Appello campagna italiana di disinvestimento cattolico dalle fonti fossili

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APPELLO a tutte le organizzazioni cattoliche italiane

A SOTTOSCRIVERE L’IMPEGNO A DISINVESTIRE DALLE FONTI FOSSILI LINK, quale testimonianza di prossimità verso i nostri fratelli e sorelle che resistono nei rifugi, sotto i bombardamenti, al fronte, senza elettricità al freddo in Ucraina.

«[…] Vorrei, con queste mio breve messaggio, ringraziarvi per avermi invitato a riflettere su un tema che considero centrale e non più rinviabile. L’ambiente rappresenta, infatti, la bussola del nostro agire e la chiave che tiene insieme tutto: dai cambiamenti climatici alle migrazioni, dalle sfide tecnologiche alle grandi questioni economiche e finanziarie. […] Oggi più che mai è necessario proteggere la nostra coesione, tutelare la nostra unità. La risposta è agire insieme, “prendersi cura” l’uno dell’altro e riscoprire l’importanza delle relazioni sociali nella comunità. Non è più accettabile uno sviluppo senza giustizia o una crescita senza diritti».

David Sassoli, 49a Settimana Sociale dei cattolici italiani, Messaggio del Presidente del Parlamento Europeo

OGGI 21 DICEMBRE 2022, ENTRANDO IN UN INVERNO CHE SI PREANNUNCIA TRA PIÙ FREDDI PER L’EUROPA DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE.

Noi, realtà cattoliche nazionali italiane che abbiamo già deciso di non avere fondi investiti nelle compagnie di estrazione delle fonti fossili lanciamo questo Appello affinché altre istituzioni cattoliche si uniscano a noi impegnandosi a disinvestire nei prossimi cinque anni.

«Alzati in fretta» è l’invito, rivolto da papa Francesco in occasione della scorsa Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, che risuona oggi ed interpella la nostra responsabilità NEL PRESEPE, contemplando con Gesù tutti i bambini che stanno soffrendo per il freddo e la guerra, quest’anno ponete significativamente la sottoscrizione del vostro impegno a disinvestire dalle fonti fossili quale segno:

• che vi siete “spogliati” da i vostri investimenti in un’economia estrattiva e del saccheggio, i cui interessi geopolitici stanno provocando conflitti in tutto il mondo e in particolare in Ucraina;

• che fate la vostra parte per accelerare la transizione ecologica verso energie rinnovabili, liberando dal peso di finanziare, ogni giorno che accendiamo la luce, il gas di cucina, il riscaldamento, perché dipendenti dal gas russo, un’economia di guerra.

***

Come Chiesa italiana stiamo vivendo la nostra “conversione ecologica” e stiamo facendo la nostra parte nel cambiare rotta verso un’economia di pace ogni volta che portiamo le nostre comunità a pregare ed a contemplare il dono della Creazione per sentirci parte di essa, ogni volta che assumiamo stili di vita personali e comunitari sostenibili e sobri, ogni volta che cerchiamo di rispondere all’invito a costituire Comunità energetiche, ogni volta che sosteniamo con responsabilità politiche lungimiranti e rispettose della giustizia anche verso le generazioni future.

L’adesione al prossimo annuncio globale di disinvestimento dai combustibili fossili, rendendo pubblica questa notizia, darebbe una risonanza a tutto il più ampio impegno della Chiesa italiana su questi temi prima e dopo Taranto.

«Nella Laudato si’ papa Francesco parla di uscire progressivamente dalle fonti fossili. Le nostre diocesi e parrocchie devono essere “carbon free” nelle loro scelte di gestione del risparmio».

