Un carisma donato, un carisma vissuto. Gocce di spiritualità per tutti

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Sono circa le 14.00 di domenica ed il programma è terminato. Anche il buon pranzo è terminato … ma si cercano ancora piccoli pretesti per non lasciarsi: un cenno affettuoso, uno scambio dei contatti, l’immancabile caffè ai distributori.

Si desidererebbe rimandare la partenza per  fissare nel cuore le emozioni e gli istanti che nel fine settimana  hanno allargato l’anima e fatto brillare gli sguardi. Forse, dire ai ‘compagni di viaggio’  ciò che si prova intimamente, fare un appunto in un foglietto da lasciare alla reception o esprimere verbalmente la propria gratitudine, dà la certezza che è accaduto davvero … E’ così infatti che ci si saluta quel giorno senza dimenticare di accertarsi che tutti ritornino per l’appuntamento successivo.

Dove siamo? Al centro Mariapoli “Chiara Lubich” di Cadine, a Trento. Siamo al termine del primo weekend del percorso ‘Gocce di Spiritualità’  riproposto dal 21 al 23 ottobre dopo l’apprezzamento dell’edizione dello scorso anno. Circa sessanta  persone provenienti da un ampio raggio territoriale: Monza, Ferrara, Bologna, Treviso, Mestre, Bolzano, Rovereto, Trento e altri centri della regione ‘ospitante’.

La proposta trentina di ‘Gocce’, in virtù degli eventi di cui la città è stata teatro negli anni ’40, contiene uno sguardo inedito sulla ‘piccola storia’(cfr. “Memoria e Presente“ di Lucia Abignente):  la vita del Movimento in città, a Trento  nei primissimi anni, quasi una ‘cronaca’  storica ed esperienziale di quel ‘cortocircuito’  che ha immesso, nel tempo, dinamiche inconsuete (oppure ‘nuove’): cortocircuiti appunto (come li ha definiti Giovanni Delama, storico e scrittore trentino nel suo intervento introduttivo).

Se normalmente la ‘causa-violenza’ genera un ‘effetto-violenza’, a Trento il  ‘Tutto crolla’ … ha prodotto un effetto diverso: ha innescato la scoperta che  “Dio ci ama immensamente” …  e una rivoluzione d’amore nelle persone e in città.

“Gocce” ha messo in luce che – se le circostanze sono diverse –  la ‘qualità’ dei tempi di allora e di oggi è molto simile. In questo senso la visita ai luoghi della città che appartengono a questa storia non ha avuto nulla di nostalgico o di distante dai nostri vissuti. Anzi!

Ma, in più, c’è quello che si è creato lì, ‘tra’ i convenuti. Una sorta di contenuto spontaneo di valore aggiunto. Le affermazioni che si colgono qua e là  sono significative. La narrazione dal cuore caratterizza il rapportarsi e il dialogare di quei giorni. Se si potesse stilare una statistica delle espressioni in base alla loro frequenza avremmo in testa gioia e scoperta, ma anche energia, sollievo, consolazione, pace. E poi: esperienza indelebile, polla d’acqua pura, sorgente generosa, rinascita interiore.

Devo dire che mi ha colpito il termine ‘rimedio’ usato con convinzione da una delle partecipanti per definire l’efficacia di ‘Gocce di spiritualità’. Rimedio è una parola che mi piace molto: sa di cura e prendersi cura: anche di sé stessi. Sa di qualcosa di molto umano, non prodotto in laboratorio. E’ rassicurante, guarisce, risana come l’amore, fa ritornare all’ordine naturale della creazione, dell’anima. Fa stare bene e guardare avanti. Dice molto, dice tutto.

Il vangelo si percepisce come attualizzato e anche parlare di ‘fioretti’ perde completamente la connotazione pietistica che …  Ritornare a erano tempi di guerra, incipit di ogni narrazione della storia dell’Ideale, ci dice che questo ‘oggi’ così complicato, frammentato e buio ritorna ad essere il nostro ecosistema di vita – bonifica – . Potere del … rimedio.

Un saluto tra i molti ma al tempo stesso  una promessa è stato “Sempre lì, nella Piazza”. Bello, vivo, vero. Certo, ci si riferisce a Piazza Cappuccini (indirizzo del primo focolare)  ma ora ad ogni ‘piazza ‘ nella vita dell’uomo.

Andreina Altoè

 

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