Con gli auguri di poter vivere ed essere quel popolo di Pasqua . . .

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Con gli auguri di poter vivere ed essere quel popolo di Pasqua che testimonia l’amore del Padre per tutti.

Rosalba Poli e Andrea Goller
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia

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Cari fratelli e sorelle,
siamo entrati nella Settimana Santa. Per la seconda volta la viviamo nel contesto della pandemia. L’anno scorso eravamo più scioccati, quest’anno siamo più provati. E la crisi economica è diventata pesante.
In questa situazione storica e sociale, Dio cosa fa? Prende la croce. Gesù prende la croce, cioè si fa carico del male che tale realtà comporta, male fisico, psicologico e soprattutto male spirituale, perché il Maligno approfitta delle crisi per seminare sfiducia, disperazione e zizzania.
E noi? Che cosa dobbiamo fare? Ce lo mostra la Vergine Maria, la Madre di Gesù che è anche la sua prima discepola. Lei ha seguito il suo Figlio. Ha preso su di sé la propria parte di sofferenza, di buio, di smarrimento e ha percorso la strada della passione custodendo accesa nel cuore la lampada della fede. Con la grazia di Dio, anche noi possiamo fare questo cammino. E, lungo la via crucis quotidiana, incontriamo i volti di tanti fratelli e sorelle in difficoltà: non passiamo oltre, lasciamo che il cuore si muova a compassione e avviciniamoci. Sul momento, come il Cireneo, potremo pensare: “Perché proprio io?”. Ma poi scopriremo il dono che, senza nostro merito, ci è toccato. […]
Ci aiuti la Madonna, che sempre ci precede sul sentiero della fede”.

(PAPA FRANCESCO – ANGELUS Domenica delle Palme, 28 marzo 2021)

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Signore, dammi tutti i soli…
Ho sentito nel mio cuore la passione che invade il tuo per tutto l’abbandono in cui nuota il mondo intero.
Amo ogni essere ammalato e solo: anche le piante sofferenti mi fanno pena… anche gli animali soli.
Chi consola il loro pianto?
Chi compiange la loro morte lenta?
E chi stringe al proprio cuore il cuore disperato?
Dammi, mio Dio, d’esse nel mondo il sacramento tangibile del tuo Amore, del tuo essere Amore: d’essere le braccia tue che stringono a sé e consumano in amore tutta la solitudine del mondo.

(CHIARA LUBICH – Meditazioni, Città Nuova 1959 – pp 19)

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