Valencia: al lavoro per la fraternità

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Già da venti mesi nella città spagnola di Valencia, la terza del paese per numero di abitanti dopo Madrid e Barcellona, vi è un bel fermento: alcuni cittadini, associazioni e istituzioni sono al lavoro per promuovere il valore della fraternità nell’intera provincia e hanno voluto condividerlo con quante più persone possibili per realizzare diverse iniziative. I promotori del progetto stanno raccogliendo tutte quelle iniziative già esistenti che hanno come chiave di lettura quella della fraternità, e sono parecchie.

Valencia, capitale della Fraternità, è l’obiettivo che i suoi cittadini vogliono raggiungere mettendo a fuoco, valorizzando questo aspetto vissuto da tante persone, associazioni, istituzioni. Vi è l’aspirazione di ottenere il riconoscimento da parte del Parlamento Europeo, per incoraggiare anche altri territori europei nel rendere più presente  la fraternità. Sono cinquanta le trasmissioni radiofoniche andate in onda,”Alla fine del tunnel“, in cui si nota il fiorire di azioni di solidarietà. E il 7 dicembre 2020 si è celebrato un anno dalla costituzione della “Piattaforma VCEF – Valencia Capitale Europea della Fraternità” – con la presenza di 23 associazioni di solidarietà, università, centri culturali. Inoltre i contatti con i sei gruppi parlamentari delle Corti Valenciane hanno fatto nascere l’idea di rilasciare una dichiarazione istituzionale a favore del progetto VCEF. E il  rapporto è anche progredito, oltre ai tribunali valenciani, con la Generalitat, il Consiglio provinciale di Valencia, la Federazione dei comuni e della provincia di Valencia e il Consiglio comunale di Valencia per creare un “Forum interistituzionale per la Fraternità”.

In Italia, anche le città di Palermo e Torino hanno rinnovato il legame con la fraternità in occasione di due eventi. Nel 2018 a Palermo si è realizzato il progetto “Palermo, capitale della Cultura dell’Unità e della Fraternità”, all’interno dell’evento “Palermo Capitale italiana della cultura 2018”. A vent’anni dal conferimento della cittadinanza onoraria di Palermo alla fondatrice dei focolari, Chiara Lubich, la comunità dei Focolari ha voluto offrire il proprio contributo al cammino di tutta la cittadinanza verso la costruzione di una città dell’accoglienza e dei diritti, con i valori della fraternità e della continua ricerca del dialogo tra chiese, fedi, nel tessuto sociale anche quello più lacerato dall’illegalità, un cammino che prosegue ancor oggi.

La città di Torino ha conferito a Chiara Lubich la cittadinanza onoraria nel 2002 e da allora la comunità torinese ha continuato il suo cammino sulle tracce della fraternità, cuore del discorso che la Lubich tenne in quell’occasione. Ella stessa scrisse il suo saluto nel libro d’oro della città definendo Torino “la capitale della fraternità”. L’arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto sottolineava in occasione del conferimento come “questo gesto dell’amministrazione comunale di Torino, di conferire la cittadinanza onoraria a Chiara Lubich manifesta una capacità di collegarsi con la storia religiosa di questa città, una storia di fraternità. I nostri santi sociali, così tanto citati oggi, sono veramente quelli che hanno creato l’innervatura dell’identità stesso della città di Torino. E allora il carisma di Chiara, questo suo annunciare a tutti la spiritualità dell’unità e della comunione è un carisma che va molto incoraggiato e sostenuto, perché corrisponde all’essenza del cristianesimo. Se davvero fossimo capaci di realizzare la fraternità universale, non ci sarebbero più poveri né guerre. Sarebbe un’anticipazione del Paradiso”.

 

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