Guidando il bus a Reggio Emilia.

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Come conducente del servizio urbano di Reggio Emilia ho proseguito il lavoro, in questo periodo, inizialmente con una certa apprensione: il timore di essere contagiati si è ridotto solamente quando i passeggeri sono praticamente scomparsi ed è stata tracciata una linea di demarcazione tra noi e le persone trasportate. Essendo abituato al traffico mi sembra di vivere in un paese surreale… . Ora rischio addirittura di smarrire il percorso. I turni sono ridotti; non c’è lavoro per tutti, nonostante molti colleghi siano in malattia. Ho accettato di aiutare gli addetti alla pulizia per sanificare i veicoli con alcool.

Questo mi ha dato l’occasione di conoscere meglio alcuni colleghi e di partecipare al loro dolore: la sospensione di chi fatica a vedere il figlio, perché è separato e il figlio vive con l’ex moglie; colleghi le cui mogli hanno perso il lavoro; il dolore di chi ha avuto il lutto del coniuge. A questo proposito è stato spontaneo raccogliere fondi per le spese del funerale. Ricevo anche qualche confidenza; un collega mi ha raccontato che il figlio gli ha detto: “Finalmente hai più tempo per stare con me”.

Riccardo Beltrami  – Reggio Emilia

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