Grottaferrata (Roma): una chiamata speciale all’unità

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Era un rapporto molto stretto quello che legava Chiara Lubich, la fondatrice dei Focolari, alla cittadina dei Castelli romani, Grottaferrata. Ella visse lì alcuni anni, a Villa Maria Assunta, prima di trasferirsi presso il Centro internazionale di Rocca di Papa. E il 29 aprile 2021 la comunità di Grottaferrata ha voluto mettere insieme due figure rappresentative della città, la beata Suor Maria Gabriella della Trappa e Chiara Lubich, in una iniziativa dal titolo “La nostra città di Grottaferrata: una chiamata speciale all’unità?”, proposta inserita all’interno di un ciclo di incontri promossi dalla comunità parrocchiale del “Sacro  Cuore”.

La riflessione è stata condotta da Margaret Karram, la neo-eletta Presidente dei Focolari, alla sua prima uscita pubblica, e da Suor Gabriella in diretta streaming dalla Trappa di Vitorchiano (VT).

Quest’ultima racconta come Suor Maria Gabriella, al secolo Maria Sagheddu (1914-1939) nata a Dorgali, in Sardegna da una famiglia di pastori, all’età di ventuno anni scelse di consacrarsi a Dio. Seguendo le indicazioni del suo padre spirituale, entrò nel monastero di Grottaferrata, comunità povera di mezzi economici e di cultura, governata allora da madre M. Pia Gullini, che aveva una grande sensibilità per l’ecumenismo. Suor Maria Gabriella si sentì subito coinvolta e fu spinta a offrire la sua giovane vita per l’unità dei cristiani. La comunità delle Trappiste è molto diffusa e ci sono ancora oggi parecchie vocazioni di giovani attirate da una vita interamente donata a Dio e ai fratelli.

Margaret Karram avvia la sua riflessione sottolineando come queste due figure, Chiara Lubich e Suor Maria Gabriella, abbiano dato la vita per l’unità e come la vita di Suor Maria Gabriella avesse tanto colpito la Lubich proprio nella sua immediatezza e spontaneità della sua offerta e nell’aver concluso la sua vita terrena, il “Santo Viaggio”, in pochissimi anni dalla conversione. La storia di Margaret, familiare, umana e spirituale, avvince le persone presenti della comunità di Grottaferrata. La sua scelta di Dio avviene proprio all’interno della comunità di Haifa, città nella quale è nata, e racconta della testimonianza della sua famiglia e in particolare di sua madre che sin da piccola l’ha indirizzata verso un grande amore per Dio, trasmettendole con l’esempio la certezza della fede e l’amore per i più fragili e i poveri. Una vita, quella di Margaret, dedicata e improntata al dialogo poiché è vissuta nella Terra Santa, terra di contraddizioni e di contrasti. Lei ringrazia Dio per essere nata lì, la terra di Maria, una donna che ha segnato la storia dell’umanità, nostro modello nell’ascoltare, nel sopportare i dolori per imitarla nel creare spazi di dialogo, di incontro e di fraternità. Margaret conclude il suo intervento con le parole di una meditazione di Chiara: «È il Vangelo che affascinando – perché Luce in amore – rapisce e trascina. Poi morrai magari su una croce per non esser dappiù del Maestro, ma morrai per chi ti crocifigge, e così l’amore avrà l’ultima vittoria. Ma la sua linfa – sparsa pei cuori – non morrà. Frutterà, fecondando, gioia e pace e Paradiso aperto. E la gloria di Dio crescerà. Ma tu sii quaggiù l’Amore perfetto».

Suor Gabriella della Trappa di Vitorchiano e Margaret Karram in un saluto affettuoso “a distanza” si ripromettono di incontrarsi perché tanti sono i punti che le due spiritualità hanno in comune: insomma, un dirompente desiderio di conoscersi e mettere al centro i rapporti e l’essere famiglia, innanzitutto all’interno della Chiesa.

Patrizia Mazzola

 

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