“Questi giorni non saranno sprecati”.

Condividi

Dalla comunità di Pescara arrivano delle testimonianze che hanno fatto seguito alle parole di Papa Francesco di alcuni giorni fa: “In questi giorni difficili possiamo ritrovare i piccoli gesti concreti di vicinanza e concretezza verso le persone che sono a noi più vicine, una carezza ai nostri nonni, un bacio ai nostri bambini, alle persone che amiamo. Sono gesti importanti, decisivi. Se viviamo questi giorni così, non saranno sprecati”.

Dal focolare di Pescara
In questi giorni eravamo un po’ preoccupati per la situazione dei nostri vicini
Rom, con i quali si è stabilito stabilito un bel rapporto, grazie alle partite di calcio con i loro
ragazzi organizzate da Francesco con il contributo di Nicola, Lucio ed alcuni gen.
Avevamo acquistato un po’ di carne per mangiarla a Pasqua e la stessa mattina è arrivata una confezione di carne. Così abbiamo pensato di condividerla con i nostri amici Rom. Assieme alla carne abbiamo messo anche delle vaschette di insalata russa e quando i genitori dei ragazzi sono passati a ritirare i sacchetti erano visibilmente contenti.


Da Chiara e Andrea – Pescara

Dai primi di marzo ci troviamo a lavorare da remoto. Andrea ha subito avviato le
lezioni a distanza con notevole impegno nella preparazione, nella ideazione e progettazione, nella realizzazione. Impegno e tempo messo a disposizione con grande passione per il lavoro. Anche io ho iniziato a lavorare a distanza preparando il lavoro che verrà e programmando i mesi successivi a giugno per non far restare senza risposta le tante richieste.
Facciamo due lavori che vivono di relazioni sociali e vederle inibite in questo tempo
non ha reso le cose semplici. Tante volte nel rapporto personale entrambi riusciamo a
trovare in poco tempo soluzioni efficaci, a cogliere gli effetti di una proposta negli occhi
dell’altro. Ciononostante ci siamo ritrovati a promuovere, nei rispettivi campi di lavoro, prassi audaci e innovative in linea con le tendenze del governo per il lavoro a distanza.
Andrea ha predisposto per il settore matematica del suo istituto i primi test online per
la verifica di apprendimento e io i primi provvedimenti per proseguire l’attività nelle situazioni più sensibili. Molte volte significa confrontarsi con contesti che vorrebbero rimanere ancorati a vecchi modelli sicuri e, anche se alle volte restiamo inascoltati, il nostro contributo sentiamo che è importante per non farsi sopraffare dalla pigrizia e trovare strade creative in questo tempo che sentiamo una opportunità.
Anche in famiglia è un gioco scambiarsi nel tempo dedicato al lavoro. Il pomeriggio siamo entrambi con i bimbi a inventare giochi o metter a posto qualche parte della casa.
È cresciuta anche la comunione tra famiglie amiche, nella condivisione di esigenze
materiali, di idee per i figli, di dolori.
Sentiamo che questo tempo ci fa più uniti, sia perché stretti in quattro mura, sia per il dolore vissuto e condiviso che apre, come una chiave, inaspettate occasioni di unità.


Da Franco Di Biase – Pescara

Ho la sospensione dal lavoro e non so neanche quale sarà il mio stipendio, ma ho
ancora il lavoro, ho una casa, e ho deciso di dedicare tutti questi giorni in casa agli altri, per “rimediare” a questa mia fortuna.
Con una dozzina di persone tra cui Graziella, don Giorgio, e qualcuno appartenente ad altri movimenti eccleisali, casualmente ci siamo incrociati un anno fa per la dedizione comune nei confronti di persone immigrate e senza tetto, e da alcuni mesi ci siamo messi in rete perché dove soli non si arriva, insieme si svolta. Abbiamo assistito insieme a piccoli miracoli come trovare posti di lavoro, posti letto, pasti e cure. In questo periodo stanno passando dentro questa nostra rete tante difficoltà della città. Questa rete mi ha permesso di stare in casa come richiesto, ma con creatività. La necessità di farmaci, cibi senza glutine e latte in polvere per famiglie povere, mi ha spinto a dare una somma e questo ha mosso altre coscienze, sono arrivate altre donazioni per cui si è riuscito a sopperire alle necessità immediate. Nella rete, chi fa parte della comunità di S. Egidio ha i permessi per muoversi, mentre io ho dato la disponibilità per avviare la richiesta dei buoni spesa del comune, contattando una quindicina di famiglie povere o straniere che non sapevano come fare.
Mi è arrivata di provvidenza dal banco alimentare della mia parrocchia la possibilità di avere diversi pacchi alimentari per cui, dopo aver provveduto ad inviarne ad alcuni amici immigrati, ho colto l’occasione per chiedere a tutti gli Imam della zona che conosco, compreso l’Imam della moschea di Pescara, se nelle loro comunità ci fossero famiglie in difficoltà che avremmo potuto aiutare. Sono stati molto contenti del pensiero e mi hanno assicurato le loro preghiere.
Ho fatto mio il desiderio dell’amica della comunità di S. Egidio della nostra rete di
cercare donazioni perché almeno a Pasqua oltre 20 famiglie povere, alcune con tanti bimbi, avessero a tavola un po’ di carne. Ho chiamato tra i miei contatti Mario, responsabile del banco carne di un supermercato, spiegando il problema e dicendogli che io e Graziella avremmo pagato il necessario, dandogli intanto come anticipo quello che potevamo. Lui che è una persona molto generosa, ne parla con il direttore in modo da avere un forte sconto e consigliandomi anche i prodotti in offerta. Non so se Mario ha messo del suo, ma l’anticipo è stato fatto bastare. Abbiamo così ottenuto con poco più di 100 euro una fornitura di 50 polli e 20 cosce di tacchino, che sono stati distribuiti a 20 famiglie. Si fa sempre l’esperienza che noi siamo chiamati a mettere i pani e i pesci, lasciamo poi a Dio la possibilità di fare i miracoli.

Condividi

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO