Marcello, il gelato di Cancello

Un carretto di gelati rimette in moto la città

Che l’iniziativa sia originale è evidente dai nomi e i relativi gusti dei gelati. Giuseppe Alberti, Marco Claudio Marcello, Manfredi di Svezia, Giovannella Stendardo, S. Alfonso Maria de Liguori, rispettivamente per ricotta stregata, ricotta e pera con glassa al cioccolato bianco, pistacchio variegato al mandarino con glassa al cioccolato verde con mandorle pralinate, fior di latte con glassa al cioccolato e granella di nocciole, fragola, vaniglia con limone e zenzero con glassa alla vaniglia. Lo scrivente, che è diabetico, è costretto a non dilungarsi sull’elenco perché già si sente male al solo dolce e immaginifico pensiero.

I lettori lo avranno intuito da soli: i nomi si riferiscono a personaggi della storia locale che hanno avuto a che fare con il territorio, i gusti sono quelli di un tempo, quando esistevano solo i prodotti a chilometri zero. Ça va sans dire: genuini, naturali, veraci.

Siamo a Cancello Scalo, sei mila anime di una frazione di San Felice in provincia di Caserta, e il principale luogo di ritrovo, la piazza, è dedicata al «Console Romano Marco Claudio Marcello – ci spiega uno degli ideatori dell’iniziativa Enzo Gagliardi – che in questo territorio accampò le sue legioni prima di attaccare le truppe di Annibale a Nola. Nei pressi della piazza c’era la chiesa di S.Pietro in Vinculis, in cui il Re Manfredi di Svevia nel 1255 ricevette gli ambasciatori della città di Napoli in segno di resa. Il castello medievale che sovrasta la collina, dono di matrimonio del Conte Tommaso d’Aquino per la sposa Margherita di Svevia».

L’idea nasce nel ménage familiare. La piazza è vuota, non ci sono iniziative, non è più un luogo di socializzazione, incontri, gioco, chiacchiere.

«Che fai esci?» – chiede la mamma Giusy Lollo al figlio. «E dove vado? – la risposta – in piazza non c’è neanche un gelataio!». Detto fatto. A Giusy con il marito Enzo si accende la lampadina di una nuova idea. Sono impegnati nel volontariato, in un’associazione culturale, ma cosa possono fare per i figli, per il paese, per valorizzare il patrimonio culturale, la conoscenza della storia e dei personaggi locali? Soprattutto per le nuove generazioni perché, chi per lavoro o per studio, lasceranno presto il loro paese.

Ed ecco a voi l’uovo di Colombo: Marcello il gelato di Cancello. Una dolce idea, un gelato artigianale fatto ad hoc da un produttore del luogo con i nomi e i gusti storici locali. Mangiando un gelato si ha un’occasione di andare in piazza, di parlare con gli amici, di passare una serata spensierata e al tempo stesso conoscere le radici della propria città. L’utile e il dilettevole.

Come realizzarlo se non mettendosi insieme, in rete? Ci vogliono risorse, persone e il carisma dell’unità di Enzo e Giusy che coinvolgono le tante associazioni locali impegnate nei campi più disparati, dal trekking al giardinaggio, con un autofinanziamento diffuso senza scopo di lucro per comprare un carretto da gelataio stile anni ’80. In un mese raccolgono la cifra necessaria, ottengono l’autorizzazione sanitaria dell’Asl per la distribuzione degli alimenti e l’entusiasmo di tante persone coinvolte.

L’incasso del venduto, detratte le spese, sarà subito reinvestito in nuove iniziative culturali. A chi generosamente ha partecipato alla sottoscrizione, ha avuto ben 20 gelati gratis. La fattura di acquisto del carretto da gelataio è pubblicata sul sito dell’associazione “Fatti per volare” (https://www.fattipervolare.org/ ) per la trasparenza assoluta che crea fiducia. Da maggio in poi, per tutta l’estate tre sere a settimana, venerdì, sabato e domenica, dalle 20 in poi, giovani e adulti sono stati protagonisti della vendita.

Anche il sacerdote del paese si è messo il grembiule e ha distribuito il gelato. Come non ricordare don Tonino Bello quando scriveva: «Io amo parlare della chiesa del grembiule che è l’unico paramento sacro che ci viene ricordato nel Vangelo. “Gesù si alzò da tavola, depose le vesti si cinse un asciugatoio”, un grembiule l’unico dei paramenti sacri».

La proposta è andata bene, ha coinvolto tante persone, altre frazioni hanno richiesto il carretto del gelato e soprattutto con la vendita sono state finanziate tante piccole serate culturali per valorizzare i talenti locali. La piazza si è allargata e riempita di tavolini, sedie, di nuovo luogo di ritrovo. Si sono esibiti cantanti, attori, musicisti con violino e fisarmonica.

Un’occasione anche per conoscere la canzone napoletana, fare un laboratorio artigianale sui giocattoli in legno e sull’importanza delle api per l’ecosistema, imparare a fare la pasta, la pizza e i biscotti. Insomma, il gelato che promuove la cultura, il bene comune, l’unità nella comunità per dare nuova vita alla Civitas.

Aurelio Molè