Lo fai per te o per gli altri?

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Mi trovavo in una strana situazione: pregavo ogni giorno, frequentavo regolarmente la messa, ero impegnato in opere di carità… eppure non avevo una fede viva. Era come se un velo mi impedisse di vedere chiaramente.

Un giorno, accompagnando mia nonna dal medico, ci siamo addentrati in discorsi profondi; conoscendo quanto fosse credente, le ho raccontato il mio stato d’animo. E lei, fissandomi negli occhi: «Figlio mio, tutto quello che fai, lo fai per te o per gli altri?». Quella semplice domanda mi ha sconvolto.

C’era da cambiare completamente rotta! Ho cominciato a riflettere, costatando che anche gli atti di carità erano riempitivi di un sistema di doveri. Periodicamente visitavo un anziano. Andando da lui, dopo quella volta, più che parlare di pratiche da sbrigare o di medicine, gli ho chiesto cosa avesse in cuore. Mi ha parlato della guerra, dei commilitoni morti, della malattia della moglie… Alla fine mi ha ringraziato per il grande dono che diceva di aver ricevuto quel giorno.

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VI, n.2, marzo-aprile 2020)

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