Riceviamo e pubblichiamo.
Immaginando il mio futuro qui… di Anita Leonetti
Il progetto di accoglienza per le mamme ucraine a Cosenza è realizzato da AFN in collaborazione con le Suore Minime della Passione di N.S.G.C che hanno messo a disposizione la casa dove ad oggi risiedono le donne ospiti con i loro figli. Il progetto prevede, oltre alla prima accoglienza, anche un supporto nelle pratiche burocratiche e sanitarie, un accompagnamento all’istruzione e all’apprendimento della lingua italiana e un supporto psicologico. Le attività vengono portate avanti da un’equipe multidisciplinare che, negli ultimi sei mesi, ha accompagnato le donne e i bambini nei loro percorsi di autonomia, in collaborazione con una rete di volontari, associazioni e realtà territoriali che sostengono il progetto. Ad oggi nella casa famiglia vivono 3 mamme con 4 bambini. Eugenia è una di queste.
“Mi chiamo Yevheniia, Eugenia in italiano ed ho due figli: Artom di 10 anni ed Elisa di 9 anni. Vengo da Odessa, che si trova nella parte meridionale; lì facevo diversi lavori, anche il muratore”.
Quando sei arrivata in Italia e come?
Appena è scoppiata la guerra, insieme ai miei figli abbiamo lasciato la casa e tutta la nostra vita per metterci in salvo. In Italia, e precisamente a Cosenza, erano presenti dei parenti ed allora ho deciso di arrivare fin qui. Per un paio di settimane siamo stati ospiti a casa loro, ma poi non è stato più possibile per tanti motivi, tra questi, anche la precarietà economica, io non lavoravo ed i miei bambini avevano delle necessità. Tramite una rete di connazionali sono entrata in contatto con Angela, che poi ho scoperto essere la mediatrice del progetto che ci ha accolti. Ho chiesto aiuto e lei e la stessa sera, era il 30 aprile, è venuta a prenderci per accompagnarci in questo posto che oggi considero come la mia seconda casa. Qui ho trovato le suore, Mariella, la referente di AFN, e Maria Pia, l’operatrice che non solo ci hanno accolti ma ci hanno aiutato e supportato in tutto. Sin dai primi giorni insieme a Maria Pia ho iniziato a conoscere la città, siamo andate a scuola per l’iscrizione dei bambini, ho trovato piccoli lavoretti ed ho iniziato a vivere serenamente.
Raccontaci brevemente la tua esperienza in casa famiglia
La mia esperienza qui è molto positiva. La casa è accogliente, io ho una stanza grande con il bagno in camera, c’è un soggiorno, una cucina ed un ampio cortile. Le operatrici sono bravissime, sempre disponibili, non mi hanno fatto mancare nulla, io devo ringraziare loro se oggi lavoro e posso provvedere alle esigenze dei bambini. Ho ricevuto tanto, dagli indumenti, ai beni primari. Durante i mesi estivi, siamo stati ospitati sempre in una casa delle suore a Paola, una località di mare, dove abbiamo trascorso una settimana, un’esperienza bellissima! In casa famiglia oltre a me, c’erano altre 5 mamme con 9 bambini. A volte, ci sono stati momenti di difficoltà dovuti alla convivenza e allo stress, ma grazie al lavoro con le operatrici e con la psicologa, li abbiamo superati. Al momento la mia vita e quella dei miei figli è molto impegnata: io lavoro tutte le mattine e spesso anche i pomeriggi, i miei bambini vanno a scuola e poi sono affidati alle cure dell’operatrice, Maria Pia, che è molto cara, disponibile, è con lei che ho imparato tante cose.
Perché è stato importante ricevere un supporto in questo momento difficile?
Avere delle persone che si sono prese cura di noi è stato indispensabile per superare i momenti di paura e di incertezze. Maria Pia ed Angela, la mediatrice, sono state presenti in tutto: nella parte documentale, infatti ho il permesso di soggiorno, il medico di base, ho fatto i vaccini ed anche le visite specialistiche necessarie; e anche nella vita di tutti i giorni, non mi è mancato nulla. Mi sono sentita capita accolta aiutata e supportata. Mi fido di loro, anche della dott.ssa Venuto, la psicologa che ha fatto gli incontri settimanali con tutte noi. Oggi mi ritengo fortunata, nonostante quello che abbiamo vissuto, molte ragazze che conosco sono dovute rientrare in Ucraina perché non hanno trovato persone che le hanno aiutate e non ce l’hanno fatta, mentre io sto immaginando il mio futuro qui a Cosenza. Mi aiuterà l’equipe della casa famiglia a trovare una casetta, cosi come hanno fatto con un’altra mamma che oggi vive in una piccola casa nel centro storico, Maria Pia va da lei due volte a settimana per assicurarsi che abbia tutto. Voglio che i miei figli crescano in un ambiente sicuro, senza guerra.
Maria Pia, l’operatrice della casa famiglia che lavora a stretto contatto con le mamme e i bambini, ci racconta:
Lavoro da diversi anni come educatrice nella casa famiglia per minori gestita dalle suore minime; quando è partito questo progetto con AFN è stata subito una nuova sfida per me e ho accettato subito spinta dalla sensibilità verso chi, ha dovuto lasciare la propria vita e la propria terra a causa della guerra. Per me è stata un’esperienza bella arricchente, ci sono stati momenti difficili, ma che abbiamo gestito con l’aiuto della mediatrice. Le mamme accolte sono donne forti che credono nel loro ruolo, anche dopo ore di lavoro rientrano a casa e si occupano con amore dei figli; sono donne che hanno avuto il coraggio di lasciare la loro vita con l’ottimismo di iniziarne una nuova. Gratificante è stata anche la rete di volontari che si è creata, è bello constatare che ci sono persone piene di sensibilità vero chi ne ha bisogno.
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