Il Movimento dei Focolari Italia condivide il contenuto della lettera presentata dal Tavolo asilo – immigrazione al presidente Draghi

Foto di Matteo Penna da Flickr
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Il Movimento dei Focolari condivide il contenuto della lettera presentata dal Tavolo asilo – immigrazione al presidente Draghi e si associa a tutte le richieste rivolte al Governo in vista della votazione alla camera per il rifinanziamento delle missioni militari dell’Italia, previsto per il prossimo 15 luglio.

Siamo spinti dalla ‘passione per l’umanità’ e non accettiamo di vedere quotidianamente le stragi dei morti nel Mediterraneo senza esprimere il nostro pensiero per invitare le istituzioni e i nostri rappresentanti politici ad una politica libera da egoismi personali e sociali.

Dall’inizio del 2021 sono morte almeno 720 persone lungo la rotta del Mediterraneo centrale e 13.000 migranti sono stati riportati nei centri di detenzione libici. 7.135 persone sono morte nel Mediterraneo dalla firma dell’accordo tra Italia e Libia.

Vogliamo porre fine alle stragi in mare, sappiamo di far parte di un Paese capace di accogliere, proteggere e curare.

Per questo condividiamo il testo della lettera presentata e firmata dal Tavolo asilo – immigrazione, in cui si esprimono numerose organizzazioni di cui riportiamo il testo.

 

Egregio presidente Draghi,

la cronaca di queste settimane in più occasioni ha dato conto di stragi e tragedie che continuano a consumarsi sotto i nostri occhi nel Mediterraneo, sulle coste italiane e su quelle libiche. Dal 2017, anno della firma da parte del nostro Governo del Memorandum con la Libia, oltre alla strage di innocenti in mare, assistiamo all’ intervento della cosiddetta Guardia costiera libica, finanziata con risorse italiane e della UE, che ha operato respingimenti riconducendo più di 60mila persone nei centri di detenzione governativi e soprattutto, fatto ancor più grave, in quelli gestiti dalle milizie paramilitari.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi è intervenuto più volte, anche di recente durante la visita nel nostro Paese, per sottolineare la necessità di interrompere queste operazioni perché la Libia non può essere annoverata tra i ‘Paesi sicuri’, mancando le condizioni per il rispetto dei diritti umani e del diritto d’asilo. Non è accettabile che si parli di ‘salvataggi dei naufraghi’, quando nelle sedi istituzionali europee e nazionali è ben noto che essere riportati in Libia significa essere condannati a violenze, torture e abusi di ogni tipo. L’unica alternativa possibile alle morti in mare non può essere finanziare missioni il cui fine è quello di ricondurre i naufraghi in luoghi dove vengono detenuti e le loro vite sono messe a rischio.

Il nostro Paese in passato aveva deciso di mettere in campo una operazione molto importante di ricerca e salvataggio, Mare Nostrum, che oggi sembra essere solo un lontano ricordo. I successivi interventi, oltre a cancellare le operazioni di soccorso che avevano messo in salvo decine di migliaia di vite umane, hanno compromesso i salvataggi, per l’assenza di un coordinamento delle operazioni di soccorso e i ripetuti fermi amministrativi imposti alle navi delle ONG. Oggi il Mediterraneo è un deserto che ogni giorno seppellisce, sotto le sue acque, vite umane della cui sorte i Governi sono responsabili. Sono più di 7mila i morti accertati dal 2017 ai nostri giorni. In queste ore il Governo da lei presieduto ha inviato al Parlamento la delibera che rinnova le missioni militari e tra queste anche quella che riguarda la Libia.

Se si vuole realmente promuovere il processo di pace in quel Paese e sottrarre la principale arma di ricatto alle milizie e alle bande che continuano a controllare il territorio libico e le sue coste, è necessario metter fine a ogni sostegno alla cosiddetta Guardia costiera libica ed evacuare velocemente le persone rinchiuse nei centri di detenzione ufficiali e non ufficiali verso Paesi dove i loro diritti, in particolare il diritto a richiedere asilo, siano garantiti.

