) parola, le mille e mille energie silenziose e operose che ispirate dalla fede o da valori laici, ogni giorno individualmente e collettivamente impiegano tempo per gli altri, senza guardare il colore, la religione, siano vicini o lontani nel mondo, purché abbiano bisogno. Le Associazioni che hanno promosso questo incontro sono solo una parte del volontariato della città. Tutto insieme è un grande e quotidiano atto politico, che non sta sulla scena dei media, ma riconosce una richiesta o un bisogno d’aiuto da chiunque venga. Un esempio di concretezza e altruismo che la politica ufficiale dovrebbe guardare ed emulare per riconquistarsi la P maiuscola” sottolinea Claudio Montaldo, che nel 2001 in qualità di vice-sindaco fu uno dei promotori più appassionati della cittadinanza onoraria a Chiara Lubich.

Fraternità e comunione sono le due parole più ricorrenti anche negli interventi di saluto delle diverse autorità presenti. «Il tema non è solo stimolante e attuale, ma è particolarmente urgente. “Il tempo del Noi”, tema dell’evento, riflette e rispecchia in termini decisivi la vocazione del Movimento dei Focolari di ieri e di oggi. Il carisma dell’unità e della fraternità, identità del Movimento dei Focolari, non deve cambiare. Le persone cambiano, come i tempi e le circostanze, ma non possono assolutamente cambiare i carismi specifici dei fondatori che Dio suscita nella Chiesa e nel mondo per il bene di tutti», è il messaggio del Card.Bagnasco, vescovo uscente della città.

«Credo che l’Università come istituzione deve trasmettere alcuni dei valori che Chiara Lubich con il suo movimento sta diffondendo», dice il “padrone di casa” Paolo Comanducci, rettore dell’Università di Genova. «Dal punto di vista laico direi che la pace, la fratellanza e la carità sono dei valori su cui ci può essere una grandissima convergenza anche per chi religioso non è. Mettersi nei panni dell’altro dovrebbe essere il credo, la morale di tutti». Gli fanno eco, quasi ripetendosi, le parole di Stefano Balleari, vice-sindaco.

Nel suo intervento finale Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà, cita insistentemente l’importanza di puntare sui giovani, quelli che, anche se con linguaggi e modi diversi, sono i più sensibili ai valori di solidarietà e fraternità. Mentre parla una trentina di ragazzi concludono il loro “Tempo del NOI”, dove con giochi e attività hanno approfondito l’educazione alla solidarietà.

“Il tempo del NOI” di Genova non vuole essere solo un auspicio, ma un punto di passaggio. Dopo la visita di Papa Francesco in città nacque un’opera-segno, un dormitorio. Il sogno è che questo mettersi in rete per ricordare l’idea di fraternità di Chiara Lubich possa portare, presto, a qualcosa di analogo, per far ampliare e rinsaldare ancora di più la “Genova del NOI” che già c’è.

di Daniela Baudino
Foto di Oscar Sicbaldi 

Ulteriori foto, materiali multimediali, rassegna stampa, servizi giornalistici sul convegno sono reperibili sulla pagina dedicata su FocolareLiguria

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2 Commenti

  1. Buon giorno, Sono una volontaria del Paraguay, per favore mi postresti dare l’indirizzo del focolare maschile a Genova, é per il mio figlio che abita a Lavagna, e vuole conttatare coi gen e conoscere i popi
    Io ho visitato io focolare fem. a Genova, nel lontano 2006. Saluti a tutti e tutta l’unità

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