Mons. Filippo Santoro, Conclusioni 49a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, Taranto 2021

Questa del risparmio responsabile verso il Creato è, infatti, una delle proposte di impegno delineate da mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e Presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani nelle conclusioni della Settimana Sociale.Nel documento Mensuram Bonam. Misure coerenti con la fede per investitori cattolici: un punto di partenza e un invito ad agire, pubblicato il 10 novembre scorso dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, viene fornita una griglia, dettagliata in appendice, di 24 criteri di esclusione, su questioni che richiedono un discernimento di fede tra cui si legge a pag 43 la tutela ambientale ed i cambiamenti climatici:

«La civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà […]. C’è la necessità urgente di sviluppare politiche che consentano, nei prossimi anni, di ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti, ad esempio sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile».

Francesco, Discorso su La transizione energetica e la cura della nostra casa comune, Città del Vaticano, 14 giugno 2019

Nelle sue linee guida, dopo il 5° anniversario della Laudato si’, il Tavolo Interdicasteriale della Santa Sede sull’Ecologia Integrale ha invitato tutti i cattolici a «promuovere investimenti sociali e ambientalmente responsabili, valutando ad esempio il progressivo disinvestimento dal settore dei combustibili fossili».

Alla Settimana Sociale pensavamo di uscire dalla pandemia ed è arrivata la tragica guerra in Europa che come italiani ed europei ci interpella in modo particolare perché, come ha scritto Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, il 1° settembre 2022, «Ascoltando queste grida amare, dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi».

Anche nella proposta di undici ex commissari e presidenti della Commissione europea, tra cui Romano Prodi, nella lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al vicepresidente Frans Timmermans, si legge che la «risposta alla crisi Ucraina» va di pari passo con una «attuazione audace del Green Deal» e serve un «Patto Verde di Emergenza» per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle fonti fossili «che finanziano la guerra». E il gruppo chiede una «mobilitazione» economica da «tempo di guerra» che aumenti l’ambizione dei target clima su edifici, trasporti, efficienza e rinnovabili ed eviti di creare nuova dipendenza da combustibili fossili, grazie alla creazione di un fondo sociale di emergenza, e alla creazione di maggiore «spazio fiscale» per gli investimenti degli Stati (allentare le regole di bilancio).

SOTTOSCRIVENDO L’IMPEGNO A DISINVESTIRE

UNENDOSI ALL’ANNUNCIO ECUMENICO GLOBALE DI DISINVESTIMENTO, CHE VERRÀ RESO PUBBLICO ALL’INIZIO DEL 2023, ANNUNCIAMO AL MONDO CHE NOI QUESTO CAMBIO DI ROTTA
LO VOGLIAMO E LO VOGLIAMO ACCELERARE ORA!

SIAMO QUI INSIEME A RILANCIARE CON CONVINZIONE

IL PROGRAMMA CATTOLICO MONDIALE
PER IL DISINVESTIMENTO DAI COMBUSTIBILI FOSSILI
per accelerare una giusta transizione ecologica ed il cambio di rotta per uscire migliori dalla pandemia e dalla guerra, risollevando i nostri fratelli e sorelle più vulnerabili dalle conseguenze della crisi climatica.

Oltre a noi, in Italia hanno già compiuto questo passo: sei arcidiocesi (Arcidiocesi di Palermo, Arcidiocesi di Salerno – Campagna – Acerno, Arcidiocesi di Vercelli, Arcidiocesi di Napoli, Arcidiocesi di Siracusa, Arcidiocesi di Ancona-Osimo); sette diocesi italiane (Diocesi di Pescara, Diocesi di Caserta, Diocesi di Gubbio, Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, Diocesi di Civitavecchia – Tarquinia, Diocesi di Savona – Noli, Diocesi di Padova); le Suore Salesiane di Don Bosco Figlie di Maria Ausiliatrice a Milano e Napoli, la Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, Comunità monastica di Siloe, il Dialogo Greenaccord onlus, Fondazione MAGIS, Lega consumatori, Nomadelfia, l’Istituto Serafico di Assisi, il Sacro Convento di Assisi, Pro Civitate Christiana di Assisi.

