Saper ascoltare

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Di professione medico, mi sono circondato di ragazzi ai quali desideravo comunicare il “segreto” della mia felicità: Dio. Una sera sul tardi, però, mentre sono di turno in ospedale, ho un momento di crisi profonda, tanto da mettere in discussione tutto quanto finora ha dato senso alla mia vita.

D’un tratto un infermiere bussa alla mia stanza: un giovane desidera parlare con me. È uno dei ragazzi che seguo. Appena entrato, lui vuota il sacco: annaspa nel buio assoluto, si sente inutile e non capisce il perché dell’esistenza.

Mi domando fra me cosa potrei dirgli proprio io che mi trovo a mia volta a vivere un momento analogo… Ad ogni modo, cercando di mettere da parte i miei problemi, lo ascolto per oltre un’ora parlarmi dei suoi, che sono davvero tanti.

Quando finisce, vedendolo più sereno, scelgo di non dirgli nulla. Mi ringrazia felice e nel salutarmi aggiunge che, dopo essersi aperto con me, si sente rinfrancato… Ma anch’io, dopo averlo soltanto ascoltato come ero capace, mi accorgo che la “crisi” che mi attanagliava l’anima è improvvisamente scomparsa.

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VI, n.2, marzo-aprile 2020)

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