La porta aperta

foto Pixabay
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“Sono stata trattata male!”

Questa la prima reazione a chi mi ha praticamente chiuso il telefono senza rispondere alla mia richiesta di informazioni. Sì subito ho pensato: è come se mi avessero chiuso la porta in faccia, sbattendola pure. Calmata la prima reazione di rabbia, provo a pensare a chi c’era dall’altra parte: un operatore come me, dai toni esasperati, probabilmente esausto per una giornata di continue emergenze, frustrato dalla sproporzione tra le proprie risorse e le continue richieste di aiuto. Questa porta chiusa mi segnala il disagio di un collega, un campanello di allarme per chi è al limite. Chi si preoccupa di lui/lei? Chi si prende cura di chi cura?

Basta pormi da quest’altra prospettiva e la mia porta si riapre, alla comprensione, alla evidente necessità di tutelare la salute psicofisica degli operatori sanitari. Sì le nostre professioni sono iscritte tra i lavori usuranti, ma forse noi stessi, finché non siamo al limite, non ce ne rendiamo conto. Pensando alla mia realtà quotidiana, penso che il primo passo che posso fare è accogliere l’altro così com’è, facendo attenzione ai segnali di stanchezza.

In un incontro svoltosi ad Assisi nel settembre del 2016, il sociologo Bauman si rivolse a papa Francesco con queste parole: «Ho lavorato tutta la vita per rendere l’umanità un posto più ospitale. Sono arrivato a 91 anni e ne ho viste di false partenze, fino a diventare pessimista. Grazie, perché lei è per me la luce alla fine del tunnel».

Penso che qualcosa di simile possiamo dirlo anche noi, specie alla fine di giornate dure, quando vorresti solo lasciarti tutto alle spalle e non ci riesci.

Per aiutarci in questo percorso, trovo convincente ed attuabile, anche nel nostro contesto, l’invito di Papa Francesco a «iniziare processi più che a possedere spazi»(Evangelii gaudium, n. 223).

Cercherò di muovermi nel tempo più che nello spazio, facendo la mia parte per creare occasioni di distensione e clima di lavoro sereno; sono sicura che l’uno così custodirà gli altri.

Paola Garzi

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