Al Ministero

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Quando, durante una seduta al Ministero, avevo esposto la mia proposta, due mie colleghe ci erano rimaste male e avevano recriminato dicendo che non avevo tenuto abbastanza conto del loro punto di vista.

In effetti si trattava di una situazione delicata da risolvere e io avevo “privilegiato” chi poteva soffrire di più in quella circostanza. Però mi sembrava di aver cercato di mantenermi fermo sia nel rispetto di ogni proposta sia nell’idea che ci trovavamo nella condizione di dover favorire gli svantaggiati.

Poco dopo, durante la pausa, al bar, sono andato verso le colleghe che mi tenevano il broncio e, pacatamente, ho riparlato della mia posizione verso persone di cui avevo conosciuto personalmente la sofferenza.

«Hai ragione – ha ammesso alla fine una di loro –, l’orgoglio di essere protagonista mi aveva oscurato la vista. Ti sono grata della tua attenzione verso gli altri». Mentre l’altra: «Questa pandemia è un vero giudizio universale. Ci sta rivelando quello che siamo. Grazie per il tuo coraggio e il tuo altruismo».

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VI, n.6, novembre-dicembre 2020)

 

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