Tito, la malattia vissuta in maniera attiva e con amore

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Non è facile dire qualcosa o esprimere sentimenti perché Tito ci ha lasciati da poco. Il dolore è ancora grande perché manca e manca tanto. Siamo stati sempre molto legati, l’unico amore della mia vita, l’ideale ci ha poi uniti spiritualmente e la malattia ci ha resi davvero “uno”.

È così, la malattia può dividere o unire: non si esce facilmente da schemi mentali o da forme egoistiche di vita. Solo l’amore umano non ce la può fare; è un percorso difficile e impegnativo perché il malato di SLA è molto esigente, per la mancanza totale di autonomia. Ci vuole un aiuto dal “cielo”, una grazia particolare da accogliere.

Tanti mi dicono che io ho avuto un ruolo importante nella gestione della malattia, ma la parte più importante l’ha fatta Tito, che si è confrontato con Gesù nel suo abbandono, non con rassegnazione ma in maniera attiva e con amore. Da ingegnere, ha progettato anche questo momento della sua vita e ci ha guidati e coinvolti nel suo percorso.

Per chi non ci ha conosciuti vorrei dire brevemente che ci siamo sposati 46 anni fa, io avevo 20 anni, 13 meno di lui. Lui ingegnere, io insegnante di educazione fisica. Ci siamo presi per mano e abbiamo iniziato il nostro percorso di vita da cui sono nati 6 figli (il primo, nato prematuro, non ce l’ha fatta).

L’ideale dell’Unità di Chiara Lubich era già entrato nella nostra famiglia con Don Annibale Ferrari (zio Bibbo) ma 30 anni fa abbiamo iniziato un cammino con la nostra parrocchia e Don Pietro Cappelli, sacerdote focolarino, un percorso che ha messo alla prova la capacità di vivere per l’altro e di uscire da noi stessi nelle piccole cose della vita, nella famiglia, nel lavoro.

Così, guidati dall’amore di Dio attraverso Chiara e tutti i fratelli che hanno condiviso il nostro percorso di fede con il Movimento Diocesano, siamo stati preparati: la possibilità di mettere tutto in pratica ci veniva offerta da questa bruttissima malattia.

Essere uniti nell’anima ci ha permesso di fare un percorso molto forte e profondo. È bastato un “si” insieme ogni volta che Tito peggiorava…gli sussurravo all’orecchio “ci sono e sarò sempre con te”. Poche sono state le volte che, presa dalla stanchezza, di notte quando mi chiamava predicavo un po’ ma poi la mattina non mancavano le scuse, i baci e gli abbracci.

I primi anni sono stati segnati dalla progressione della malattia che mese per mese gli toglieva le abilità: prima alle braccia poi alle gambe. Quindi da subito sono diventata le sue braccia e le sue gambe. Tutto questo non ci ha chiusi in una vita triste e dimessa ma abbiamo continuato ad essere presenti nella comunità e nella famiglia senza privarci di piccole gioie come un concerto o una vacanza. L’attimo presente diventava la soluzione per continuare a vivere con normalità e mai con rassegnazione.

Poi è arrivato il momento in cui respirazione e alimentazione erano compromessi.
Tito ha cominciato a confrontarsi e documentarsi per arrivare alla scelta di sottoporsi alla tracheostomia e alla gastrostomia, grazie alle quali è stato con noi altri cinque anni.
In questi anni ha potuto gioire con la sua famiglia di tanti avvenimenti, lauree, nascite dei suoi 8 nipoti ed è rimasto un riferimento importante e prezioso perché attraverso whatsapp ha continuato ad essere guida per tutti.

Dall’anno 2000 ha accompagnato tanti giovani, in particolare nostro genero Mario oggi sindaco di Roseto in un percorso di cittadinanza attiva, attraverso il MPPU. Ha organizzato scuole di partecipazione e convegni. Per tanti anni aveva dato un contributo alla sua città, Roseto, attraverso i suoi editoriali sul giornale parrocchiale “Piccola Città”.

E ancora tanti amici accolti a casa hanno potuto sperimentare la sua serenità grazie alla preghiera (rosario giornaliero) e alla continua ricerca spirituale che ha condiviso attraverso i suoi scritti e i suoi libri fino alla fine, anche quando muoveva solo gli occhi (alla fine anche la bocca era bloccata). Negli ultimi tempi abbiamo tutti capito che era pronto per il grande incontro purificato nel corpo e nello spirito. È stato bello accompagnarlo con preghiere e canti e ci è sembrato che l’ultimo atto d’amore per noi fosse il suo sguardo sereno.

Concetta Rocci

Riportiamo qui una pagina tratta dagli scritti di Tito

Tito Rocci da Appunti di Vita maggio 2022, pg: 47-49

Tito 03 maggio 2023

 

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2 Commenti

  1. Una testimonianza d’amore pazzesca e toccante!!!!! Io e Ugo vivendo in questo periodo problemi di salute abbiamo pianto insieme e nello stesso tempo ne siamo usciti più forti per guardare con più ottimismo al futuro!!!Grazie Concetta per aver condiviso questa testimonianza di amore terreno e spirituale a prova che senza amore la vita non ha un senso!!!!Un abbraccio a te e ai tuoi splendidi figli e nipoti con tanto affetto da me e Ugo

  2. Rendiamo grazie a Dio per esempi così luminosi sia per la famiglia, per la società che per la Chiesa. Testimoni così danno gloria a Dio.Uno

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