Faccio il fotografo di professione e quando qualcuno mi chiede se mi sento realizzato in questo lavoro, rivedo tanti momenti, tanti “quadri” di gente che cerca di essere fotografata dal lato più fotogenico, di dirigenti che al momento dello scatto frenano il respiro e ritirano la pancia.
È come sottoporsi a una specie di esame in cui si punta ad essere o apparire migliori, diversi da quello che si è. Soltanto nei bambini non trovo queste reazioni. Un giorno in chiesa si leggeva un discorso di Gesù sulla necessità di diventare come i bambini: l’ho capito con la mia esperienza di fotografo. Gesù chiede di essere quelli che siamo, come i bambini.
(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VI, n.1, gennaio-febbraio 2020)