È il momento favorevole per dare in modo sinodale testimonianza di voler cambiare rotta ed essere pronti a farlo per accelerare la transizione energetica ed ecologica sostenibile e la libertà da un’economia estrattiva.
Al termine della Settimana Sociale di Taranto abbiamo celebrato la Santa Messa, nella Giornata Missionaria Mondiale «Testimoni e Profeti». È stato un segno forte.

In questa nuova fase del cammino sinodale, abbiamo bisogno urgente di una Chiesa che testimoni con i fatti di saper fare la propria parte per accelerare ora la transizione ecologica, una Chiesa che sia – come ha chiesto papa Francesco ai fedeli della città di Roma (18/9/2021) – sacramento di cura, in missione per offrirsi ed amare come lui ci ha amato.

MAGGIORI INFORMAZIONI SULLA CAMPAGNA MONDIALE DISINVESTIMENTO CATTOLICA SONO DISPONIBILI AL SEGUENTE LINK

Appello disinvestire fonti fossili_2022

https://www.avvenire.it

https://www.agensir.it

 

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4 Commenti

  1. Non mi pare sia nominato il nucleare, che è sì una fonte non rinnovabile, ma carbon free, pulita e abbondante. Le energie rinnovabili da sole non sono sufficienti. La Germania, che sta abbandonando il nucleare, sta tornando al carbone. Se vogliamo eliminare la CO2, non possiamo prescindere dal nucleare, oggi con la fissione, domani speriamo con la fusione.

  2. Sono perfettamente d accordo vorrei aggiungere che per ridurre la CO2 sarebbe importante impedire il taglio degli alberi ma al contrario enormi rimboschimenti evitare gli incendi boschivi esistono collaudate tecnologie perfettamente funzionanti ,abolire la pratica assurda di abbruciamenti e controfuoco che oltre a danneggiare i boschi e produrre CO2, favorisce la speculazione edilizia.

  3. non condivido e tanto meno firmo una petizione che i movimenti che sembrano sponsorizzarla credo non abbiano capito e dove vengono strumentalizzate le parole del papa che nulla ha detto su una simile scelta.

