Pubblichiamo delle testimonianze pervenute da Lecce. Ringraziamo quanti continuano a scriverci!
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In questi giorni mi sono sentita un po’ angosciata. Mi danno coraggio ogni mattina le parole del Papa, che ci parla di un Dio vicino a noi con il suo amore e la sua tenerezza nelle difficoltà che stiamo vivendo, e che ci invita a farci prossimo per chi ha bisogno di noi. Ho sentito così di consolidare il rapporto con una persona della mia famiglia e di occuparmi di lui, di portargli la spesa per evitare che esca. Preparo il pranzo tutti i giorni per un caro amico che si è messo in quarantena volontaria per essere entrato in contatto con una persona positiva al coronavirus e che è spaventato e abita da solo. Con gli altri amici ci sentiamo al telefono e cerchiamo di consolarci a vicenda e magari di ridere insieme comunicandoci quei messaggi divertenti che ci arrivano sul cellulare. Barbara
In questo periodo abbiamo dovuto sacrificare tante iniziative che portavamo avanti in parrocchia. Con altre amiche distribuivamo giornalmente a tante famiglie in difficoltà l’invenduto che ci arrivava da bar, panifici e pizzerie. Con gioia offrivamo assieme al cibo, ascolto, accoglienza, cercavamo di creare dei rapporti di famiglia. Ho sofferto per aver dovuto sospendere questa attività, sia per la gioia che mi dava questo donarmi agli altri, sia soprattutto pensando alle famiglie che non avrebbero avuto più il nostro sostegno. Stamattina mi è stato detto che in parrocchia era arrivato tanto pane. Non potendo muovermi da casa, ho pensato di farmene portare una busta ed ho chiamato per telefono le persone del mio condominio per dividere il pane con loro ed approfittarne per scambiarci due parole, pur rimanendo a distanza, e per offrire la mia disponibilità per eventuali bisogni. È stata una cosa graditissima, soprattutto dalle persone più sole. Mi sembrava così che nulla può fermarci nel donare amore, anche se in modo nuovo.
Anna
Oggi un conoscente ci ha chiamato da un’altra città e ci ha chiesto se potevamo sbrigare per lui una certa pratica nella nostra parrocchia. Dapprima abbiamo pensato che in realtà ha dei parenti ai quali poteva rivolgersi, ma abbiamo capito che solo a noi poteva chiedere questo atto d’amore. Abbiamo detto di sì, anche se ci costava un pò, e tutta la sua famiglia ci ha ringraziato.
Franco e Karin
Ogni mattina partecipo alla S. Messa celebrata dal Papa e sento che questo mi aiuta ad entrare in un rapporto più profondo con Dio e ad andare incontro ai fratelli in modo nuovo. Quando in un’omelia ci ha parlato del perdono, mi sono venuti in mente dei giudizi verso alcune colleghe. In particolare ho un rapporto difficile con una collega che si sente sempre “la prima della classe”. Ho cancellato dal cuore ogni giudizio e le ho telefonato. Lei è rimasta tanto colpita per il mio interesse per lei, per il marito, per i suoi genitori, per i figli lontani ed a sua volta si è interessata a me. Per la prima volta non abbiamo parlato della scuola. Alla fine lei mi ha ringraziato e mi ha chiesto di pregare per loro ed io le ho risposto che la preghiera che commuove Dio è proprio il nostro volerci bene. Ci siamo lasciate piene di gioia.
Antonia
Sono medico e cerco di stare il più vicino possibile ai miei pazienti, che spesso vivono in solitudine la loro sofferenza. Mi accorgo infatti che a volte la malattia isola le persone anche all’interno della propria famiglia. Ogni mattina mi alzo e affronto la giornata con coraggio fidandomi dell’aiuto di Dio.
Maria Rosaria
Il giorno del compleanno di mia figlia l’ho vissuto con il cuore affranto, perché ho potuto solo mandarle dei messaggi di auguri e non ho potuto abbracciarla. Mi sono messa a pregare e a poco a poco è tornata la pace nel mio cuore ed ho sentito di ringraziare Dio per le meraviglie che ha compiuto in me e nella mia famiglia nella quale abbiamo sperimentato la sua presenza.
Gabriella