Papà a casa da noi

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Quando la salute di papà è peggiorata, è stato necessario accoglierlo da noi. Per mio marito e per i nostri figli era la soluzione più ovvia. Le mie sorelle comunque facevano la loro parte per agevolarci le cose. Volevamo ricambiare tutto l’amore che lui aveva sempre avuto per noi figli. Per non disorientarlo abbiamo trasferito a casa nostra il suo letto, la sua poltrona, i suoi quadri; abbiamo perfino applicato lo stesso linoleum nella sua nuova stanza affinché non si rendesse conto del trasloco.

Per tutto ciò abbiamo anche ricevuto critiche da qualcuno secondo il quale la presenza del papà ammalato avrebbe potuto avere conseguenze negative per la famiglia. Io invece replicavo: «Certo si tratta di dare tanto, ma ciò che si riceve è incalcolabile». Tante persone, venendo a trovarci, hanno capito che lui, nonostante le condizioni nelle quali si trovava, occupava un posto importante nella nostra famiglia. Dopo la morte di papà, una signora incontrata per strada mi ha detto: «Vorrei ringraziarla per ciò che ho visto e sentito: questo è cristianesimo»

(Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VIII, n. 1, gennaio-febbraio 2022)

 

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1 commento

  1. Grazie di questa esperienza, tenere gli anziani in casa è un dono per tutta a famiglia.
    Noi abbiam preso nella nostra casa, mia nonna e mia madre entrambe malate, non è stato semplice, ma le nostre figlie si ricordano ancora, con tanto piacere, quegli anni, è vero abbiamo dato tato, ma ricevuto di piu.

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