  4. Il nucleare non è un energia pulita, se non è chiaro questo non si va da nessuna parte. Possiamo dire che in produzione non emette inquinanti come polveri sottili, NOX, SOX e ovviamente non essendo una combustione non produce (in fissione) CO2, ma non è per niente pulito. La Germania (ma non solo) che è in un processo di decommissioning nucleare, giustamente (visto il periodo) ha messo in stand by quello di due centrali: ci sono, perché non utilizzarle.
    Quando si parla di rinnovabile non si fa solo riferimento alla produzione di energia appunto rinnovabile ma accumulo (di varia entità), di efficentamento energetico e quindi anche conseguente risparmio di energia, reti intelligenti, comunità energetiche, in una parola decentramento (dell’ energia). La Germania ricorre al carbone non perché le rinnovabili da sole non bastano in senso assoluto ma perché essendo in un periodo di transizione energetica rinnovabile ancora non maturo , accentuato dalla guerra e quindi dalle speculazione sul gas metano e rallentato da sempre (anche con greenwashing) dalle solite lobby energetiche accentratrici (quindi anche dal nuke) ha dovuto di conseguenza compensare la carenza di base load transitorio (carico base) previsto dal metano.
    Quando parliamo di energia nucleare (oltre all’ estrema complessità e quindi variabilita di tutto l’ apparato) serve fare distinzioni:
    fino alla 3a generazione avanzata seppur migliorata nelle varie varianti in sicurezza e affidabilità abbiamo a che fare con un nucleare fortemente sporco, cioè che produce grosse quantità di scorie altamente radioattive (95/97% del combustibile diventa scoria). Servono tempi lunghi per realizzare una centrale che a sua volta può comprendere vari reattori nucleari che vengono costruire in serie. Quindi anche se si prendesse in considerazione una centrale nucleare che potrebbe produrre 3/4 GW ((2/3reattori)
    avremmo a disposizione questa energia entro mediamente 7/8 anni (nella migliore ipotesi), con un investimento iniziale enorme.
    Non abbiamo ancora un deposito nazionale per rifiuti radioattivi di bassa, media e alta attività, quindi è fuori luogo parlare di produrre altre scorie per giunta fortemente ionizzanti e con un decadimento biblico.
    Oltretutto anche il nucleare è fondamentalmente legato a importazione. Dunque anche considerando la diversa densità energetica (che nel nuke trova un suo punto di forza) si dovrà sempre dipendere da qualcuno e da equilibri geopolitici. Inoltre una volta costruita, una centrale diventa automaticamente in sito geografico sensibile.
    Se si parla di nucleare di 4a generazione ci sono varianti interessanti (che possono usare anche elementi diversi dall’ uranio, seppur con processi sempre molto complessi) che vanno sviluppate e verificate e che invertono positivamente almeno nella produzione di scorie il rapporto. Oltretutto alcune tipologie possono sulla carta e in via sperimentale utilizzare con le dovute metodologie anche le scorie (disattivandole fortemente) come carburante per la reazione di fissione.
    Ma a parte qualche prototipo e un reattore in Russia raffreddato ai sali di sodio fusi (BN800), non ci sono verifiche definitive che ne confermino la reale possibilità d’ uso massivo.
    Nel mentre che verranno verificate e “messe a terra” in modo diffusivo tali tecnologie “più pulite” (e qui considero anche la fusione, ancora lontana dal realizzarsi) si dovrà in tutto e per tutto (considero la nostra Italia) arrivare a soddisfare da qui ai prossimi 10 anni l’ 80% della domanda elettrica con la generazione distribuita (concetto tanto sfuggente quanto fastidioso alla politica accentratrice del potere) delle energie rinnovabili e indotto complementare (sopracitato).
    Arrivati a questa meta avremo più lucidità per fare scelte più oculate e quindi a quel punto poter “anche” considerare tecnologie nucleari nel mentre verificate e oggettivamente realmente più sostenibili delle attuali esistenti.
    E questo risultato è assolutamente raggiungibile se tutti i fattori dell’ operazione verranno posti nel giusto ordine: serve solo uno sforzo di civiltà.
    Considerando che ogni cosa ha la sua impronta ecologica chiaramente niente è totalmente pulito. Certo è, però, che sia pannelli foto voltaici che eolico stanno sviluppando tecnologie sempre meno impattanti, in tutto l’ iter produttivo, dall’ estrazione dei materiali al fine vita. Ad esempio i pannelli si riciclano fino al 97% e le pale eoliche vengono fatte con materiali sempre più differenziabili una volta smantellate.
    Poi, parlando di metano, va bene non investire più su estrazioni e fossili ma non si pensi che dall’ oggi al domani tutta l’ energia complessiva del paese potrà farne a meno. Dunque per questo è sensato investire massivamente le risorse economiche disponibili su tutto ciò che è rinnovabile e decentrato : così facendo si mette a margine il peso del gas metano e quindi si depotenzia velocemente l’ annessa azione fortemente speculativa. Inoltre si alleggerisce la rete elettrica nazionale evitando dispersioni termiche dettate dalle lunghe distanze di distribuzione.
    Arrivati a questo “equilibrio” avremmo sviluppato anche il biogas, già in forte aumento, avremmo ancora un po’ di gas importato e forse solo a quel punto potremmo anche ed eventualmente considerare come rinforzo un la 4a generazione pronta all’ uso, tecnologia sulla carta molto più sicura e pulita.
    Ma prima serve velocemente diminuire la dipendenza dalle importazioni (tutte) di energia e questo lo si può fare oggettivamente solo sfruttando ciò che abbiamo o che non sprecheremo.

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