Ho trovato mio padre

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Stavo per intraprendere una via di consacrazione, ma un pensiero non mi dava pace: se Gesù chiede a chi vuole seguirlo di lasciare i genitori, i campi… come potevo lasciare mio padre se prima non lo trovavo? Da tempo, infatti, ci aveva abbandonati; dell’ultimo incontro avuto con lui, a 15 anni, avevo un ricordo vago di due sconosciuti che non avevano nulla dirsi. Ora era diverso.

Dopo lunghe e laboriose ricerche, l’ho raggiunto nella località deserta dove viveva solo. Dopo il primo impacciato saluto, lui stesso ha preso a dirmi di sé: «Ho perso ogni speranza – mi diceva – e temo la morte perché sono certo che Dio non mi perdonerà».

A mia volta gli ho raccontato di me, della scelta che stavo per fare. E lui: «Non riesco a credere che da me sia nata una creatura come te». Da allora il filo tra noi non si è interrotto. Nell’ultima sua lettera mi scrive: «Qui vivo sempre solo e niente è cambiato, tranne il fatto che non sono più quello di prima. Ho capito che Dio mi ha perdonato e la prova è che lui si è scelto una mia figlia per sé».

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VI, n.3, maggio-giugno 2019)

 

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