Devono altresì cessare i finanziamenti ai centri di detenzione per i migranti, prevedendo al loro posto strutture di prima accoglienza che abbiano standard minimi e garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali delle persone che vi sono accolte, a partire dalla libertà di movimento, con uno status di soggiorno legale, anche temporaneo, in Libia, in modo da evitare che i migranti siano esposti a costanti abusi.

Pensiamo, inoltre, che sia necessario promuovere un’azione politica con la Ue per un intervento di ricerca e soccorso e in particolare riteniamo urgente che l’Italia, in quanto Stato costiero, torni a coordinare le attività di SAR nel Mediterraneo e supporti attivamente il lavoro a oggi svolto dalle ONG.

Chiediamo, infine, una riforma delle politiche europee d’asilo che vada nella direzione di una ripartizione equa tra gli Stati, salvaguardando la dignità delle persone che arrivano alle nostre frontiere, nel rispetto dei princìpi della nostra Costituzione (art. 10) e della legislazione europea e internazionale.

Siamo certi della sua sensibilità per il rispetto dei diritti umani e delle vite delle persone che arrivano sulle nostre coste e sappiamo quanto le stia a cuore il futuro dell’Europa. Per questo ci rivolgiamo a Lei, non potendo più assistere inermi alla strage che ogni giorno si compie sotto i nostri occhi, né tanto meno pensiamo sia possibile continuare a sostenere con risorse pubbliche gruppi che usano la violenza, fino alla strage, per arricchirsi alle spalle di migliaia di innocenti. Uomini, donne, bambini, bambine e adolescenti, spesso soli, costretti a subire violenze inaudite e a vedere violati i loro diritti fondamentali di esseri umani.

Le chiediamo pertanto di fermare questa situazione disumana e di invertire la rotta, dando vita, con la revoca di ogni sostegno alle milizie libiche che gestiscono la cosiddetta Guardia costiera, a una nuova stagione dei diritti che potrebbe rappresentare una rinascita morale per la Ue, oggi sempre più chiusa nei suoi egoismi e succube di sentimenti di odio e di razzismo.

Certi dell’attenzione che dedicherà alle nostre ragioni, le inviamo i nostri migliori saluti.

A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, Cgil, Cies, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Conngi, Emergency, Europasilo, Fcei, Fondazione Migrantes, Intersos, Legambiente, Medici del Mondo Italia, Medu, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Msf, Oxfam, Refugees Welcome Italia, Save The Children, Senza Confine, Simm

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10 Commenti

  1. Documento impostato bene che individua le responsabilità di ciascuno e l’importanza di risposte concrete urgenti.

  2. ….con uno status di soggiorno legale, anche temporaneo, in Libia, in modo da evitare che i migranti siano esposti a costanti abusi.
    Sinceramente non riesco a capire perché si devono far passare i migranti dalla Libia o al massimo i centri in Libia devono essere gestiti con la presenza di membri dell’UE ma sono da preferire intensi interventi di prelievo umano dalle nazioni di provenienza, senza che facciano percorsi per trovare una potenziale morte o disagio fisico ed economico.

  3. Sono d’accordo nel non rifinanziare gli aguzzini libici. Occorre anche continuare nella pressione ai governanti libici per una maggiore attenzione alla loro gente nel senso della dignità e dei diritti umani. Per quanto riguarda la UE, riconosco che ci sono delle lacune grandi ma non classificherei tutto nel segno dell’egoismo perché ha fatto tanto per l’accoglienza e i problemi reali/enormi ci sono.Ringraziamo invece ogni passo verso l’accoglienza e l’integrazione. Saluto e ringrazio

  4. Speriamo che prendano atto di quanto scritto e agiscano di conseguenza per il bene di questa gente tanto indifesa e bisognosa dEl nostro aiuto

  5. Forse non bastava mandarla al presidente Draghi, ma almeno anche ai capi partito, ai presidenti della Camera e del Senato, non so coinvolgere di più. Comunque meno male che c’è stato un inizio, almeno un po’ di indignazione, un po’ di coraggio a far emergere l’umano buon senso! Grazie! Continuate, continuiamo insieme! Meno male che Città Nuova questo coraggio ce l’ha!

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